DOMENICA  7* - A -  :  “SIATE PERFETTI COME IL PADRE VOSTRO”!

 

      L’evangelista Matteo ci ha fatto ascoltare oggi la continuazione del Vangelo di domenica scorsa, al capitolo 5, che ha a tema le cosiddette “ANTITESI”. Oggi abbiamo ascoltato le ultime due. Avrete notato che gli insegnamenti contenuti nella pagina proposta oggi, non sono presi dal Decalogo, come domenica scorsa; entrambi hanno a tema le nostre relazioni con il prossimo; riguardano cioè la nostra disponibilità ad amare il prossimo. Sono un preciso invito alla gratuità, comparata con l’amore con cui anche noi siamo amati dal nostro Padre Celeste. Gesù ricorda la legge, vigente al suo tempo, detta “del taglione”, che consentiva di punire il colpevole, nella stessa misura dell’offesa ricevuta; dice Gesù: “Avete inteso che fu detto: occhio per occhio – dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno vi dà uno schiaffo sulla guancia destra , tu porgigli anche l’altra”.  Gesù interviene e chiede ai suoi discepoli di superare questa regola con il perdono; chiede di interrompere la spirale della violenza con il silenzio e  soprattutto con il perdono, al fine di imitare il Gesù  che abbiamo incontrato nella sua passione e morte. Gesù, non solo non ha avuto reazioni scomposte, ma nel momento di massima sofferenza, ha rivolto la preghiera al Padre perché perdonasse i suoi crocifissori, perché non sapevano di crocifiggere il Figlio di Dio.

      A ragione dunque, Gesù chiede ai suoi discepoli di amare tutti, anche i nemici, e di pregare per loro, come ha fatto Gesù dalla croce. Tutti sappiamo quanto è difficile il perdono a chi ci ha fatto del male, o ci ha impedito di accedere a un avanzamento di carriera, o a chi ci ha calunniato, o ci ha portato via la moglie.  Gesù ci chiede di vivere ogni situazione di sofferenza con la pazienza di Giobbe e con il pianto di mamme e mogli che, al funerale di un figlio, o marito, ucciso da malavitosi,  va al microfono della chiesa per dare pubblicamente il perdono e offrire la preghiera per la loro conversione. Questo, fratelli, esprime la perfezione dell’amore cristiano; questo è vivere come figli del DIO-AMORE ! E’ questa la sola via della fratellanza e della pace. Dobbiamo imparare a vedere in ogni fratello, non estranei, non nemici o concorrenti, ma dei fratelli che Dio ci ha donato per fare un tratto di strada insieme.

      Gesù ci ha invitato a porgere anche l’altra guancia a chi ci ha dato un manrovescio. L’espressione non può essere intesa come sfida, né come buonismo edulcorato. Nell’intento di Gesù, viene espressa invece la volontà di renderci disponibili al perdono e a riprendere il dialogo interrotto; potrebbe anche significare la disponibilità  del cuore, tanto simile al “morbido” e al color roseo, sempre presenti nelle guance  di chi ha la pace nel cuore. Se teniamo in conto – ci ricorda Gesù – che il sole sorge ogni mattina, sia per i buoni, come per i cattivi, allora anche noi, figli del Padre celeste, dobbiamo saper guardare ogni fratello e sorella con lo stesso sguardo di Dio, che non sceglie chi amare; ama tutti e a tutti offre la possibilità di ricominciare, come ha voluto dimostrare la parabola del Figliol Prodigo.

      In chiusura, ricordo ancora le parole di Gesù: “Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinchè siate figli del Padre vostro che è nei cieli”. Fratelli, il nostro Padre non ha nemici; ha solo figli. Proprio le parabole della MISERICORDIA ci fanno sentire “poco cristiani”! e poco significativi e per niente “testimoni” di misericordia. Siamo buoni testimoni qui in chiesa; ma, fuori dalla chiesa, preferiamo rientrare nell’anonimato religioso, sia in famiglia, sia nell’ambiente di lavoro e più ancora nel tempo di ferie.   A noi Gesù non chiede di vincere, di prevalere; chiede invece di vivere in pace con tutti. Dio ci ha voluto nella sua Famiglia come figli, perché, tra noi, ci riconosciamo tutti fratelli, o – come ha scritto Papa Francesco – “FRATELLI TUTTI”.  Amen.