Immacolata Concezione di Maria             8.12.2011

 

Genesi 3,9-15.20

Lettera agli Efesini 1,3-6.11-12

Vangelo secondo Luca 1,26-38

 

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

 

L’Immacolata, segno di speranza

 

Proclamando che Maria è “Immacolata”, la Chiesa intende affermare che su di essa non pesa quel groviglio di colpe che impedisce la piena comunicazione di vita tra Dio e l’umanità. In lei, la creatura è invitata a collaborare attivamente al dono del Creatore, sintonizzando il proprio amore sulla stessa lunghezza d’onda di quello di Dio, “che ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi ed immacolati per mezzo della carità” (Ef 1,4).

Preservando Maria dal peccato originale, Dio Padre l’ha posta davanti a noi come il segno tangibile di ciò che egli può realizzare con ogni creatura che non metta ostacoli alla potenza del suo amore e si lasci colmare dal suo Spirito. Possiamo a buon diritto affermare che l’Immacolata è il vero segno di speranza, il “sigillo dell’ottimismo di Dio sull’umanità”, testimonianza di quanto egli stimi l’uomo, di come abbia bisogno di ogni persona per portare a compimento la sua creazione ed essere Padre per tutti gli uomini (cf. 2 Cor 6,18).

Oggi contempliamo in Maria la realizzazione della promessa di Dio, l’indomani della caduta dei progenitori: «Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gen 3,15); promessa ancora velata prima della venuta del Messia, ma diventata del tutto manifesta alla luce delle meraviglie che Dio ha compiuto con la venuta del Figlio.

Maria è la creatura umana sulla quale il Male non ha potuto cantare vittoria neppure per un solo istante. Non per una improbabile fortuna umana, o per una virtù superiore a tutte quelle dell’umanità messe assieme… Ma perché, in lei, la vittoria sul Male scaturita dalla croce del Figlio ha agito in modo pieno e definitivo.

Maria, Madre immacolata, ripete ancora a tutti gli uomini di ogni tempo: non abbiate paura, Gesù, il Figlio mio benedetto, ha vinto il male; l’ha vinto alla radice e ci ha liberati dal suo dominio.

Perciò, il male non ha più l’ultima parola sulla nostra vita; può essere sconfitto, nonostante il frastuono che genera attorno a sé sia talmente potente da assordarci, e la caligine con la quale ci avvolge sia così nera da non farci scorgere neppure il bene che esiste in noi e attorno a noi; e può essere sconfitto nella misura in cui crediamo nel Figlio suo.

Quanto abbiamo bisogno, ancor oggi, di questo “vangelo – bella notizia”! Ogni giorno, infatti, attraverso mass-media, «il male viene raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e, in qualche maniera, intossicandoci, perché il negativo non viene pienamente smaltito e giorno per giorno si accumula. II cuore si indurisce e i pensieri si incupiscono» (Benedetto XVI).

Maria richiama alla nostra memoria la vittoria dell’amore di Dio sul peccato del mondo, vittoria che sostiene la nostra speranza anche nelle situazioni umanamente più difficili.

 

 

P. Carlo