DOMENICA  4.a  di AVVENTO  -  A   :   NON  TEMERE  !

 

     Stiamo percorrendo l’ultimo tratto di strada di un cammino di conversione che abbiamo intrapreso all’inizio dell’ Avvento. Oggi – a poche ore dalla grande Notte – il Vangelo ascoltato ci presenta il secondo straordinario personaggio che, accanto a Maria, vive l’attesa del Natale: E’ GIUSEPPE di Nazaret. Giuseppe è l’uomo dei sogni; è l’uomo della obbedienza; l’uomo definito “giusto”. Giuseppe, nei Vangeli, non parla. Gli evangelisti ci parlano di lui; ma di lui non ci viene riferita una sola parola. Anche a lui – come Maria, sua sposa – viene portato un annuncio. Un Angelo gli parla in sogno, nel silenzio della notte. Anche qui, Dio non si serve di interventi eclatanti; l’avvenimento non è stato onorato di luoghi significativi, né di date, né di testimoni. Dio si rivela nel sogno e parla direttamente al cuore di Giuseppe. Gli dice che il bambino che sta crescendo nel grembo di Maria, viene da Dio; gli chiede di prendere con sé Maria come sposa e di fare da padre al bambino che nascerà.

     Giuseppe accetta; accetta perché crede alle parole dell’Angelo; si fida di Dio; non chiede né garanzie, né prove. Acconsente in obbedienza a Dio; ma certamente anhe per il grande amore che lo legava alla Sposa promessa. Maria, nella sua Annunciazione, si consacra al Signore come “serva”, con un “eccomi” pieno di fiducia; così anche Giuseppe: non esita ad abbandonare i suoi progetti, a dissipare i suoi dubbi, a rasserenare il suo cuore, alla luce della volontà di Dio, per dedicarsi totalmente, e per sempre, al progetto di Dio. Appena egli si desta dal suo sonno misterioso, subito si rende disponibile, anche se non tutto è chiaro; mette tutta la sua vita a servizio della nuova paternità.

     L’evangelista Matteo ha introdotto la storia della salvezza facendoci partecipare alla notte più intrigante della storia; una notte attraversata dall’Angelo dell’ Annunciazione. Forse le notti nostre non sono percorse da angeli, ma da altri miraggi: regali da fare e da ricevere, cene, presepio da ultimare, persone care che vorremmo con noi il giorno di Natale. E’ di qualche anno fa’, l’iniziativa di un noto Quotidiano, di offrire ai lettori un nutrito inserto di venti pagine, dal titolo: “Le speranze del Natale”. Vi si parlava di tutto: di viaggi, di regali, di cenoni, di santa Claus; ma non una parola sulla nascita di Gesù! Non una sola parola in venti pagine sul Natale! E questa è purtroppo la realtà vissuta da molti che pur si dichiarano cristiani! Il Natale, fratelli, è la festa della nascita di Cristo, il Dio-con-noi; è Dio che si fa uomo per farci dono della sua stessa vita.

     Gesù ci offre la sua nascita ogni anno per riaccendere in noi la speranza di una vita nuova e migliore. Dio, per dare un padre al proprio Figlio, ha scelto Giuseppe, perché ha trovato in lui un cuore grande; Giuseppe è così entrato nel progetto di Dio come protagonista, divenendo, con Maria sua sposa, responsabile e difensore del Figlio di Dio, che ha voluto farsi Bambino, a Betlemme. Sicchè, il primo in assoluto ad allestire un presepio vivente, fu proprio lui, Giuseppe. San Francesco, a Greggio, ha voluto rendere reale e visibile questo primo presepio. Papa Francesco si è recato a Greggio, nella prima domenica di Avvento, con l’intento di onorare la bella iniziativa del Poverello di Assisi, ma anche per incoraggiare le famiglie a riprendere la bella tradizione del presepe; e non solo nelle nostre case, ma anche nei luoghi di lavoro, e nei luoghi di sofferenza: ospedali, lungodegenze, carceri, al fine di rendere ovunque presente il mistero del Natale, del Dio che si fa bambino, per percorrere con noi, tutte le tappe della nostra vita e tutte le vicende, belle e tristi, della vita.

     Scrive Papa Francesco: “Non è importante come si allestisce il presepe; ciò che conta è che esso parli alla nostra vita; il presepe racconta l’amore di Dio, diviene una proposta di evangelizzazione” non solo per la famiglia, ma anche per chi non condivide la nostra fede.  Fratelli, in questi giorni lasciamoci contagiare dal silenzio di Giuseppe; ci aiuterà ad accogliere il Bambino che nasce per noi; perché il Bambino trovi in ciascuno di noi e nelle nostre famiglie il calore e il candore che hanno reso straordinario il primo presepe a Betlemme.  Amen.