E P I F A N I A  :  I MAGI CERCANO LA CASA DI GESU’

 

     Fratelli, eccoci giunti alla festa dell’Epifania, festa che conclude il tempo di Natale e ci immette nel “tempo ordinario” dell’anno. E’ una festa molto importante che prende nome dalla manifestazione del Figlio di Dio ai Magi, cioè ai pagani; una festa che poi ha preso, via via, altri nomi: Festa Missionaria – festa dei bambini – festa dei doni – festa della stella e della luce; credo però che la definizione più appropriata sia: “festa dei cercatori di Dio”. Vorrei comunque che anche la Epifania – come è stato raccomandato per il Natale – venisse sottratta alla tentazione della solita “Epifania romantica” e “folcloristica”, quella espressa soprattutto nell’arte che tanto ha alimentato la nostra fantasia infantile.

     Matteo, l’unico evangelista a riportare la storia dei Magi, ha certamente inteso dare un séguito al Natale di Gesù. Mentre nel Natale abbiamo contemplato soprattutto la discesa di Dio dal Cielo, per venire ad abitare in mezzo a noi, questa liturgia dell’Epifania  vuole invece mostrarci il cammino dell’uomo nella ricerca di Dio. I pastori nella notte di Natale, i Magi oggi – pur diversissimi tra loro – sono stati i primi a cercare Gesù; ma gli uni e gli altri sono stati guidati dall’alto: i primi dagli Angeli, i Magi dalla stella. L’evangelista Matteo non nasconde la sua meraviglia per questo evento; e tuttavia non ci rivela i loro nomi, non ne precisa il numero e nemmeno ci indica i Paesi di origine, e nemmeno i loro nomi; ce li presenta così: “Alcuni Magi vennero da Oriente a Gerusalemme e dicevano: dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo”.

     Il racconto dei Magi ci ricorda che il Natale non finisce mai. Il viaggio dei Magi si è protratto per oltre due anni; ma quanti altri viaggi vengono intrapresi a séguito di un segnale luminoso venuto dall’alto! Viaggi che a volte si protraggono per anni, prima di giungere a trovare il Dio fatto uomo per condividere con noi la nostre avventure! Ebbene, fratelli, la stella che ha guidato i Magi, brilla ancora sul nostro mondo, per guidare gli uomini che sono in ricerca. Questa stella, oggi, può essere la Parola di Dio, o la Chiesa, o Papa Francesco; lo è soprattutto la fedeltà al Vangelo di molti cristiani e di tante famiglie che vivono il Vangelo. Ma questa festa insegna qualcosa anche a noi che abbiamo già incontrato il Signore: è invito a superare le nostre sicurezze ballerine, e per rinnovare ogni giorno la nostra fiducia solo in Dio.

     Che non succeda anche a noi di incontrare chi ci chiede dove trovare il Dio, nato Bambino, e dover dare le risposte di Erode e dei sacerdoti del tempio, i quali – pur avendone cognizione – sanno dare solo vaghe indicazioni, apprese da bambini, al catechismo! Gente che sa ma che non si muove per una ricerca personale per approfondire la fede. Amici, la fede non si esaurisce nel sapere! Occorre muoversi, partire, cercare. Chi si accontenta del “sapere”, non giungerà mai a “vedere” la salvezza e mai piegherà le ginocchia per adorare il Dio fatto Bambino per noi; mai vivrà lo stupore di scoprire che, alla fine, sono loro – i cercatori – a essere trovati da Dio.

     Narra una simpatica leggenda che i Magi, alla partenza, erano in quattro. Il quarto però si era attardato molto durante il viaggio e quindi non si era presentato assieme ai tre; e questo aveva creato disappunto nel Bambino che già sapeva. Ma si ravvide quando seppe che il quarto re era portatore del dono della pace; e che, lungo la strada, si era più volte fermato per soccorrere e donare pace a quanti  ne erano privi e la cercavano, in particolare ai poveri, agli ammalati, ai disperati. E’ naturalmente una leggenda, ma che sta bene accanto al racconto di Matteo e che pone anche una domanda: Se uno di noi, oggi, volesse essere il quarto re, quale dono vorrebbe portare a Gesù, o a una famiglia dove Gesù è presente  nella persona di un povero, di un ammalato, o di una nonna che vive rassegnata la sua solitudine, guardando chi passa sotto le finestre? Perché i doni più attesi non erano i tre preziosi cofanetti, ma il loro viaggio, la loro presenza, la gioia dell’incontro. I Magi sono i primi di una schiera di piccoli, di umili, di tante anime assetate di Dio. Uniamoci anche noi, in umile cammino di conversione, per divenire anche noi, come i Magi, epifania di Dio, cioè manifestazione della gioia e della pace: doni di Dio per noi.  Amen.