I Domenica Quaresima 17.2.2013
Deuteronomio 26,4-10 Romani 10,8–13 Luca 4,1-13 |
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In quel
tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato
dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò
nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo
gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane».
Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di
solo pane vivrà l’uomo».
Il diavolo lo
condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli
disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data
e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me,
tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a
lui solo renderai culto».
Lo condusse a
Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei
Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano;
e anche: Essi ti porteranno sulle loro
mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». Gesù gli rispose: «È
stato detto: Non metterai alla prova il
Signore Dio tuo». Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si
allontanò da lui fino al momento fissato.
Uscito dalle acque del Giordano, dopo aver ricevuto il
Battesimo da Giovanni, lo Spirito Santo “guida” (l’evangelista Marco dice: “sospinge”)
Gesù nel deserto, ove il Tentatore lo mette alla prova – prova che va ad
interessare alcuni elementi di fondo che fanno parte del Battesimo (di Gesù e
nostro): l’essere figli di Dio e l’essere inviati in missione.
Il Tentatore propone a Gesù un modo preciso di adempiere la
propria missione: seguire le attese popolari. Le “esigenze del popolo sono
sovrane”, sembra suggerire. “Perciò, soddisfa la sua fame, dandogli da mangiare
in abbondanza; impadronisciti del potere, col qual potrai disporre di tutto a
tuo piacimento; discendi dal cielo con un prodigio… e avrai tutti ai tuoi
piedi. Di fronte a fatti straordinari, nessuno osa disubbidire”. Conformarsi
alle attese popolari ed essere accettato da tutti, o attenersi alla parola di
Dio? Lasciarsi lusingare dall’avere, dal potere, dal fari valere, o valersi
della potenza di Dio per amare e servire? Ecco la prova.
Ma l’intenzione del Tentatore mira più in alto: vuole
colpire il suo essere Figlio di Dio. “Se sei Figlio di Dio, dimostralo”. Hai
potere, hai Dio a tua disposizione, approfittane per piegare non solo le schiene,
ma le coscienze della gente…”. L’alternativa è evidente: obbedire al Padre o
fare di testa propria? Vivere nella fiducia e nell’obbedienza al Padre, o
pensare solo a sé? Ecco l’altra prova.
Queste tentazioni, o prove, iniziali si riproporranno nella vita di Gesù, sino a culminare con la tentazione ultima sulla croce: “Se sei re e Figlio di Dio, salva te stesso e scendi dalla croce…”. Ma anche quest’ultimo assalto è destinato ad infrangersi e a spegnersi sul silenzio di Gesù e sulla sua consegna: “Padre, nelle tue mani affido il mio Spirito”.
Se Gesù avesse
ascoltato il Tentatore, sarebbe diventato un Messia protagonista e vincente,
capace di impiantare il regno di Dio con una forza tale da fare impallidire
quella del Cesare romano. Ma non avrebbe agito da Figlio di Dio e, in questo
modo, avrebbe fallito la sua stessa missione, e noi saremmo rimasti senza fede
e senza speranza.
Anche noi, singoli credenti e comunità cristiana nel suo
insieme, – entrati, mediante il
Battesimo, nella morte di Gesù per uscirne partecipi della sua risurrezione – non
siamo esentati da prove e tentazioni, che vanno a colpire il nostro essere
figli di Dio e la missione che Cristo ci ha affidato d’essere nel mondo
annunciatori della buona notizia della salvezza in Cristo. Anche per noi
l’alternativa è la stessa: seguire mode e tendenze dei tempi? Mirare al
prestigio e al potere di fronte agli uomini? O percorrere le vie dell’umiltà,
del servizio, della carità?...
Come Gesù,
anche noi possiamo smascherarle e vincerle: aderendo a Cristo mediante la fede,
accogliendo la sua Parola e affidandoci al Padre con quella preghiera che egli
ci ha consegnato con il Padre nostro:
“Non abbandonarci nella tentazione!”. Come Gesù, anche noi saremo portatori di
salvezza e di speranza.
P. Carlo