Solennità della Santa Madre di Dio            1.1.2014

 

Numeri 6,22-27

Lettera ai Galati 4,4-7

Vangelo secondo Luca 2,16-21 

 

In quel tempo, [i pastori] andarono senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

 

Il Signore del Tempo ci benedica!

 

Iniziamo il nuovo anno sotto il segno della benedizione. La benedizione pronunziata sull’assemblea liturgica del popolo d’Israele (prima lettura) viene riproposta per l’assemblea cristiana: «Ti benedica il Signore … e ti conceda pace!». Da questo cuore dell’umanità, che è la Chiesa raccolta in Cristo, la pace si irradi su tutti gli uomini.

Accogliamo la benedizione del Signore nella nostra vita di ogni giorno. Che siano giorni di Pace.

San Paolo (II lettura) rievoca il mistero cristiano per eccellenza, l’incarnazione del Figlio di Dio «nato da donna … perché ricevessimo l’adozione a figli» di Dio. Questo è l’unico passo, nelle lettere paoline, nel quale l’apostolo fa riferimento alla Madre di Gesù. Assieme al passo del vangelo, ricorda la divina maternità di Maria – di cui oggi celebriamo la solennità. Maria ci ha donato il Cristo, Salvatore del mondo, colui che ha pacificato i nostri cuori e ci ha riconciliati con il Padre.

L’accostamento dei due temi sta a dire che la Benedizione di Dio si concretizza nella Pace operata da Gesù – perciò passa da Maria.

Altro sentimento, direi doveroso in questo primo giorno dell’anno, è la gratitudine a Dio per il dono del Tempo.

Viviamo in una società che sembra abbia dichiarato guerra al tempo, quasi fosse un nemico da soggiogare, da battere ad ogni costo. Perciò utilizza tutti gli strumenti più raffinati che la tecnologia gli offre per “risparmiare tempo”. Ma più ne risparmia, più ne occupa per trovare il modo di eliminarlo. Il risultato di questa fatica senza senso è soltanto l’illusione: è riuscita a dominare qualche istante, non di più. Può infatti l’uomo, con un dito, fermare la potenza dell’oceano? In effetti, con tutto il suo agitarsi non cerca ostinatamente altro che di conquistarsi l’immortalità: si oppone in tutti i modi alla morte, ma, come nel mito di Sisifo, quando pensa di aver conquistato il potere sulla vita, questa gli fugge dalle mani.

Ha sbagliato via.

Il tempo, infatti, non ha soltanto una dimensione di quantità: quella dei momenti che fuggono inesorabilmente; ha pure una dimensione di qualità: nel tempo, che è l’ambito in cui siamo chiamati a vivere ed operare, prepariamo il terreno che sta oltre quel limite obbligato e insuperabile, che è la morte. Papa Francesco recentemente ce lo ha ricordato: «Forse noi possiamo diventare sovrani del momento. Ma del tempo c’è solo un sovrano: Cristo». Come dire: se vogliamo evitare illusioni e raggiri, Cristo è la via che possiamo percorrere.

E Cristo ci insegna che l’uso migliore del tempo è quello di spenderlo per qualcosa di più duraturo della vita stessa: riscoprire, ad esempio, il senso del bene, del bello e della vita vista di nuovo come dono di Dio, e vivendo ogni istante seguendo il proposito di papa Giovanni XXIII: «Maggior scrupolo nell’uso del mio tempo: fare subito, tutto, presto e bene; non aspettare; non mettere le cose secondarie avanti alle principali; sempre alacre, occupato, sereno».

La benedizione di Dio rafforzi in noi anche questi propositi.

Buon Anno!

P. Carlo

 

 

Per chi volesse approfondire quest’ultimo tema mi permetto di suggerire il mio ultimo libretto: C. Dallari – P. Luppi, Il respiro del tempo, ed. Dehoniane, Bologna 2013.