III Domenica Tempo Ordinario                27.1.2013

 

Neemia 8,2-4.5-6.8-10

I Corinzi 12,12–30

Luca 1,1-4; 4,14-21

Per avere il testo della riflessione via e-mail richiedere a:

briciolediparola@gmail.com

 

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto…

Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore. Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

 

Oggi si è compiuta questa Scrittura

 

L’evangelista Luca pone l’episodio dell’incontro-scontro tra Gesù e i suoi concittadini di Nazaret all’inizio del suo Vangelo. In questo modo, le parole di Gesù acquistano un valore programmatico: sono il nucleo del suo insegnamento, inaugurano il suo lavoro. Nella sua missione pubblica non farà altro che realizzare quanto proclamato in questo momento nella sinagoga di Nazaret.

E quali sono i punti di questo programma? Egli li annuncia utilizzando le parole del profeta Isaia, adattate, per l’occasione, secondo il suo proprio modo di vedere: portare ai poveri una buona notizia, ai prigionieri e agli oppressi la liberazione, ai ciechi la vista. Ma, soprattutto, proclamare un anno gradito al Signore. È l’anno giubilare definitivo, compimento di tutta la creazione in Dio.

Ciò che colpisce in questo breve testo è un cambiamento di prospettiva (così solito, comunque, in tutte le parole e azioni di Gesù).

Se notiamo, egli non si ferma a spiegare il testo letto. Non fa l’esegesi per dire “si deve intendere così”, non fa applicazioni morali per dire “dovete fare cosà”. Afferma invece qualcosa di veramente straordinario: sposta l’attenzione degli uditori dalle parole ascoltate alla sua persona. Le parole della promessa ora si stanno realizzando nella persona che è davanti a loro!

Come dire: è Gesù la buona notizia attesa da Israele, poiché Dio porta a compimento in lui le parole antiche. Perciò, è Gesù la liberazione degli schiavi, è lui la vista ai ciechi, è lui il buon annuncio agli emarginati della società del tempo e di tutti i tempi che il Padre suo li considera tutti alla stessa altezza dei fortunati, dei sani, dei buoni, poiché non fa differenza di persone.

Nessuno potrà più discriminare qualsiasi essere umano in nome di Dio! Se lo fa, si oppone a Gesù, si oppone a Dio stesso, anche se si fregiasse dell’etichetta di “cristiano”.

Ora, tutto questo sta avvenendo nella potenza dello Spirito Santo, il quale aleggia e si posa su Gesù. È un delicato accenno alla creazione del mondo, per dire che, dove c’è creazione, è naturalmente presente e operante lo Spirito di Dio. E, dunque, anche dove c’è una nuova creazione, come nell’inizio della missione pubblica di Gesù.

“Oggi”, afferma Gesù, “si avvera questa Scrittura”.

Noi, ora, stiamo vivendo in questo “oggi” di Dio. Ora si stanno realizzando per noi quelle antiche parole rese vere e operative da Gesù. Non possiamo più far finta che egli non le abbia portate a compimento. Ecco dove scaturisce il compito del cristiano, in qualsiasi momento della storia egli viva; ecco a quali azioni è chiamato a impegnarsi con tutte le proprie risorse…

I compaesani di Gesù volevano che fosse lui a operare cose straordinarie; ma noi, suoi discepoli, sappiamo che tocca a noi operare nella luce della Parola del nostro Signore e nella forza del suo Spirito che ci ha donato.

Non possiamo accampare alibi di sorta.

P. Carlo