III
Domenica Tempo ordinario 26.1.2014
Isaia 8,23 – 9,3
Prima Lettera ai
Corinzi 1,10-13.17
Vangelo secondo
Matteo 4,12-23
Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si
ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva
del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che
era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Terra di Zàbulon e terra di
Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo
che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una
luce è sorta. Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi,
perché il regno dei cieli è vicino» […].
Convertitevi!
Questo passo
del vangelo riporta la sintesi della prima predicazione di Gesù: “Convertitevi,
perché il regno di Dio è vicino”. Parole che segnano anche il nostro compito quotidiano
di cristiani, anche se siamo convinti (o, forse, proprio perché lo siamo) di
non aver granché bisogno di conversione, in quanto già sufficientemente
impegnati nella vita cristiana.
Il fatto è che
questa parola di Gesù non è banale, e neppure innocua: ha un significato
decisivo per la nostra fede. In breve: non ci richiama a batterci il petto o a fare
chissà quali “penitenze”. Ben più: penetra nel più segreto della nostra
coscienza e va certamente ad inquietare le nostre certezze più solide – ma vi penetra come luce. Leggiamo, infatti,
«Il popolo che abitava nelle tenebre vide
una grande luce…» e questa luce proclama: «Convertitevi!».
Gesù è la Luce
e questa Luce dice: “Dài una svolta alla tua esistenza! Alzati e guarda verso
la Luce che viene a te! Smetti di rimanere ripiegato su te stesso, chiuso nelle
tue tenebre; lasciati illuminare da Cristo. Ricordati che non devi conquistarla
tu. Ti viene incontro come dono d’amore!».
In che modo
puoi aprirti alla Luce? Guarda se al primo posto nella tua vita, tra tutto ciò
che per te è importante e che ami sopra ogni cosa, guarda se si è installato il
tuo Io, oppure se c’è Colui dal quale tu provieni, Dio tuo Padre.
Poi, fai come
il pubblicano della parabola, quello che va al tempio a pregare: mettiti con
fiducia nelle mani della sua misericordia, poiché egli ti ama come il suo
Figlio e vuole donarsi a te. Da questo abbraccio potrai uscire rinnovato,
pacificato, capace di donare quanto tu stesso hai ricevuto e, soprattutto, di
donare te stesso.
La tua vita,
così, comincerà a cambiare, poiché non puoi fare l’esperienza del perdono di
Dio e poi rimanere quello di prima. Allora, vedrai che la conversione non è
un’opera impossibile, come non è un’opera riservata a qualcuno, più
volenteroso, più tenace o più forte di te. Non è nulla di straordinario; è solo
il naturale svolgersi della tua identità cristiana sotto il Sole di Cristo.
Cerca dunque
di accogliere con intelligenza la Parola che oggi ti raggiunge. Prima ti dice:
“Convertiti!”, poi ti offre il senso, la direzione da imprimere ai tuoi passi.
Dice, infatti: “perché il regno di Dio è vicino”.
Fai bene
attenzione. Non dice: “perché hai peccato”. La forza di andare avanti non ti
viene dal negativo che c’è in te, tanto meno dal peccato che ti incatena al
passato. E non dirmi, citando il figlio prodigo della parabola, che lui ha
trovato nella disperazione, causata dalla sua triste sorte, la forza per
tornare indietro. Certo, tornò indietro, quel giovane, ma non da convertito.
Tornò come servo, lui che era figlio, incapace di capire l’amore del
padre!
Ti dice, invece:
“poiché viene a te il Regno”: ti invita a guardare avanti. Dunque, accoglilo,
perché viene a te per donarsi proprio a te. Lasciati coinvolgere, spalancagli
le porte della tua esistenza, accoglilo nella tua casa. Lui ti darà la capacità
di riconoscere l’amore del Padre verso di te; la capacità di andare incontro al
tuo fratello, fosse pure l’antipatico, o anche quello che ti odia…
E ricordati che il “regno di Dio” non è altro che la persona di Gesù, il Figlio di Dio che ha donato la propria vita per amor tuo e per riconciliarti col Padre.
P. Carlo