XI
DOMENICA Tempo Ordinario 13.06.2010
II Libro di Samuele 12,7-10.13
Lettera ai Galati 2,16.19-21
Vangelo secondo Luca 7,36–8,3
… Gesù disse a Simone, uno dei farisei:
«Vedi questa donna? Sono entrato in casa
tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi
con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un
bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi.
Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di
profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha
molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei:
«I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra
sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La
tua fede ti ha salvata; va’ in pace!». …
Perdono e speranza
Ogni volta che ci imbattiamo, nelle letture
domenicali, con un gesto di perdono da parte di Gesù rimaniamo sempre colpiti
da stupore. Stupore per la sua libertà, per l’amore limpido e profondo che riversa
sulle persone che incontra, per una parola che è, allo stesso tempo, giudizio luminoso
e cura che guarisce. Come nel caso raccontato dal vangelo di oggi.
Gesù viene a trovarsi in una situazione
paradossale: è a casa di un fariseo, un uomo per bene e stimato, ma, allo
stesso tempo, viene raggiunto da una donna che aveva tutt’altra fama. E questo,
intanto, ci dice che Gesù non ha preclusioni verso nessuno. Gente per bene e
gente di cattiva reputazione sono avvertiti: da parte sua c’è accoglienza e
attenzione. Ciò significa anche che di fronte alla sua libertà di amare
ciascuno nella sua particolarità, si è esposti al giudizio di questo suo amore.
Ma attenzione: ad essere sotto giudizio non è la persona, ma la verità della
persona, la sua capacità o meno di amare.
Di fronte ad una accoglienza cortese, ma glaciale, da parte del fariseo, Gesù non si offende e non si lamenta. Ma quando costui si scandalizza per il fatto che Gesù lasci avvicinare a sé quella donna, allora mette subito i puntini sulle i. Istituisce infatti un paragone tra il comportamento del fariseo e quello della donna. E poi il giudizio netto, vero, liberante: «Le sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato». Evidente il sottinteso: tu puoi accedere a un perdono minore, perché hai amato poco.
Il fariseo rimane con una lezione di magnanimità – ne avrà fatto buon uso? – mentre quella donna torna a casa rimessa a nuovo dal perdono di Gesù e con una nuova speranza.
Nel modo di agire di Gesù vediamo il comportamento stesso di Dio verso ciascuno di noi. Di noi egli ricorda soltanto il bene che facciamo e le lacrime che abbiamo versato. Come afferma il profeta Isaia, egli ha gettato dietro le spalle tutti i nostri peccati (cf. Is 38,17), come un torsolo di mela che non interessa più. Per dire che, una volta perdonato il male, questo non esiste più, in nessun luogo, neppure nella sua memoria.
Questo comportamento fonda la nostra speranza: nonostante il male commesso, possiamo ricominciare. Sospinti non tanto dalla sferza del «tu devi», bensì dal forte invito dell’amore. Sappiamo bene quali energie susciti in noi la fiducia da parte di chi ci vuole bene e si prende cura di noi. E sappiamo anche come a furia di imposizioni si possa arrivare a paralizzare una persona, mentre con una presenza comprensiva, paziente e amorevole si arrivi al miracolo di far camminare gli storpi, udire i sordi e parlare i muti… come Gesù!
La lezione di Gesù è forte: anche a noi viene chiesto di esercitare la carità soprattutto mediante il perdono, guardando al bene – anche a quello possibile – che è nascosto nel cuore del fratello, e guardando al fatto che egli, comunque, è amato da Dio.
Perdonare è un
atto di fede: si dà credito al fratello
in base a ciò che egli potrà ancora compiere di bene, in base al suo futuro. Si
fa credito alla sua possibilità di cambiare.
E questo è un genuino atto di speranza. Come quello di Gesù, per il quale il bene possibile conta di più del male di ieri o di oggi.
P. Carlo