DOMENICA 4.a  DI  AVVENTO  -  B   :  L’ E C C O M I “  DI MARIA

 

     La Liturgia della quarta domenica di Avvento ci invita a fare una sosta meditativa prima di giungere a Betlemme  per adorare il neonato Salvatore. Percorreremo quest’ultimo tratto di strada con i protagonisti del Natale: il Battista, Giuseppe, Maria, il Bambino Gesù. Oggi, in particolare, facciamo sosta con MARIA, LA MADRE DI GESU’. La prima lettura ci fa conoscere il nobile desiderio del Re Davide. Davide comunica al profeta Natan di voler costruire un Tempio per custodire, con il massimo decoro, l’ARCA SANTA, e per offrire  un luogo sacro dove incontrare Dio nella preghiera e nell’offerta dei doni sacrificali. Ma, nella notte, Dio ordina al profeta Natan di ritornare dal Re Davide per dirgli che non sarà lui a preparare una dimora a Dio: sarà invece Dio stesso a prepararsi  la sua dimora. Sarà infatti Maria che accoglierà il Figlio di Dio nel suo grembo verginale.

     Il Vangelo di Luca ha raccolto questa sfida di Dio: L’Angelo Gabriele dice a Maria: “Il Signore Dio darà a lui – Gesù -  il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. Maria ascolta; e, a mano a mano che intuisce il progetto che Dio le sta rivelando, annulla ogni altro suo progetto e sogno, per lasciare tutto il suo spazio personale a Dio. Accetta la maternità per opera dello Spirito Santo e, alla proclamazione finale dell’Angelo: “NULLA E’ IMPOSSIBILE A DIO”, ella vi aderisce senza più alcuna perplessità. Maria non poteva conoscere il suo futuro, né cosa avrebbe comportato essere “Madre di Dio”. Ma la sua risposta all’Angelo è di totale abbandono a Dio: “AVVENGA PER ME SECONDO LA TUA PAROLA”: questa la risposta definitiva di Maria. Ella imparerà molto presto che, accogliere Dio nella propria vita, non le avrebbe risparmiato nessuna sofferenza e che, il “SI” detto all’Angelo, doveva essere ripetuto ogni giorno della sua vita.

     Fratelli, questa pagina di Luca è per noi una preziosa guida per come prepararci al Natale di Gesù. La storia di Maria di Nazaret  può essere la storia di ogni credente che accetta di divenire discepolo del Signore. Dal “SI” generoso di Maria, dovremmo aver capito che, essere discepoli del Signore, non significa aver tutto chiaro, né di essere esenti da inevitabili prove e sofferenze; e che il il primo “SI” dovrà rimanere sempre attivo, come il “La” in un concerto. Maria si è fidata di Dio. Ha dato a Dio totale liberta di guidare la propria vita come da progetto; vi ha aderito con fede pura e infinito amore.

     Il Re Davide desiderava costruire una degna abitazione a Dio. Dio invece si è preparato un Santuario, infinitamente più bello e prezioso e più caldo: il Grembo immacolato di Maria. Dio ha preferito avere come mamma, una Donna, come tutti noi: ma la più santa, la più angelica. E’ troppo importante questa precisazione per noi che desideriamo prepararci  al Natale di Gesù. Penso che dovremmo allentare la corsa alle vetrine super illuminate, dove i poveri devono accontentarsi di guardare, leggere i prezzi della merce esposta e poi allontanarsi e prendersi qualcosa da mangiare. Maria ha preparato la nascita di Gesù nella povertà estrema di cose, ma con un cuore ardente, con grande fede e infinito amore. Potessimo anche noi preparare la festa di Natale con sobrietà, condita di tanta gioia, in pace con Dio, con la propria coscienza e con il creato. Quello che più conta, per la riuscita della festa, non sono le cose, ma un cuore purificato. Fratelli e sorelle, vi attendiamo per una buona confessione. Perché la festa riesca, sono necessari un cuore in pace e occhi gioiosi, come lo sono i nostri, ogniqualvolta ci troviamo ad ammirare il sorgere del sole, o quando i nostri occhi si posano sul volto di un neonato. E’ questo il Natale che io vorrei per me e che auguro a tutti voi e alle vostre famiglie. E, se mai ci fosse un parente,  o un vecchio amico, solo in casa, invitatelo a pranzo, e assaporerete la stessa gioia che hanno provato i pastori nel trovare il Bambino, adagiato nella mangiatoia, a Betlemme.  Amen.