DOMENICA  VI^  - B -   GESU’ GUARISCE UN LEBBROSO

 

     L’evangelista Marco ci ha riferito oggi un grande miracolo di Gesù: la guarigione di un lebbroso. Grande miracolo! Perché tutti e due i protagonisti hanno rischiato il linciaggio e la morte; era infatti assolutamente vietato al lebbroso di avvicinarsi a persone sane e alle persone sane di toccare un lebbroso. Ha scritto Marco: “Venne da Gesù un lebbroso che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: se vuoi puoi purificarmi! Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e disse: LO VOGLIO, SII PURIFICATO! E subito la lebbra scomparve da lui”. Quello che più mi colpisce, non è il miracolo in sé, quanto piuttosto il movente che ha portato Gesù a fermarsi e a toccare il lebbroso, cioè la COMPASSIONE! Gesù  si ferma sempre dinanzi a chi soffre, e sempre interviene, ben sapendo che la sofferenza è comunque conseguenza del peccato. Ne sapeva qualcosa Padre Damiano De Veuster che accettò di trasferirsi nell’isola di Molokai, dove venivano scaricati tutti i lebbrosi della z, per isolare l’epidemia.

     Nel Vangelo di oggi, un lebbroso corre incontro a Gesù; Gesù lo tocca mentre pronuncia le parole sante che restituiscono la salute e la salvezza: “LO VOGLIO, SII PURIFICATO”. Ecco chi è Gesù! Ecco la sua missione, espressa con la parola “LO VOGLIO”. Fratelli, Gesù, il Figlio di Dio si è fatto uomo per poterci “toccare” e dirci: “sii purificato”. Straordinariamente bella questa pagina di Marco che ci fa conoscere Gesù “misericordioso”, a motivo della sua “compassione” per ognuno che soffre. Gesù interviene sempre! Non rimanda ad altri; non invia al Pronto Soccorso; non distribuisce calmanti, né placebo; Gesù guarisce e salva! DIO E’ AMORE! DIO E’ GUARIGIONE! E’ VITA!

     Anche ognuno di noi è stato, tante volte, guarito nell’anima e nel corpo; e come mai non torniamo a Lui per ringraziare? Perché non raccontiamo mai i miracoli che Dio compie per rendere la nostra vita meno insopportabile? Dovremmo invece fare come il miracolato di oggi, che “si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva in luoghi deserti”. Gesù, per compassione, compie un gesto pericoloso e vietato. Fratelli, nel gesto di “toccare il lebbroso” c’è tutto Gesù: C’è la sua missione di Salvatore dell’uomo; c’è l’Inviato del Padre per recuperare ciò che era perduto; c’è qui il Gesù che tocca il proibito, senza le dovute precauzioni e senza indossare quelle strane  sopravesti che usavano medici e infermieri per avvicinare quanti erano infettati di covit. Gesù non ha toccato il lebbroso per incoraggiare la disobbedienza civile, ma l’ha fatto per rivelarci la sua vera identità: GESU’ è la misericordia del Padre; si è fatto uomo per guarire l’uomo da ogni infermità.

     Fratelli, questo è il Gesù che noi cerchiamo nella preghiera! Gesù, toccando il lebbroso, ci dà conferma della sua vicinanza. Dio non ci salva “a dovuta distanza”, né con formule magiche, né con spruzzi di acqua; Dio si è fatto uomo nel Figlio Gesù, per vivere con noi, nelle nostre case. Anche oggi Dio ci ha atteso per questa Messa, per irrobustirci con la linfa divina che, con la Comunione, scorrerà nelle nostre vene. In ogni Tabernacolo ravvisiamo la presenza di un Pronto Soccorso, dove troveremo sempre chi ci accoglie, senza darci cartoncini colorati per indicare i tempi di attesa! Sarà il saluto finale del Celebrante che, al termine della Messa, ci invierà di nuovo nelle nostre case, dove troveremo ancora le nostre situazioni della quotidianità, ma con una carica di vita  e di ottimismo in più, per dire a tutti la gioia di avere incontrato, anche noi, il Gesù che guarisce.  Amen.