DOMENICA QUARTA – C :  RIFIUTARE GESU’ E’ TRADIRE L’AMORE !

 

     Il Vangelo ascoltato riparte dalla proclamazione fatta da Gesù nella Sinagoga di Nazaret: Lì Gesù si è presentato come “il compimento delle Scritture”, e l’OGGI della salvezza. E’ un annuncio che doveva suscitare ammirazione e orgoglio per i nazaretani, suoi compaesani. Invece le cose non sono andate così. Luca registra impietosamente il cambiamento di umore dei nazaretani: dalla meraviglia per le tante belle notizie di un loro compaesano, divenuto ormai famoso, specialmente per i tanti miracoli compiuti, si passa allo sdegno e alla cacciata furibonda, fatta di spintoni verso il dirupo, nell’intento di ucciderlo. Ma perché tanto astio, proprio lì, dove Gesù è cresciuto? Troviamo la risposta  nelle stesse motivazioni date da chi pretendeva di conoscerlo bene: “E’ il figlio di Giuseppe – dicevano – è il carpentiere nella bottega del padre! E dunque non poteva proclamarsi il Messia!”  E, proprio per la mancanza di fede, Gesù non compie a Nazaret i miracoli che aveva compiuto a Cafarnao; e questo crea delusione e rabbia in chi si attendeva spettacolarità e qualche vantaggio. Non solo, Gesù rincara la dose,  ricordando il vecchio proverbio, riferito a sé: “nessun profeta è bene accetto in patria”.  No, no – si dicevano i nazaretani – Gesù, il falegname non può essere il Messia atteso! E non solo lo rifiutano, ma lo cacciano con minaccia di morte.

     E invece è proprio qui, a Nazaret, che Gesù rivela la sua origine divina e rivela il vero volto del Padre. A Nazaret – come purtroppo avviene anche tra noi, oggi – l’uomo vuole farsi il suo Dio, un Dio a misura d’uomo e dei suoi bisogni, quasi ritornando al tempo dei pagani, quando si veneravano il dio della guerra, il dio dell’abbondanza, il dio dell’amore; c’era anche il dio dei ladri, molto invocato anche oggi! E, chissà perché, non viene accettato il Dio della Rivelazione! Forse perché si vorrebbe un Dio più interventista, un Dio factotum. Per molti cristiani, il Dio conosciuto al catechismo sembra avere deluso, e trovano la soluzione col dichiararsi “atei”. E rimasto deluso anche chi mi ha chiesto di benedire la schedina del superenalotto, a cui mi sono rifiutato, spiegando che Dio non si presta ai nostri giochi. Da qui, l’accusa rivolta spesso a Dio: di disinteressarsi dell’umanità, mentre sappiamo che è l’uomo che si disinteressa di un Dio Amore; è l’uomo che addirittura rifiuta di incontrarsi con Dio, nel timore di dover cambiare la propria mentalità e il proprio stile di vita. Ma Dio, che è amore, continua a cercare l’uomo; lo vuole partner nell’opera di salvezza; lo cerca anche dopo un rifiuto, anche quando l’uomo bestemmia e maledice.

     Gesù, a Nazaret, intuisce le intenzioni cattive di chi vorrebbe eliminarlo; ma non fugge! Semplicemente si allontana con pacata e sovrana libertà: “Ma egli – scrive Luca – passando in mezzo a loro, si mise in cammino”.  E’ successo così anche nella notte della risurrezione: Gesù era stato deposto nel sepolcro, sotto buona scorta armata, nel timore di un colpo di mano dei discepoli. Ma Gesù, risorgendo, è passato in mezzo a loro, senza clamore, né squilli di tromba: era il Vivente; Colui che, con il dono della sua vita, aveva sconfitto la morte e la tracotanza di chi pensava di averlo cancellato dalla storia.  Luca ci dà il motivo di tanta delusione  da parte dei nazaretani: “Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria!”  La delusione era dovuta al fatto che Gesù aveva compiuto i miracoli altrove, e non lì, da loro. E’ la delusine di chi non cerca Dio, ma cerca solo i miracoli . Ma Dio è Amore! NON FUGGE!

     Per ovviare a tante delusioni e sofferenze dell’uomo, Dio ci ha inviato il suo Figlio, Gesù, a cui ha affidato una sola raccomandazione: CHE NESSUNO SI PERDA! L’uomo ha sempre cercato la prova della divinità nei miracoli. Ma il mondo è pieno di miracoli! Il Vangelo è disseminato di miracoli! Tutti a favore dell’uomo!   Purtroppo anche noi, spesso, ci comportiamo come i nazaretani: cerchiamo il sensazionale; da Gesù pretendiamo la soluzione dei nostri problemi;  e, a volte, presumiamo di avere dei diritti, come ricompensa  alla fedeltà alla Messa, e invece “siamo servi inutili – come ci ricorda Gesù – perché abbiamo fatto semplicemente quello che dovevamo fare”(Lc 17,10). Permettetemi allora, prima di lasciarci, che vi rivolga una domanda: Noi, oggi, ora, siamo venuti alla Messa a cercare conferme alla nostra debole fede, o siamo venuti a cercare risposte alle tante nostre esigenze e bisogni? Comunque, se ci siamo resi conto  di essere dei figli, amati oltre ogni nostra aspettativa, allora esprimiamo ora la nostra gratitudine dicendo semplicemente: GRAZIE, SIGNORE !- Ci sarò anche domenica prossima… perché voglio dirti amcora GRAZIE!