DOMENICA  34 – B  .  UN RE CROCIFISSO !  E’ ANCHE IL TUO RE ?

 

     Dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, la gente cercava Gesù, nell’intento di fermarlo e di proclamarlo re. Ma Gesù, non solo non accettò, ma li rimproverò: non voleva essere cercato come solutore di problemi contingenti; voleva essere riconosciuto come Inviato dal Padre, come colui che era venuto nel mondo per una precisa volontà del Padre: la salvezza di tutti gli uomini.

     Gesù sapeva di essere re; l’ha detto lui stesso a Pilato, in un momento molto critico. “Dunque tu sei re? – chiese Pilato. Rispose Gesù: “Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità” Non l’aveva proclamato prima, proprio per evitare l’equivoco di essere considerato re, alla stregua dei tanti re che si sono susseguiti nella storia. Davanti a Pilato, in stato di fermo, l’equivoco non era più possibile; Gesù comunque si premura di specificare a Pilato le coordinate del suo regno: “Il mio regno non è di questo mondo… il mio regno non è di quaggiù”.

     Fratelli, Gesù è un re che non ha mai abitato nelle regge; ce lo troviamo oggi, ma nel ruolo di imputato, con una richiesta di condanna alla crocifissione. Fratelli, questo Gesù ammanettato è il nostro Signore, è il nostro re. E’ un re che ha solo servito, mai comandato, mai chiesto tasse. Nella sua vita ha emanato una sola legge, quella dell’amore: “Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi”. E, proprio oggi, davanti a colui che aveva il potere di ratificare una condanna già annunciata, Gesù ribadisce  che per questo egli era nato: per testimoniare un Dio che ama! Perché Cristo è re d’amore, un re che serve, come esigenza dell’amore. Ma questa rivelazione non era per convincere Pilato, ma per farlo sapere a tutti noi. Non era passato molto tempo, da quando il nostro Re e Signore si era chinato per lavare i piedi agli Apostoli; poi aveva consegnato loro, in anticipo, il suo corpo  e il suo sangue che avrebbe versato nella sua passione; ma lì, nel pretorio, non c’era nessuno di loro! Nessuno che spendesse una parola di aiuto e di conforto! Si udivano soltanto voci deliranti che gridavano: “CROCIFIGGILO! CROCIFIGGILO!”  Quello di Gesù è stato  il martirio di un Dio che ama; e l’amore è l’unica forza che contiene e garantisce l’eternità; perché l’amore non muore; ruggine e tignola nulla possono contro l’amore. Diceva P. Kolbe: “Solo l’amore salva il mondo! solo l’amore sa vincere il male e spegnere l’odio!” 

     “Il suo regno – ricorda il Prefazio – è regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace”. Ebbene, Gesù ha proclamato questo suo regno nella morte, per consegnarlo a noi: è un regno per noi! ha voluto coinvolgerci tutti; e l’ha fatto senza interpellarci, semplicemente perché era un dono! Ma purtroppo un dono può anche essere rifiutato. Oggi, festa di Cristo Re, è offerto di nuovo a tutti noi di partecipare all’avventura del suo regno. Ma noi, ci sentiamo davvero onorati di farvi parte? Quanto abbiamo realizzato “in verità, in santità, in grazia, in giustizia, in amore”? Con questi interrogativi esigenti, concludiamo questo anno liturgico e ci disponiamo a riprendere il cammino con l’Avvento, domenica prossima,  quando troveremo nuovamente il nostro Re, Bambino, nella culla, nella più grande povertà e umiltà.  E lasciamo oggi anche il Vangelo di Marco che,tante volte, ha provocato una domanda cruciale e intensa: CHI E’ DUNQUE QUESTO GESU’ ? e quella ancor più personale: CHI E’ GESU’ PER ME, PER TE? Oggi è Gesù stesso che chiede di essere accolto come “nostro Signore” e “nostro Re”. Ma, amici, niente paura: non abbiamo nessuna richiesta di tasse e tanto meno di essere arruolati nei corpi di difesa; il nostro è un Re Crocifisso, un Re che ha dato la vita per noi!

     Conoscendo la geografia  di questo regno, sappiamo che i suoi confini vanno cercati nel cuore di ogni persona che crede in Lui e che accoglie la sua salvezza. Tutti noi ora ci sentiamo dentro questi confini: ma abbiamo accolto con amore e tanta riconoscenza questo nostro Re, mite e misericordioso, la cui unica forza è l’amore, la cui reazione  a tante ingiustizie e violenze, è il perdono?  Fratelli, fermiamoci, qualche volta, a guardare il Crocifisso: E’ LUI IL NOSTRO RE ! Un Re che non si impone e non condanna. Permettete allora un’ultima domanda a cui ciascuno dovrebbe dare risposta: FRATELLO, SORELLA, TU,  HAI GIA’ SCELTO IL TUO RE, DA SEGUIRE E DA AMARE?