DOMENICA  15.a  -  C  :  DIO SI E’ FATTO VICINO A OGNI UOMO

 

     Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico”: Un percorso sempre pericoloso: 30 km di strada e mille di dislivello; una strada infida che scende a tornanti in zona brulla e arida, spesso percorsa da briganti e malintenzionati. L’evangelista Luca ci offre oggi la parabola del Buon Samaritano, un vero capolavoro letterario, colto dalla viva voce di Gesù, per fare chiarezza sul senso cristiano della parola “prossimo”; ma soprattutto Gesù vuole insegnarmi come io mi devo fare “prossimo” a quanti incontro, nella sofferenza e nell’abbandono. La parabola del Buon Samaritano racconta che un uomo è incappato nei briganti; è stato percosso, spogliato, derubato e abbandonato mezzo morto, al lato della strada.

     Per quella strada passa prima un sacerdote del tempio, poi un levita ; tutti e due vedono il malcapitato, ma passano oltre. Forse hanno avuto paura; forse non sapevano come intervenire per dare soccorso; comunque scansano il poveraccio, passando dall’altra parte della strada. E’ a questo punto che Gesù fa passare di lì il samaritano il quale, vedendo l’uomo in quelle condizioni, ne sente compassione e si ferma. Si impietosisce; interrompe il proprio viaggio; rimanda programmi e affari; lava le ferite; spende quanto è necessario e si impegna nel futuro, dicendo all’albergatore: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai di più, te lo pagherò al mio ritorno”.

     Amici, non ci è certo difficile scoprire nel samaritano gli atteggiamenti di Gesù, che si è fatto uomo per percorrere le nostre strade, per incontrare ogni uomo, a cui fare dono della salvezza. Conosciamo il Vangelo: a ogni uomo o donna che Gesù incontra, fa dono della sua vicinanza, della sua parola di conforto; non fa domande  per capire chi sta soccorrendo. Mi è piaciuto l’accostamento che alcuni esegeti hanno ravvisato tra i dieci verbi che esprimono la vicinanza del samaritano e le Dieci Parole del Sinai. Eccoli i dieci verbi , i nuovi comandamenti dell’amore: Lo vide – si mosse a pietà – scese – versò olio – fasciò – caricò – lo portò in albergo – si prese cura – tirò fuori due denari ; e da ultimo – di ritorno, pagherò il resto! Ecco il nuovo Decalogo per un volontariato cristiano. C’è comunque un verbo, molto noto, che li raccoglie tutti e li esprime: AMERAI ! Gesù sa di essersi spiegato bene e perciò chiude la parabola con l’invito: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso”.

     Gesù ci ha dato un modello su cui confrontarci. Ci chiede di farci vicino a chi soffre, a non passare oltre, a non fare finta di non vedere; soprattutto ci chiede di non dire mai: “Non tocca a me!”: un sorriso , una piccola attenzione, una buona parola, possono ridare vita e speranza. Potrebbe sembrare strana la domanda: “chi è il mio prossimo”! Poi mi accorgo che anch’io mi pongo talvolta il problema. Il samaritano della parabola mi dice che è “prossimo” per me, chiunque si accorge che sto male e mi dà una mano. Il prossimo è chiunque aiuta! E sono tanti, grazie a Dio, questi che hanno cuore e occhi per soccorrere. Il nostro istinto ci porterebbe a prendere le distanze, per non avere noie, per vivere in pace.

     Attorno a noi c’è tanta sofferenza e tanta violenza; assistiamo a un crescendo di uno spaventoso imbarbarimento della società. Fa orrore il bullismo dei nostri ragazzi che si organizzano per aggredire un loro compagno di classe, o un indifeso anziano, ammalato, che morirà per le percosse ricevute. Ci dicono le cronache che tutti sapevano e nessuno è intervenuto! C’è purtroppo anche chi dice: siccome non posso occuparmi di tutto, non mi occupo di niente. Fratelli, il nostro Buon Samaritano – GESU’ – si è fatto uomo per farsi prossimo a ogni uomo e per farsi carico di tutti i nostri mali. Dobbiamo allora concludere che, se nella mia vita e nell’uso delle mie risorse non c’è spazio per chi soffre, non sono vero discepolo del Signore.

     Quando i nostri occhi guardano il Crocifisso, dovremmo davvero esclamare: Quanto ti sono costato! E allora ci lasciamo con una consolante notizia: Gesù, Buon Samaritano, avrà sempre compassione di me e, nell’ora della mia morte, porterà anche me alla Locanda eterna.   Amen.