DOMENICA  2° di PASQUA:  DIO  E’  MISERICORDIA

 

     Oggi è l’Ottava di Pasqua; un tempo, detta “IN ALBIS”; ma oggi, meglio definita come domenica della DIVINA MISERICORDIA; così infatti ha voluto Papa San Giovanni Paolo II°. Nella settimana trascorsa, chi ha potuto partecipare alla Messa, ha potuto ascoltare, con una certa emozione, le prime apparizioni del Risorto; soprattutto ha potuto cogliere i tanti gesti d’amore che il Risorto portava alla sua piccola comunità, ogni volta che si manifestava: entrare nel Cenacolo a porte chiuse – il saluto della pace – il farsi toccare – il mangiare con loro –  camminare con i due di Emmaus – rinnovare la Santa Cena – e, fin dalla prima apparizione, consegnare alla sua Chiesa la straordinaria facoltà di RIMETTERE I PECCATI. Ecco i veri “segni” che ci indicano le motivazioni vere di attribuire a questa domenica una speciale attenzione alla MISERICORDIA di Dio verso di noi, peccatori.

     L’evangelista Giovanni ha scelto di mettere in successione le due apparizioni del Risorto, nelle prime due Domeniche di Pasqua, per collocare la storia di Tommaso al posto giusto. Tommaso non si trovava nel Cenacolo la sera di Pasqua, quando Gesù apparve, la prima volta; probabilmente aveva preferito tornare in famiglia, dopo le tristi vicende del Venerdì di Passione. Al suo rientro, tutti i presenti si erano precipitati attorno a lui per raccontare che avevano visto il Signore; le voci erano concitate, si sovrapponevano, al punto che Tommaso si sentiva come accerchiato e anche offeso, per non essere stato con loro quella sera; ma soprattutto trovava che quel racconto era in netto contrasto con i ricordi di un Gesù sconfitto dalla violenza e da una morte orribile. Ed ecco la sua prima reazione: “Se non vedo le ferite dei chiodi e non le tocco con le mie mani, NON CREDO!”. Ma fratelli, non è la stessa dichiarazione che sento spesso quando si parla di veri miracoli o di autentiche apparizioni; o quando vengono proposte le verità della fede, ad esempio la promessa di vita eterna, o della nostra risurrezione? Pensate: anche le manifestazioni di Gesù Risorto venivano scambiate per suggestioni, tanto da sentire esclamare: è un fantasma!

     Fratelli, a dare consistenza alla odierna Domenica della Misericordia, sono soprattutto i doni preziosi che il Risorto ha portato agli Apostoli, già nella prima apparizione, ossia la “sua pace”, e l’espressione più alta della Misericordia: cioè la facoltà più ampia, concessa agli Apostoli, di rimettere i peccati!.  Oggi poi ci viene offerto anche un ulteriore motivo per celebrare la Misericordia, legato alla vicenda di Tommaso; Gesù accetta la sfida lanciata dall’Apostolo incredulo: Nella domenica successiva, Gesù in persona fa ritorno al Cenacolo e invita Tommaso ad avvicinarsi per guardare bene i fori dei chiodi e a toccarli per rendersi conto della veridicità della risurrezione. L’evangelista Giovanni non ci dice se Tommaso abbia toccato i fori dei chiodi; io penso di no; ci riferisce invece una immediata e forte risposta di fede e di amore: “MIO SIGNORE E MIO DIO!”. Quel “MIO”, ripetuto due volte, rivela il grande amore di Tommaso per il Maestro, ora vivo e risorto e, soprattutto, ancora “suo grande Amico”.

     A tal proposito, non posso non ricordare oggi una particolare sensibilità di Papa Francesco nel proporci questa Festa della Divina Misericordia, come espressione più alta e – direi – programmatica, del suo pontificato. E’ il Papa che ha regalato alla Chiesa un ANNO SANTO, con Indulgenza plenaria, per celebrare la MISERICORDIA del Signore; e ha creato un “Gruppo scelto” di Missionari della Misericordia per portare in tutto il mondo questo lieto messaggio; e inoltre ha concesso a tutti i sacerdoti di poter assolvere il peccato dell’aborto, che era riservato ai soli Vescovi. Fratelli, questa domenica, dedicata alla Divina Misericordia, viene a ricordarci  l’amore che Dio ha investito per la nostra salvezza. Gesù ci ha confidato che in cielo ci sarà più festa per un peccatore che si pente che per novantanove giusti. Fratelli, qualora la coscienza ci invitasse alla confessione, non rimandiamo il compiersi di una festa che l’amore del Padre ha già preparato per noi; affrettiamoci, per recuperare il perdono, il dono della pace e la festa nostra e del Padre. Amen. Alleluia.