DOMENICA SECONDA DI AVVENTO  - A -  :   UNA VOCE NEL DESERTO !

 

     L’evangelista Matteo ci introduce nella seconda domenica di Avvento con una voce che grida nel deserto! La voce è di Giovanni Battista che si era portato alle sorgenti del Giordano per raccogliere discepoli disposti alla conversione, per attendere la manifestazione del Messia. “CONVERTITEVI – così predicava – perché il regno dei cieli è vicino!”. Potrebbe suscitare meraviglia sapere che il Battista aveva scelto proprio il deserto per invitare a preparare le vie che portano a conversione, cioè a cambiare stile di vita, per essere pronti ad accogliere l’atteso Messia. Ma la nostra meraviglia decresce se pensiamo che anche nell’Avvento del 2022, la voce del Battista risuona ancora in chiese semivuote; se pensiamo che, nelle Aule Parlamentari di Paesi a maggioranza cattolica, si legifera boicottando apertamente i dettami del Vangelo; e dove la maggioranza dei battezzati ha dimenticato di essere stata accolta nella famiglia di Dio, come figli prediletti.

     Il profeta Isaia aveva parlato del Battista come “voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!”. Il messaggio che ci giunge in questa seconda domenica di Avvento, è esattamente questo: Dobbiamo preparare la via del Signore; il Signore è già presente – insiste il Battista -  ma l’incontro non può ancora avvenire perché le nostre strade sono in disordine; con il nostro peccato abbiamo elevato addirittura dei muri tra noi e Dio. Bisogna abbassare i monti dell’orgoglio, dell’autosufficienza; solo allora Dio potrà venire a noi per riallacciare vincoli di amicizia e potrà riversare su di noi l’abbondanza del suo amore. Il Vangelo di Matteo ci presenta il Battista come personaggio austero e autentico testimone delle verità che andava proclamando. Il suo rimprovero va diritto contro chi ha la presunzione di essere “religioso”, solo perché ricorre a pratiche religiose da ostentare e alle tradizioni.

     Giovanni ricorda ai farisei, ai sadducei – e quindi anche a noi! – che i doni di Dio non sono privilegi ma responsabilità. Lo ricorda spesso anche Papa Francesco quando consacra nuovi Vescovi, o crea nuovi Cardinali; ricorda che i titoli non accrescono la persona, né possono essere da interpretare come fonte di potere nella Chiesa; sono invece un forte richiamo al servizio alla Chiesa, ai poveri, ai perseguitati, fino a dare la propria vita. Si capisce perché la predicazione di Giovanni è estremamente attuale, anche per noi. Oggi Giovanni parla, senza mezzi termini, di una scure già posta alla radice degli alberi che non portano frutti. Se Dio ha deciso di intervenire, è arrivato finalmente il tempo atteso in cui la storia dovrà cambiare direzione. Giovanni mette tutti di fronte all’esigenza di una conversione autentica. Con tutto ciò, Giovanni si affretta a precisare che lui – Giovanni - non è l’Atteso, il Messia; e dichiara di non essere degno nemmeno di portare i sandali del Messia che viene.

     Fratelli, sono passati ormai più di due millenni da quando il Battista ha dato la straordinaria notizia che Gesù era già presente nel mondo. Oggi il suo grido è tornato a riecheggiare in questa chiesa, per noi! Ma noi ce ne siamo resi conto? Abbiamo accolto il richiamo di destarci dal sonno e dalla pigrizia per aprire gli occhi su una realtà nuova, straordinariamente bella: che Gesù non si è ancora stancato di noi e ci attende per entrare nella nostra vita e nella nostra storia. Potessimo, già ora, pensare a un Natale semplice e sobrio, che fa spazio soprattutto a Lui, GESU’, e a quanti, a motivo della povertà, dovranno vivere la grande notizia nella solitudine, o in una lunga degenza.

     Perché il nostro non sia un Natale qualsiasi, un Natale “da dimenticare”, come tanti nel passato, ma sia un Natale vero, un Natale che finalmente ci consenta di incontrare il Signore Gesù, che è venuto per noi, invochiamo l’aiuto della Madonna Immacolata, la Stella che sempre brilla nel nostro firmamento e nelle tante notti oscure e, a volte turbolenti e peccaminose. Lasciamoci prendere per mano da Maria, mentre anche lei attendeva, come noi, la nascita del nostro Dio, fatto uomo nel suo santo grembo. Con Maria, entriamo fin da oggi nella grotta di Betlemme; con fede e fiducia attendiamo l’annuncio gioioso degli Angeli: Andate e troverete un Bambino, deposto in una mangiatoia. E’ il  nostro Dio. Il Dio con noi,  Amen.