DOMENICA  20.ma  -  C   :”SONO VENUTO A GETTARE FUOCO SULLA TERRA”

 

     Che strana l’apertura del Vangelo appena ascoltato: Gesù dichiara di essere venuto in questo nostro mondo per “gettare fuoco”; e non solo; aggiunge: “Pensate chi io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione”. Un Gesù inedito! L’immagine di Gesù che ci presenta oggi Luca non è quella che solitamente troviamo nei nostri santini segnalibro, con occhi dolci e il cuore in mano; ma quella ardente del Messia, venuto a portare il fuoco e la lotta sulla terra. Nel suo viaggio verso Gerusalemme, Gesù si mostra pronto ad imboccare la via drammatica e dolorosa della croce. Il fuoco che Gesù decide essere venuto a spargere sulla terra, è il fuoco del suo amore, che lo fa ardere  di zelo, nel compiere l’opera che il Padre gli ha affidato, e che si alimenta attraverso la donazione della sua vita.

     Questo fuoco, che nella Bibbia è il segno della presenza di Dio, già prefigura quel fuoco che scenderà nel Cenacolo, il giorno di Pentecoste, nel dono dello Spirito Santo. Sarà un fuoco che – come avviene per la fiaccola olimpica – con un passamano di generazione in generazione – giungerà in ogni angolo del mondo, per far giungere l’amore di Dio a ogni creatura. Il fuoco che Gesù è venuto a portare è un fuoco che scioglie il gelo dell’egoismo e brucia tutte le nostre mediocrità. Il Cristo che è venuto a portare la pace e a riconciliare tutti gli uomini con il Padre, e tra di noi, non solo annuncia la persecuzione, ma paradossalmente, attraverso la spada della sua parola, porta anche la divisione, e perfino all’interno della famiglia. Si, perché la divisine che Gesù porta, non è il conflitto, ma la verità.

     Non ci può essere verità senza distinzione. Prendere posizione, costa! Ma solo così si costruisce la pace; solo così ci manifestiamo al mondo come discepoli del Signore. Dobbiamo constatare che tutti cerchiamo la pace; ma purtroppo non quella pace che Gesù Risorto portava nelle sue apparizioni! La nostra è spesso una pace di comodo; è cioè: non prendere posizione, perché non abbiamo nulla da dire; o perché il fuoco si è spento; o perché pensiamo che tocchi ad altri difendere la giustizia, la dignità di ogni uomo, la difesa dei piccoli. Fratelli, il Vangelo obbliga a schierarsi: o con Cristo, o contro Cristo! Gesù oggi richiama in modo energico la nostra attenzione sulle nostre scelte di vita. Papa Francesco, con un linguaggio sciolto che ormai conosciamo, invita a non essere “cristiani da salotto” e ci chiede di avere sempre il coraggio di andare controcorrente.

     Quando Luca scrive il suo Vangelo, la comunità cristiana viveva già la persecuzione; per molti si trattava di vivere e di subire l’avversione  anche all’interno della propria famiglia. Il sacerdote, prima della Comunione, prega così: “Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli: ‘vi lascio la pace, vi do la mia pace…” E’ utile la sottolineatura di Gesù che ricorda anche a noi che la pace è vera se è dono di Dio; è vera solo se viene da Dio; perché non si confonda con quella che firmano popoli belligeranti come armistizio, o come “cessate il fuoco”tra chi la guerra la vuole portare avanti fino a umiliare il nemico con la sconfitta.

     Noi siamo discepoli di un Vangelo che brucia dell’amore di Dio per l’uomo; è all’uomo che Gesù vuole donare la “sua pace”. Nella nostra cresima, una lingua di fuoco si è posata anche su ciascuno di noi. Gesù ci chiede di riattivare quel focherello, se mai stesse per spegnersi; e ci ricorda che ciascuno di noi è portatore del “suo fuoco”, per incendiare il mondo del suo amore. Il male che più rattrista oggi la Chiesa è una fede piatta, fatta di abitudini e devozioni senza amore, senza fuoco. L’Eucaristia che celebriamo è fuoco d’amore, Sacramento che illumina, consola e trasforma la nostra esistenza, e ci rende veri discepoli di Gesù. “Signore, vieni presto in mio aiuto – abbiamo pregato con il Salmista – Io sono povero e bisognoso: di me ha cura il Signore. Tu sei mio aiuto e mio liberatore. Mio Dio, non tardare” (Sal 39).  Amen.