DOMENICA  3°  di  AVVENTO  -  A   :  “CORAGGIO, NON TEMETE”

 

     La terza domenica di Avvento ci invita alla gioia. Abbiamo proclamato insieme l’Antifona d’ ingresso: “Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino”. Il tema della gioia pervade tutto il tempo di Avvento; si fa più forte ora, con l’avvicinarsi del Natale. Il tema della gioia è introdotto da una bella pagina del profeta Isaia, ascoltata nella prima lettura; il profeta annuncia che è vicina la fine dell’esilio e che tutti potranno far ritorno alle proprie terre. Sappiamo che questo annuncio di liberazione era stato dato altre volte; rischiava quindi di non essere più creduto. Da qui, l’insistenza del profeta: “Dite agli smarriti di cuore: coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio; giunge la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi”.

     La profezia di Isaia descrive il ritorno dei “riscattati del Signore” attraverso una strada aperta nel deserto, una “via santa” percorsa dai poveri che Dio ha salvato. In questa stessa direzione va il ministero profetico di Giovanni Battista nel deserto; il quale, dal carcere, fa chiedere a Gesù la conferma della sua missione. Manda i suoi discepoli a chiedere: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”. Il Battista chiede conferma perché, nella solitudine del carcere, vive il dubbio di aver fallito; o quantomeno di non aver compreso il progetto di Dio su di lui. Gesù non dà spiegazioni, ma cita una profezia: “Andate a riferire a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista – gli zoppi camminano – i lebbrosi sono purificati – i sordi odono – i morti risuscitano – ai poveri è annunciato il Vangelo”. Giovanni capisce che non si è ingannato. Quella di Gesù, oltre a essere una risposta a Giovanni, è anche una rivelazione nuova; annuncia che Cristo è venuto a portarci la gioia della salvezza, della liberazione.

     La luce e le guarigioni operate da Gesù sono l’inizio di una festa che Dio sta preparando per tutti i suoi figli. Noi ora siamo vivendo questo tempo di attesa; per noi è un tempo di prova, di tante incertezze, di tante domande, spesso senza risposta. Ci chiediamo come poter fare nostro l’invito alla gioia, mentre viviamo tante situazioni di disagio, di paura, di sofferenza. Siamo perciò tentati di non sentire come rivolto a noi l’invito alla gioia che viene dalla liturgia. Potrebbero perfino sorgere dubbi sulla presenza e sulla bontà di Dio. Ecco allora che ritorna la domanda di Giovanni: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?”. Gesù capisce il dramma del Battista, rinchiuso nel tetro maniero di Macheronte, e dà una risposta che riporta serenità e pace nel suo cuore. Ma noi, come credenti, cosa rispondiamo a chi ci chiede come poterne uscire indenni dalla crisi di fede e di valori che oggi stiamo soffrendo? Quando ci sentiamo aggredire da continue  notizie di cattiva gestione della cosa pubblica, di continue violenze; quando vengono screditati i valori umani e religiosi; quando vengono suggerite soluzioni estreme, noi – credenti - dovremmo poter attingere dal Vangelo parole di speranza e di fiducia.

     Il cristiano è un inviato nel mondo per mettersi al servizio del Vangelo di Gesù. Fratelli, siamo ormai a metà del percorso che ci porterà a Betlemme. Per non giungere impreparati, dobbiamo anche noi farci delle domande: “Per me, Gesù è veramente il Figlio di Dio? E’ Lui l’unico Salvatore?”. Anche il credente vive la stagione del dubbio e la tentazione dello scoraggiamento e dell’abbandono. “CORAGGIO” – ci ripete Isaia; “RINFRANCATE I VOSTRI CUORI” – ci ripete S. Giacomo; “I SORDI ODONO, i lebbrosi sono mondati, i morti risuscitano”- ci ricorda Gesù. Fratelli il Natale che attendiamo è annuncio di vita nuova; il Natale è festa, è sempre motivo di grande gioia. Diceva Madre Teresa: “La nostra gioia è il modo migliore di predicare il cristianesimo”.

     In questi ultimi dieci giorni che ci separano dal Natale, cerchiamo uno spazio di silenzio e di preghiera per ridare limpidezza alla nostra fede e alla nostra vita. Con cuore semplice, affidiamo alla Vergine – anche lei in attesa con noi – i nostri desideri e le nostre inquietudini, le nostre difficoltà e i nostri dubbi. S. Giacomo, ascoltato nella seconda lettura, ci dà le ragioni della nostra speranza: “Rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina”. E’ la certezza di questa vicinanza che riempie il nostro cuore di gioia vera. Amen.