DOMENICA DELLA SANTA FAMIGLIA   - B -   DA BETLEMME A NAZARET”

 

     E’ trascorsa appena una settimana dal Natale e già ci dobbiamo trasferire a Nazaret, dove Giuseppe, Maria e il Bambino sono rientrati, dopo aver compiuto il loro dovere, del censimento. Ma per noi, nessuno scomodo, perché il presepio, pur rimanendo fermo alla Natività, ci offre la Santa Famiglia come modello di vita, anche per le nostre famiglie. Osservando dall’alto il presepio, i nostri occhi vanno subito alla grotta dove due personaggi sembrano completamente estranei ai tanti pastori che si muovono attorno: sono due giovanissimi Sposi, MARIA E GIUSEPPE, con gli occhi fissi su quella Creaturina che Dio aveva loro donato, il Bambinello Gesù. Continuavano a giungere i pastori; tutti sussurravano commenti e tanta meraviglia; tutti avevano qualcosa da offrire. “Maria – annota Luca – custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo Cuore”.

     Ma oggi – Festa della Santa Famiglia – siamo invitati a trasferirci da Betlemme a Nazaret, dove si trova ormai la Famiglia di Gesù e dove Gesù trascorrerà, nell’anonimato, i primi trent’anni della sua vita; sono gli anni in cui – annota ancora Luca – Gesù “cresceva in età, sapienza e grazia”. Siamo dunque giunti a Nazaret anche noi, non più con i pastori, ma come credenti, per capire come vivevano Gesù, Giuseppe e Maria;  perché la Chiesa ci propone la Festa della Santa Famiglia per offrircela come esempio e modello per le nostre famiglie. Con nostro disappunto, gli Evangelisti sono molto avari di notizie su questi trent’anni trascorsi nel nascondimento. Ma i brevi accenni che vi troviamo sono sufficienti per poter capire i ruoli di ciascuno nella Santa Famiglia. Le parole che più mi hanno colpito sono riferite a Gesù e alla Madre; di Gesù si dice “che era loro sottomesso”; di Maria si dice che “custodiva nel suo cuore tutte queste cose”.

     Scarne notizie da Nazaret! Pensate: in trent’anni, nessun miracolo; non visite di cortesia; nessuno che abbia potuto riferire a Maria uno dei tanti titoli e privilegi che troviamo espressi nelle litanie e in una infinità di preghiere; eppure ognuno dei trent’anni di Nazaret potrebbe essere definito un “ANNO SANTO”. Nessun evento straordinario, salvo sottolineare la santità personale, nello svolgere le mansioni domestiche quotidiane di ciascuno. I vicini di casa diranno a Gesù adulto che era a loro conosciuto come il figlio del falegname e che nulla aveva fatto capire di essere lui il Messia che tutti attendevano. L’evangelista Giovanni afferma nel Prologo del suo Vangelo: “Dio si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”; Dio cioè è voluto nascere in una famiglia come tutti i bambini, per fare esperienza di tutte le vicende che ogni essere umano, prima o poi, deve sperimentare: gioie, sofferenze, paura, angoscia, stanchezza, delusione, tradimenti, malattia, e morte; la persecuzione, la fuga in Egitto e perfino l’arresto, con infame condanna a morte.

     Dunque la famiglia di Nazaret non è un’astrazione, né una famiglia di extraterrestri; è invece una famiglia “modello” a cui fare riferimento in ogni situazione in cui anche noi potremmo trovarci. Nel Matrimonio-Sacramento, gli sposi si impegnano a camminare insieme tra loro e con Dio, PER SEMPRE! Un “per sempre” che in Dio si traduce con “fedeltà eterna”; nell’uomo, il “per sempre” rimane un sogno, molto spesso, infranto. Ecco fratelli, oggi, l’Emanuele, il Dio-con-noi, bussa ancora alla porta delle nostre case, perché desidera essere accolto, per portare a tutti, i suoi doni: l’armonia, la pace e la speranza di tempi migliori; ci aiuterà a recuperare quei valori che rendono belle e accoglienti le nostre famiglie. In chiusura, recupero la preghiera dell’inizio: “O Dio, nostro Padre, fa’ che nelle nostre famiglie fioriscano le stesse virtù e lo stesso amore della S. Famiglia, per poi godere la gioia senza fine”.  Amen.