DOMENICA QUINTA DI PASQUA  -  C  -   IL COMANDAMENTO “NUOVO”

 

     Gesù definisce “nuovo” il comandamento che chiede di amarci gli uni gli altri; in altro passaggio del Vangelo, Gesù ce lo presenta come “il suo” comandamento, per ricordarci che il comandamento dell’amore è quello a cui tiene di più; ed è il comandamento che meglio qualifica e distingue il vero discepolo del Signore. Il comandamento di amare potrebbe sembrare a noi un di più, in quanto la parola “amore” la troviamo ovunque, soprattutto nelle varie esibizioni canore, nei film, nei romanzi, nei tanti canali TV; l’amore è narrato, cantato, urlato, deturpato e, tanto spesso, tradito. Un amore tanto conclamato non trova però buona accoglienza nella vita di tutti i giorni. Le cronache di tutti i giorni ci raccontano di femminicidi, di padri che uccidono i figli, e figli che uccidono genitori; ci parlano di violenze inaudite, di continue ingiustizie a danno dei più poveri; verrebbe da concludere che l’amore vero, quello che ci chiede oggi il Signore, è addirittura inesistente; mentre noi continuiamo a far circolare una disgustosa caricatura del vero amore. Ci chiediamo allora: in quale terreno cade oggi la Parola di Dio!

     Il comandamento di Gesù sembra davvero “nuovo”, o quantomeno che ci chiede di invertire i nostri comportamenti. Questa è la novità che noi cristiani dobbiamo rilanciare nella nostra società. Il Vangelo di oggi è breve, ma sufficiente per insegnarci come dobbiamo amarci. Gesù ha detto: “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri”. “Amare” come ama Dio è proposta altissima. A chiedercelo è lo stesso Figlio di Dio che ha scelto di farsi uomo per stare con noi e vivere con noi tutte le vicende che si susseguono nella vita di ogni uomo; egli ha provato la stanchezza, la sete, la persecuzione, la condanna, la croce. E, morente, dalla croce, chiede al Padre che perdoni i suoi crocifissori. Amare come Gesù ci ha amati ci mette in forte disagio. Intanto però non ci consente di accontentarci; non possono bastare né le parole, né la promesse. Nella Cena pasquale Gesù lava i piedi agli Apostoli, Giuda compreso, con un avvertimento: “Vi ho dato l’esempio perché, come ho fatto io, così fate anche voi”.

     La novità sta dunque nell’amare “come ci ha amato Dio”. Gesù, il Maestro, ha aperto una sua Scuola, dove si insegna l’arte dell’amore cristiano. Il discepolo deve imparare da Gesù ad amare anche i nemici, come ha fatto Lui che ha invocato il perdono a chi lo ha messo in croce. Gesù accetta la morte in croce per trasmettere a noi la sua vita e la salvezza. Solo a partire dalla croce è possibile capire  cos’è l’amore vero. E’ chiaro che l’amore vero non può essere confuso con la simpatia, né con il sentimento, e tantomeno con l’attrazione  dei sensi. L’amore vero si fonda sulla sorgente dell’amore, che è Dio. “Amarsi gli uni gli altri” sarebbe come dirsi: “io voglio il tuo bene – mi adopero perché tu sia felice”.

     Gesù indica questo nuovo modo di amare come distintivo per essere riconosciuti “ suoi discepolo”. I cristiani autentici non scelgono chi amare; amano tutti come ci ama Dio, nostro Padre. Noi che partecipiamo alla Messa siamo definiti “praticanti”; ma quando siamo al lavoro, in ufficio, in famiglia, al mare…, per essere riconosciuti come “praticanti” c’è un solo modo: per come sappiamo amare e perdonare; se siamo operatori di pace, se siamo pronti ad aiutarci. Ci chiediamo: amarci come Gesù ci ha amato è un’utopia? Un bel sogno? Disse Gesù a Nicodemo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito, perché chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”.  Il segno sorprendente e definitivo dell’amore è la croce. Solo a partire dalla croce è possibile capire cosa significa amare.

     Un numero sempre crescente  di Martiri ci danno la prova che amare come Gesù non è un’utopia; anzi  è il sogno di Dio che si realizza continuamente nel mondo. Noi siamo stati resi capaci di amare oltre le nostre naturali capacità perché, nel Battesimo e poi con l’Eucaristia, Dio ci ha infuso il suo amore, perché ci amiamo gli uni gli altri nel suo amore. Nel lasciarci, dovremmo chiederci: Io amo molte persone e cose; ma questo amore viene da Dio, o da altre motivazioni e interessi? Ci siamo mai confessati per non aver amato il  prossimo? Fratelli, la nostra più bella testimonianza, come cristiani, è il volerci bene; l’amore vero è sempre anche fonte di pace, che tutti stiamo cercando e che solo Dio può dare..  Amen.