Epifania del Signore                               6.01.2012

 

Isaia 60,1-6

Lettera ai Efesini 3,2-3.5.6

Vangelo secondo Matteo 2,1-12

 

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta» … Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».

Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

 

Dio si svela a ogni uomo

 

All’inizio della terza settimana di avvento avevamo letto la profezia di Balaam: «Io lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino: una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele» (Numeri 24,17). Un indovino non appartenente al popolo di Israele costretto dallo Spirito del Signore a profetare in favore del suo popolo.

L’episodio della visita dei Magi che, in Oriente, hanno visto nascere la “stella” del “re d’Israele”, sicuramente si riallaccia alla tradizione di questa lontana profezia.

Questi Magi misteriosi si mettono immediatamente in cammino e arrivano a Gerusalemme per adorare colui che, nella loro lettura degli astri, deve essere qualcuno di eccezionale. Soffermiamoci sui personaggi che incontrano nella Città santa.

I sacerdoti del tempio. Conoscono le Scritture, perciò dovrebbero essere i primi a riconoscere il Messia che viene. Tuttavia, chiusi nel proprio sapere e nelle proprie interpretazioni, non riconoscono “il Re dei Giudei” che è nato. In effetti, le loro certezze li hanno resi ciechi: sono convinti che il Messia dovrà corrispondere a quanto essi pensano di lui, altrimenti non sarà Messia. Con ciò dimostrano che il sapere per il sapere, quello chiuso in se stesso, quello che non si apre al confronto con una verità più grande, quello che dimentica che i pensieri di Dio sono più grande dei nostri, non porta a Dio. Non stupisce se, poi, costoro saranno quelli che grideranno più forte: “Crocifiggilo!”.

La folla di Gerusalemme. È turbata, dice il Vangelo. Dedita al chiacchiericcio, alla curiosità, come tutte le folle di tutti i tempi. La loro religione è il “si dice”, “la moda”, “ciò che stupisce”. Questa stessa folla, a suo tempo, urlerà minacciosamente: “Crocifiggilo!”.

Il re Erode. È un “re”, ma egli stesso servo di altri “re”, quelli che contano, quelli stanno nei palazzi imperiali della lontana Roma. La sua piccola fetta di potere non vuol dividerla con nessuno. E all’ipocrisia del momento, fatta di buone parole e sorrisi melliflui rivolte ai Magi, fa ben presto seguire la spada. Un suo omonimo tratterà da pazzo quel Gesù che ora è nato, e lo invierà alla croce.

E i magi? Avvolti nel mistero delle loro persone e nell’umiltà della ricerca, trovano il Dio venuto ad abitare nella nostra umanità. Lo adorano e tornano “per un’altra strada” nelle loro terre. Essi dicono a ciascuno di noi che, se vogliamo veramente incontrare questo Dio, dobbiamo essere disposti a cercarne i segni e a “cambiare strada”, deviando dalle nostre certezze e dalle nostre paure, lasciando quella del potere dei grandi che pensano solo a sé, quella della scienza dei dotti che li riempie di superbia e quella della fatua curiosità della folla.

Cristo ha posto un seme di verità in ciascun uomo. Sapremo seguire questa “stella”, questa “profezia” che ci porterà a lui, per incontrarlo e adorarlo?

 

P. Carlo