XIII DOMENICA  Tempo Ordinario         27.06.2010

 

Primo Libro dei Re 19,16.19-21

Lettera ai Galati 5,1.13-18

Vangelo secondo Luca 9,51-62

 

 

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé…

… Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

 

 

Troppo esigente Cristo?

 

È sempre forte la tentazione di addolcire le esigenze di una scelta, di un impegno, specialmente con l’andare del tempo, con la consapevolezza di aver già dato molto, di aver fatto bene la propria parte… La fedeltà e la costanza non sono certamente virtù facili, neppure per il discepolo di Gesù.

Lo stesso accadeva a Gesù stesso. Ed egli, che ben conosceva il cuore umano e le sue fatiche, non nasconde quanto si attenda da chi vuole seguirlo. Ne abbiamo una riprova nei tre piccoli dialoghi che ci presenta il vangelo di oggi.

Prima di tutto c’è il suo esempio.

«Egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino». Il testo greco del vangelo dice: «Rese la sua faccia come pietra». Avete presente un bel volto scolpito da uno dei sommi artisti del passato? Nulla può turbare lineamenti e serenità di quel volto ricavato dal marmo. Ebbene, nulla può impedire la chiarezza della decisione di Gesù di andare a Gerusalemme, dove l’attenderà il destino che gli hanno preparato i suoi nemici. D’ora in avanti, saremo invitati a contemplare questo volto, se vogliamo riconoscere chi è veramente Gesù.

Mentre noi corriamo costantemente il rischio di lasciarci abbattere dalle difficoltà, ebbene, c’è Gesù che rimane fermo. Dalla sua solidità, che è la forza dello Spirito di Dio presente in lui, anche noi possiamo attingere. Quando la nostra insicurezza – frutto bacato della paura – ci taglia le gambe, è cosa buona ricordare la fiducia che egli ha posto in noi, fiducia che non verrà mai meno.

E, poi, i tre piccoli dialoghi.

A un tale Gesù suggerisce di non lasciarsi guidare dall’entusiasmo del momento. Si sa, finito il periodo dell’innamoramento, seguono le prime delusioni. Chi non è allenato alle difficoltà, chi non le ha previste, molla tutto. Questo nel campo del matrimonio come della vita religiosa. Ed anche della vita di credente, che non è molto dissimile. Gesù dice di riflettere bene se, oltre alla disponibilità per una vita itinerante, siamo decisi ad accettare insicurezza e precarietà.

A un altro che, dopo averlo invitato a seguirlo, gli aveva chiesto di andare a seppellire il proprio padre, Gesù dà una risposta molto dura, ma dal significato eloquente: seguire lui è ritrovare la vera vita. E questo – per ogni uomo – ha la priorità su tutte le altre scelte.

A un terzo che gli aveva chiesto il permesso di poter andare «prima» a salutare i suoi – richiesta che evoca l’episodio di Elia che concede a Eliseo di congedarsi da quelli di casa, «prima» di seguirlo – Gesù risponde con un proverbio: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio». Come dire: Eliseo andò a salutare i suoi, ma tagliò i ponti alle proprie spalle, distruggendo l’aratro, strumento del proprio lavoro. Ora, qui, c’è qualcuno più grande di Elia, e la sua presenza esige risposta pronta. Quel che Gesù vuole comunicare è il senso dell’urgenza: occorre accogliere il regno di Dio, senza dilazioni inutili… se non si vuol fare la fine della moglie di Lot, la quale, fermandosi e voltandosi per vedere la fine di Gomorra, fu trasformata in una statua di sale!

 

P. Carlo