DOMENICA  V^  - B -  :  GESU’ INCONTRA UNA UMANITA’ SOFFERENTE

Giornata  per  la  VITA

Avrete notato che in queste domeniche ci fa da guida l’evangelista San Marco; è il primo e il più breve dei quattro evangelisti; avrete anche notato che ogni pagina del suo Vangelo è percorsa da una domanda che porta nel cuore ognuno che cerca Gesù e vuole approfondire la sua missione; ecco la domanda: GESU’! MA CHI E’ VERAMENTE QUESTO GESU’ che opera prodigi e si dichiara FIGLIO DI DIO?. Noi, nella pagina ascoltata, abbiamo già scoperto che Gesù dorme poco perché dedica lunghe ore alla preghiera, alla mattina presto e alla sera; abbiamo scoperto che per la preghiera sceglieva di immergersi nel silenzio, lontano dalle abitazioni, per intrattenersi in diretta con il Padre Celeste; abbiamo anche conosciuto un Gesù che incontra volentieri le folle che lo cercano, soprattutto per donare la guarigione dalle più svariate malattie; al solo contatto, tutti guarivano.

     Il primo miracolo della giornata è a favore della suocera di Pietro. All’uscita dalla Sinagoga, Pietro accompagna Gesù a casa sua per presentarlo alla famiglia; e subito viene informato che la suocera di Pietro è in pericolo di vita per una febbre persistente. Racconta Marco che Gesù “si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella serviva”. Mi ha colpito quel “prendere per mano” di Gesù. E’ il gesto d’amore del genitore, o del nonno, che prende per mano il bambino per accompagnarlo a scuola; è il gesto d’amore dell’innamorato che camminando ama stringere la mano della sua ragazza; è infine il gesto d’amore di chi stringe le mani di un ammalato per infondere coraggio e comunicare amore e condivisione nella sofferenza. Ecco, nella pagina di Marco, quante mani tendevano verso Gesù nella speranza di poterlo almeno toccare nella speranza della guarigione. Noi conosciamo il detto familiare che esprime “intervento – aiuto – soccorso”; è l’espressione: “DARE UNA MANO A CHI  HA BISOGNO”, oppure: TENDERE LA MANO per l’elemosina; espressione che si concretizza anche quando do la mano per fare la pace; o per salutare un amico;  o quando do un prestito.

     Proprio come ricordavo l’altra domenica, c’è la preghiera, conosciuta come “preghiera della testimonianza o della condivisione”, che comincia proprio così: “Dio non ha mani. Ha soltanto le nostre mani per fare del bene”; e termina così: “Noi siamo l’unica Bibbia che l’uomo sa leggere, ancora”. Non dimentichiamo che, prima di salire in Cielo, Gesù ha inviato gli Apostoli nel mondo ad annunciare il Vangelo, a guarire, a cacciare i demoni, a consolare, a condividere le nostre ricchezze. Fratelli, tutti noi siamo dotati di una pranoterapia spirituale da porre a servizio ai fratelli in difficoltà. Mi piace ricordare qui un famoso apologo: Sugli schermi TV compare un bambino denutrito che, in braccio alla mamma, stava morendo per mancanza di cibo. Un telespettatore sbotta gridando: “Dio, perché non intervieni?” Una voce misteriosa interviene e risponde: “Io, per lui, ho creato te, perché tu gli dia una mano”. Ciascuno di noi è dotato di carismi personali e unici perché, tutti insieme, possiamo essere idonei a coprire ogni necessità del prossimo.

     A chiusura, Marco ci fa trovare Gesù In un luogo appartato, dove, di buon mattino, si era recato per la preghiera. Ma, siccome andava crescendo la gente che cercava Gesù, “Simone, e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: ‘tutti ti cercano!’. Sappiamo che i più cercavano i miracoli di Gesù, piuttosto che il Gesù, Figlio di Dio, per ascoltarlo. E’ un po’ quello che facciamo anche noi, quando preghiamo, unicamente per chiedere qualcosa, piuttosto che cercarlo per adorarlo e ringraziarlo. Impariamo dal Salmista, ascoltato oggi. per ripetere a Gesù: “Grande è il Signore, nostro Dio, grande nella sua potenza; la sua sapienza non si può calcolare. E’ bello cantare inni al nostro Dio, è dolce innalzare a lui la lode”.  Amen.