Solennità di Maria SS. Madre di Dio           1.1.2013

 

Numeri 6,22-27

Galati 4,4–7

Luca 2,16-21

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In quel tempo, i pastori andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

 

Nato da Donna

 

Vorrei soffermarmi sulla seconda lettura, tratta dalla Lettera di san Paolo ai Galati. Egli scrive: «Quando venne la pienezza del tempo, Dio e mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli» (Gal 4,4).

Questo è l’unico passo delle Lettere in cui san Paolo accenna a Maria. Verrebbe da pensare che Paolo di Tarso e Maria di Nazaret siano due figure bibliche senza evidente legame o necessario richiamo, pur essendo due personaggi chiave del primo cristianesimo.

Ad ogni modo, il legame tra Paolo e Maria esiste, dal momento che dobbiamo all’Apostolo il primo testo del Nuovo Testamento dove si parla di Cristo come «nato da donna». Riflettendo sul piano della salvezza e in particolare sull’incarnazione, Paolo non può fare a meno di riferirsi a quella donna d’Israele che ha generato il Messia.

La ragione di questo silenzio sulla madre di Gesù è comprensibile: essa rientra nel più vasto silenzio circa l’intero arco della vicenda storica di Cristo (che sarà oggetto di considerazione accurata da parte degli evangelisti), perché il centro di interesse degli apostoli è l’annuncio del mistero pasquale.

Inoltre, notiamo che l’interesse verso la Madre del Signore si accentua man mano che gli anni si allontanano dalla vicenda di Gesù. Paolo, per primo, rompe il silenzio su Maria offrendo nel testo citato la più antica testimonianza mariana del NT, che risale al 49 o al massimo al 57 d.C., cioè una ventina d’anni dopo l’ascensione.

Un teologo ha scritto: «Dal punto di vista dogmatico l’enunciato di Gal 4,4 è il testo mariologicamente più significativo del NT, anche se la sua importanza non fu pienamente avvertita da certi teologi di ieri e di oggi. Con Paolo ha inizio l’aggancio della mariologia con la cristologia, proprio mediante l’attestazione della divina maternità di Maria e le prima intuizione di una considerazione storico-salvifica del suo significato» (G. Söll).

In altri termini, il Padre porta a compimento i tempi della promessa e dell’attesa mandando a noi il Figlio suo. Questi nasce in condizioni di fragilità (“nato da donna”) e di schiavitù (“nato sotto la legge”) in vista della liberazione dalla schiavitù (“per riscattare coloro che erano sotto la legge”) e del dono della figliolanza divina reso possibile dallo Spirito (Gal 4,6) (“perché ricevessimo l’adozione a figli”). Dio imprime una svolta alla storia, riempiendola con la sua presenza e la sua opera.

L’intervento di Dio Padre rivela in questo modo tutta la sua profondità, e la nostra dignità umana si manifesta in tutta la sua insospettabile grandezza: in Gesù, che raccoglie in sé tutta l’umanità, siamo pienamente figli di Dio.

Ora, all’interno di questo grandioso disegno di salvezza che san Paolo tratteggia nella Lettera ai Galati, Maria è presentata come la donna che inserisce il Figlio di Dio nella nostra storia.

Il nuovo anno civile si apre sotto il segno di Maria santissima Madre di Dio. Maria ci ha donato il Figlio di Dio, e il Figlio ci ha donato Maria come nostra Madre: siamo tutti sotto la loro benedizione.

Buon Anno

 

P. Carlo