DOMENICA  22.ma  -  C   :   TROVARE IL PROPRIO POSTO NELLA VITA

 

     Fratelli, penso che quel pranzo di Gesù, in casa di uno dei capi dei farisei, abbia posto anche a noi qualche domanda. I farisei stanno a osservare Gesù, che ritengono non trovarsi al posto giusto; e Gesù osserva gli invitati che, entrando in sala pranzo, si affrettano a occupare i primi posti. Oggi non succede più; per ovviare all’imbarazzo della scelta sbagliata del proprio posto a tavola, chi invita fa trovare una etichetta con il nome di ciascun invitato. Non è stato così nel pranzo che troviamo nel Vangelo di oggi. E, come succede spesso, Gesù trova proprio a tavola l’occasione per gesti e rivelazioni importanti. La mensa diventa così un’immagine della vita : attorno alla mensa, in famiglia, ciascuno va a occupare il suo posto; attorno alla tavola, si vive la gioia dell’intimità; si vive e si consolida l’amore; si confermano amicizie; la tavola è l’unica opportunità dove confrontarsi senza la possibilità di fuga ; da tavola ci si alza, sereni, nella certezza di poter contare su buoni compagni di viaggio.

     Nel pranzo di oggi, Gesù è ospite di riguardo; si trova a fianco del capofamiglia che l’ha invitato; Gesù si trova a disagio perché attorniato dai notabili del fariseismo; vorrebbe vicino i suoi; si sente ingabbiato dai grandi della politica. Gesù non può tacere il suo dissenso e, rivolto all’invitante, dice:”Quando offri un pranzo, non invitare i tuoi amici, i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi, e sarai beato perché non hanno da ricambiarti”. Oggi il breve elenco di Gesù potrebbe continuare con altra nomenclatura: l’anziano di famiglia, il tossicodipendente, il disabile, l’immigrato, una zia rimasta vedova e sola: tutte persone che non potranno restituirti nulla. Qui Gesù sconfessa quanti fanno del bene semplicemente per averne un utile. Diceva Don Milani: “Fate strada ai poveri, ma non fatevi strada per mezzo dei poveri”. Quanti truffaldini si sono fatti ricchi sfruttando i poveri!

     Gesù oggi insiste sul dare e sul condividere, con chi sai che non potrà restituire nulla, all’infuori di un grazie. Se regali – sembra suggerire Gesù – regala davvero. La vita dell’uomo non può essere ridotta a un giro di affari, di calcoli, per ricevere comunque e sempre dei vantaggi. Lo sapete bene, voi genitori e voi nonni: ci sono figli che hanno bisogno di affetto, e non te lo restituiranno mai! Ci sono anziani  che vorrebbero morire  tra le braccia di chi hanno fatto vivere con il sacrificio di un’intera esistenza, e moriranno nella solitudine di un ospizio.

     E sarai beato!” – dice Gesù; perché la ricompensa non è il contraccambio, ma la felicità di chi riceve. Gesù lamenta che al suo pranzo mancano i poveri; per Gesù è una dimenticanza imperdonabile. Il cristianesimo – su precise indicazioni di Gesù – deve privilegiare i piccoli, i poveri, i deboli, gli svantaggiati. I Santi fondatori degli Istituti di Carità hanno costruito per queste categorie scuole, ospedali, orfanatrofi, case per anziani: attività che oggi gestisce lo Stato. Ma nelle Missioni , sono ancora queste le attività che i Missionari privilegiano a favore degli ultimi. In Italia, la Chiesa gestisce ancora importanti centri di servizio per lenire le tante sofferenze dell’uomo; segnalo:  l’Università del Sacro Cuore, il Cottolengo, il Bambin Gesù, la Casa di Sollievo della sofferenza Padre Pio, accanto ad asili, case per anziani e comunità terapeutiche per il recupero della tossicodipendenza, dove Religiosi e tanti Volontari fanno dono del loro tempo libero e della loro preziosa professionalità.

     Danno l’esempio gli Istituti religiosi, che offrono ai loro ammalati e anziani assistenza, con tanto amore. Nelle nostre case non c’è la paura dell’abbandono; c’è invece la gioia di farsi dono, con tanta carità e si sperimenta nella quotidianità, la Beatitudine annunciata da Gesù: “C’è più felicità nel dare che nel ricevere”. E conclude oggi Gesù: “Riceverai la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti”.  Amen.