DOMENICA DOPO L’EPIFANIA -  A  :   B A T T E S I M O  DEL  SIGNORE

 

     Abbiamo celebrato da poco la festa dell’Epifania. Il Vangelo ascoltato ora, ci presenta Gesù già adulto : sono trascorsi ormai trent’anni dalla visita dei Magi; sono stati per Gesù trent’anni di nascondimento, che l’evangelista Luca ha sintetizzato così: “Il Bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui”.  La pagina di Matteo, proposta oggi, ci fa incontrare Gesù nella sua prima uscita ufficiale, mentre è in cammino per raggiungere il Battista, sulle rive del Giordano. E’ molto importante questo inizio della vita pubblica di Gesù; infatti lo troviamo presente in tutti e quattro gli evangelisti. E’ importante perché Gesù dà inizio alla sua vita pubblica con un gesto programmatico: Va da Giovanni nel deserto, per unirsi a quanti erano in ricerca di perdono, nel desiderio di conversione; è un gesto che contiene già tutta la sua missione: si mette in fila con i peccatori, si confonde con loro.

     Nei tre anni di predicazione del Vangelo, Gesù vivrà concretamente questa vicinanza e solidarietà, fino a concluderla con la morte in croce, tra due assassini. Questo è Gesù, il nostro Salvatore che, nel Battesimo al Giordano, ha inteso racchiudere ed esprimere tutta la sua missione. Gesù inizia da qui. In silenzio, Gesù si mette in fila, confuso tra i peccatori. Giovanni lo riconosce e protesta; vorrebbe invertire i ruoli; ma Gesù insiste: vuole ricevere da lui il Battesimo di penitenza, per entrare subito in profonda comunione con i peccatori che egli è venuto a salvare. E lì, sulle rive del Giordano, avviene la manifestazione del Padre che si compiace per la scelta di Gesù; poi la discesa dello Spirito Santo consacra, di fatto, la sua missione pubblica.

     Ecco perché la festa del Battesimo di Gesù conclude il tempo liturgico del Natale. Fermarci ancora davanti al presepio ci farebbe correre il rischio di ridurre la religione a qualcosa di molto poetico e romantico, che nulla ha a che fare con la salvezza che Gesù è venuto a portare. Sì, il Battesimo del Signore ha l’intento di strapparci dal presepio e ci obbliga, d’ora in poi, a metterci in cammino dietro a Gesù e a seguirlo nella sua missione: ci invita a riconoscere in Gesù “il Figlio prediletto”, per aprire il nostro cuore alla sua Parola e a riconsiderare le sue scelte di vita. L’Incarnazione di Dio, che abbiamo celebrato nel Natale, continua a essere realizzata in maniera piena e completa da un Gesù che si è fatto adulto e pronto per la missione che il Padre gli aveva affidato.

     Come era avvenuto al Giordano, Dio vuole anche oggi entrare nelle acque della nostra vita. Per questo il Battesimo di Gesù mi porta a ripensare al mio Battesimo. Anche nel mio Battesimo, Dio si è rivelato come Padre, e mi ha accolto come figlio. Fratelli, il nostro Battesimo è dono del Padre. Questa Eucaristia che celebriamo nella festa del Battesimo del Signore, ci porta ad esprimere soprattutto la nostra riconoscenza e il nostro ringraziamento. Dobbiamo ringraziare Dio per l’amore che ci dona nell’accoglierci nella sua famiglia, la Chiesa. Anche su di noi è sceso lo Spirito Santo; anche a noi il Padre, abbracciandoci con infinita tenerezza, ripete senza stancarsi: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”.

Ogni domenica, partecipando all’Eucaristia, dovremmo fare memoria del nostro Battesimo: Noi siamo qui, oggi, perché battezzati, perché figli dello stesso Padre! Così pure dovrebbe essere quando entriamo o usciamo di chiesa, e ci facciamo il segno della santa croce, attingendo l’acqua santa: è il gesto che meglio ci fa ricordare il Battesimo, perché quel gesto ripete il segno e le parole che ci hanno accolti nella Famiglia di Dio: il segno della croce con le parole “nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Ogni volta che facciamo il segno di croce, dovremmo chiederci: “se e come” vivo la mia appartenenza a Cristo e alla Chiesa. Fratelli, è stato utile e bello sostare davanti al presepio. Ora però ci è chiesto di scendere con Gesù al Giordano, per ravvivare, lì, il ricordo del nostro Battesimo.

     E quanto sarebbe bello se, all’uscita di chiesa, ciascuno di noi manifestasse quella luce che ha inondato Gesù, quando la voce del Padre diceva di lui: “Questo è il Figlio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento”.  Amen.