DOMENICA
III^ - B -
DOMENICA DELLA PAROLA
In questa terza domenica – che Papa Francesco ha voluto dedicare alla PAROLA – l’evangelista Giovanni ci ha fatto ascoltare le prime parole che Gesù pronuncia nella sua predicazione in Galilea; sono, da subito, un forte richiamo: “IL TEMPO E’ COMPIUTO E IL REGNO DI DIO E’ VICINO; CONVERTITEVI E CREDETE NEL VANGELO”. Dunque, senza preamboli inutili, Gesù indica la condizione essenziale per accettare e vivere il messaggio di salvezza: la conversione! Essa è richiesta da Gesù come porta che ci introduce alla fede. Quando noi sentiamo la parola “conversione”, di istinto, pensiamo a quanti non conoscono né Gesù, né il Vangelo; a quanti cioè sono ancora pagani a cui è chiesto di conoscere la Buona Notizia per poi ricevere il Battesimo. Si usa infatti dire che i Missionari partono per paesi lontani per annunciare anche là il Vangelo della salvezza; mentre noi, europei, essendo già battezzati, ci riteniamo a posto! Purtroppo non è così; Gesù parlava a un popolo “eletto e amato da Dio”, cioè a gente che conosceva i Comandamenti e leggeva la Bibbia, come facciamo anche noi. Anche noi infatti abbiamo ascoltato oggi, dalla viva voce di Gesù, che “il tempo è compiuto”; dunque urge, per moi, fare una sosta per una revisione di vita, per confrontarci sulla PAROLA, per capire se la strada, da noi intrapresa, è quella indicata dal Vangelo.
Dobbiamo purtroppo constatare che le nostre scelte di vita e il nostro linguaggio corrente non collimano con la PAROLA del Vangelo. Non solo; siamo in presenza di battezzati che si credono cristiani “credenti!”, al punto da ritenersi non bisognosi di conversione. Molti - anche tra i conduttori nei vari canali TV - si dichiarano spavaldamente “credenti”, ma non praticanti!!! Al termine dell’Omelia, siamo soliti rinnovare la nostra professione di fede con la recita del CREDO. Fratelli, “credere” nelle verità di fede, significa accettare, nella propria vita,tutte le verità del Vangelo; significa riconoscere di essere peccatori e di dover ricorrere al Sacramento della Riconciliazione per chiedere perdono a Dio e promettere di evitare, almeno, le occasioni prossime di peccato. Anche il cammino del “credente” è spesso accidentato. Tutti sappiamo quanto sia difficile la coerenza con la proposta del Vangelo, Ecco perché Gesù ci chiede una continua tensione per una continua conversione; ci chiede cioè di non allinearci al “tutto lecito”, proposto dai più, ma di renderci disponibili, se necessario, al cambiamento di mentalità.
Fratelli, anche
oggi Gesù è alla ricerca di discepoli, per far giungere il Vangelo a tutte le
creature. Gesù chiama anche noi; la sua voce ci raggiunge nel segreto della coscienza;
ma avvertiamo che anche la nostra risposta esige un passaggio faticoso che si
chiama “CONVERSIONE”; questa è una strada faticosa; sarà percorribile
nella misura in cui noi ci fidiamo di Dio. Purtroppo l’uomo tende a fidarsi più
delle proprie convinzioni e dei suoi soldi, che di Dio. L’evangelista Marco ci
ha riferito che i primi quattro chiamati hanno risposto “subito”, e positivamente!, alla chiamata di Gesù; lasciarono il lavoro
in cui erano espertissimi; lasciarono reti e barca; ma soprattutto lasciarono
la famiglia e gli affetti più cari, per imboccare un futuro ancora sconosciuto.
Anche a noi Gesù chiede di CREDERE NEL VANGELO, cioè di fidarci
di lui!
Credere nel Vangelo! Esige
dunque di “pensare secondo Dio”, e non secondo il mondo. E’ una esigenza che ha
fatto esclamare a Gesù:
“Ma quando tornerò,
troverò ancora la fede?”. Ripropongo allora la Preghiera già ascoltata all’inizio:
“O
Padre, donaci la grazia di una continua conversione per accogliere, in un mondo
che passa, il Vangelo della vita che non tramonta”. Amen.