DOMENICA  6* DI PASQUA  -  A  -  :   “NON SIAMO ORFANI”!

 

     Siamo giunti alla sesta domenica di Pasqua: è la domenica che precede la festa dell’Ascensione al Cielo del Signore Risorto; è la domenica che ci fa riascoltare le ultime confidenze e raccomandazioni di Gesù agli Apostoli, prima far ritorno al Padre. Desidero anzitutto soffermarmi su una promessa di Gesù: è una promessa per rincuorare gli Apostoli, resi tristi per l’imminenza della partenza del Maestro; ma non solo; è una rivelazione per la Chiesa che, nel tempo, dovrà ritornare alla Parola di Gesù per riscoprire la propria identità e per scrollarsi di dosso le incrostazioni che, nel tempo, hanno reso i discepoli del Signore poco gioiosi e poco credibili. Ecco il richiamo di Gesù agli Apostoli: “NON VI LASCERO’ ORFANI: VERRO’ DA VOI… ANCORA UN POCO E IL MONDO NON MI VEDRA’ PIU’; VOI INVECE MI VEDRETE, PERCHE’ IO VIVO E VOI VIVRETE”!

     E’ forte l’affermazione “non vi lascerò orfani!”. Amici, Gesù non vuole una Chiesa di orfanelli e di trovatelli. La Chiesa non è un Orfanatrofio; la Chiesa è famiglia, con un Padre, una Madre e tanti fratelli. Gesù e la Madre Maria hanno sperimentato la passione e la morte, per amore, ma ne sono usciti vincitori: Gesù è risorto; Maria è Assunta in Cielo, accanto alla SS.ma Trinità. Gesù, il Figlio di Dio, si è fatto uomo per farci conoscere il Padre; e, per entrare in dialogo con noi, ha scelto, come Mamma, la Vergine Maria, e come padre Giuseppe, dai quali ha appreso a comunicare con idioma palestinese; usando le nostre espressioni, Gesù ci ha rivelato che il Dio che onoriamo è per noi un PADRE; e che, pur essendo tutti noi peccatori, ci ha accolti nella sua famiglia e ci ha adottati come figli e - come figli amati - ci ha comunicato la sua stessa vita. Quello che più ci rende felici è sapere che, ogni domenica, Gesù ci convoca per partecipare alla santa Messa, per irrobustire la nostra fede e la nostra vita, il nostro vivere da fratelli.

     Fratelli, salendo al Padre, Gesù non ci ha abbandonato; anzi, è divenuto a noi ancor più vicino perché, in forza del Battesimo, Dio prende dimora in noi e diviene per noi fonte inesauribile della vita stessa di Dio, cioè di vita eterna. Con l’Ascensione, si chiude il tempo delle apparizioni del Risorto; resta da capire come potrà Gesù stare in Cielo ed essere “presente” in ciascuno di noi. Ce lo spiega Gesù, in vari momenti, con segni precisi e inequivocabili: Con l’istituzione dell’Eucaristia, Gesù si identifica nel Pane disceso dal Cielo, Pane degli Angeli; in questo Pane si offre a noi come cibo, come medicina, come garanzia di vita eterna. Un altro segno forte è la sua PAROLA, in cui si identifica come “Via, Verità e Vita”; altri segni sono i SACRAMENTI - la Chiesa istituzionale con PIETRO – I poveri – i carcerati – i perseguitati; Gesù ci ripete: “l’avete fatto a me!”.

     Il nostro Dio cerca ancora una casa dove potersi fermare, per ravvivare il reciproco amore. Noi lo cerchiamo quando abbiamo bisogno, per i più svariati motivi. Gesù ci cerca per offrirci il suo perdono, per donarci vita buona, per chiederci fedeltà in cambio di vita eterna. “Non vi lascerò orfani” – ci assicura Gesù. No, fratelli, noi non siamo orfanelli! Noi abbiamo un Padre che vive con noi e veglia su di noi; noi abbiamo Gesù che, da Risorto, sarà con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo; noi conosciamo lo Spirito Santo, il nostro Avvocato difensore, che guiderà la Storia della Chiesa e la nostra personale. E, a nostra consolazione, Gesù ci ha fatto una straordinaria confidenza, che tanta gioia reca in ogni momento della nostra vita: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola – dice il Signore - e il Padre mio lo amerà e NOI VERREMO A LUI”(Versetto alleluia).

     In attesa della Ascensione del Signore, non mi resta che riproporre la Preghiera dell’inizio: “Dio onnipotente, fa’ che viviamo con intenso amore questi giorni di letizia in onore del Signore risorto, per testimoniare nelle opere il mistero che celebriamo nella fede.” Amen.  Alleluia.