DOMENICA  DELLE  PALME  -  A   :    CRISTO  MUORE  PER  AMORE

 

     Con la domenica delle PALME termina la Quaresima e inizia la SETTIMANA SANTA. La Liturgia ci introduce nella settimana con un grido festoso che accompagna l’ingresso di Gesù nella Città Santa: “OSANNA – OSANNA”- gridano tutti i bambini, mentre agitano i rami di ulivo. Gesù, pur conoscendo ciò che l’attendeva, procede sereno perché, la passione cui va incontro , è – e sarà per sempre – il dono d’amore che il Padre ha chiesto al Figlio; il suo ingresso a Gerusalemme procede lento e solenne, anche se già intravvede sul monte Calvario la sagoma della croce.

     Oggi, il racconto della Passione secondo Matteo, ci fa comprendere che sarà proprio la Passione di Gesù ad esprimere il trionfo di Dio, perché la Passione è l’espressione più alta dell’amore infinito di Dio per l’uomo. Diciamo  che la Passione per l’uomo inizia già nel Cenacolo: è lì infatti che inizia il trionfo dell’amore. Nel Cenacolo, dopo l’annuncio del tradimento di Giuda, Gesù dona se stesso alla Chiesa, nell’Eucaristia. Così, mentre l’umanità, attraverso Giuda, svende il suo Signore, Egli – attraverso un atto supremo d’amore – riabilita l’umanità, offrendo il suo corpo e il suo sangue per la nostra salvezza.

     Mirabile vittoria dell’amore che si fa MISERICORDIA ! La Passione del Signore diventa così, anche per noi, scuola di misericordia e di perdono. Quando Giuda raggiunge Cristo nell’Orto degli Ulivi, arriva alla sfrontatezza di segnalarlo ai soldati con un bacio: è qualcosa di ripugnante usare il bacio per tradire un amico. Eppure Gesù offre al traditore un ultimo segnale di misericordia, nella speranza di aprire un varco nel suo cuore: guardandolo negli occhi, lo chiama “amico”; spera almeno in un ravvedimento in extremis, per sottrarlo alla morte. Ecco, amici, chi è il nostro Dio! Dio vince con la sua passione; vince nella Croce. Dio vince anche oggi. Dio offre a noi la sua passione, morte e risurrezione perché, anche noi, impariamo come vincere le nostre passioni.

     Gesù si consegna alla morte per amore, per salvare l’uomo dalla morte eterna e per insegnare a noi a portare con pazienza e con amore le nostre croci. E’ bene comunque ricordare che non è stato Dio a portare nel mondo la croce; Gesù si è trovato già presente nel mondo  la croce, pensata dall’uomo come strumento crudele di tortura e punizione. Ciò che di nuovo ha invece portato Gesù è stato portare sulla croce l’ AMORE !  La croce, per Gesù, è – e resterà per sempre – il segno più grande dell’amore di Dio per l’uomo. Il Crocifisso che appendiamo alle pareti di casa, o al collo, non è un monile, né un semplice oggetto d’arte; deve invece essere “memoria” di quanto amore siamo circondati, e di quanto gli siamo costati. La continua presenza di Gesù Crocifisso dovrebbe anche ricordare che è chiesto anche a noi, discepoli del Signore, di condividere, soprattutto con chi soffre, l’amore che tutti abbiamo ricevuto gratuitamente.

     Gesù è morto perdonando coloro che l’avevano inchiodato alla croce. Questo, fratelli miei, è AMORE! Questa è VITA!  Dio ama tutti; ama anche ciascuno di noi; ama anche chi non lo merita. Ama “DA DIO”! Dopo l’ascolto della Passione, può essere che, a motivo di tanti nostri tradimenti, ci ritroviamo in Giuda; o, con il nostro “lavarcene le mani” in Pilato; o in Pietro che non regge alla tentazione del nascondersi. In questa Settimana Santa fermiamoci a contemplare il nostro Gesù Crocifisso per trovare nella sua Passione le nostre cattiverie e le nostre paure; fermiamo i nostri occhi su di Lui per scoprire il suo amore crocifisso.

     Fratelli, il nostro Dio è sceso, con Gesù, nel sepolcro. Ma noi conosciamo anche il seguito: Dio è morto per risorgere per noi; è risorto per vivere nei nostri cuori; è risorto per trasmettere agli Apostoli il potere di rimettere i peccati. Fratelli, non sciupiamo la Pasqua! Portiamo al Signore i nostri peccati. Il Signore ci attende ciascuno di noi per “fare Pasqua” insieme.  Amen.