II Domenica Tempo Ordinario                 20.1.2013

 

Isaia 62,1-5

I Corinzi 12,4–11

Giovanni 2,1-11

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Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».

Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».

Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

 

Fate ciò che vi dirà

 

Ecco un’altra manifestazione di Gesù in quanto Messia. Questa volta non sono né il Battista né il Padre a presentare Gesù; è lui stesso che si presenta a Israele, che ne attende la venuta, con un “segno” che dice chi egli veramente sia. È il cosiddetto miracolo di Cana di Galilea.

L’evangelista Giovanni lo qualifica come il “primo dei segni”, attraverso i quali Gesù farà conoscere la propria divinità; un segno che allude a quella “gloria” che apparirà pienamente sulla croce.

In quell’occasione particolare, a Cana di Galilea, era presente anche Maria, la Madre di Gesù. Anzi, ad essere precisi, è lei la prima invitata. Gesù e i suoi sono fatti venire in considerazione di Maria…

Maria è presente in un momento-chiave del ministero di Gesù: all’inizio della sua missione pubblica. – Notiamo come questa collocazione non sia di poco conto, dal momento che l’evangelista non narra dell’infanzia di Gesù, come invece fanno Matteo e Luca. Giovanni tiene in grande considerazione Maria, anche se non la chiama mai per nome. La qualifica come “Donna”, “Madre di Gesù”, e ne mette in risalto la presenza in alcune occasioni centrali, come in quella di una festa di nozze, a Cana di Galilea.

Durante i festeggiamenti, Maria interviene presso il Figlio affinché dia inizio alla propria manifestazione di Messia in mezzo al popolo. «Non hanno più vino», fa notare a Gesù, come per dire: “Manifestati ora con un prodigio”. La risposta di Gesù non è così chiara come vorremmo: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Il senso di queste parole potrebbe essere: “Non è ancora il momento. Tu sei mia madre, ma io devo fare la volontà del Padre. Solo lui decide l’ora”. La sua risposta non è irrispettosa verso Maria; anzi, stando al seguito del racconto, sembra che egli avverta nell’osservazione della madre un invito del Padre suo celeste a “dare inizio ai segni”. Anche Maria deve essere convinta di questo se, immediatamente, dice a coloro che servono a tavola: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».

Maria ha qui un ruolo primario: intercede presso Gesù a favore degli sposi. Ma siamo ancora in un contesto di un segno che rimanda ad una realtà, senza la quale il segno non avrebbe senso. Tutto il racconto rimanda, infatti, all’ultima “ora”, alla manifestazione della gloria di Gesù. Rimanda alla croce.

Solo in quell’“ora” finale, Gesù darà compimento al segno, farà cioè intendere il pieno significato del “segno di Cana”: cambia l’acqua della antica alleanza con il vino della nuova. In questo contesto, egli capovolge anche il ruolo di Maria: da ora, non dovrà più intercedere presso il Figlio a nostro favore – non ce ne sarà più bisogno –, poiché Gesù la dona a noi come Madre nostra, affinché sia attenta alle nostre necessità e si prenda cura di noi.

Da allora, Maria ci segue con amore di Madre. Ha premura per il nostro bene e vuole che arrivi a noi la pienezza dei beni che il Figlio suo ha meritato con la sua morte. Per questa ragione ci prega: «Qualsiasi cosa il Figlio mio vi dica, fatela».

Ora tocca a noi manifestare la nostra “gloria” di figli di Dio.

 

P. Carlo