DOMENICA 5.a  -  B  :  “DARE  UNA  MANO”

 

     L’evangelista Marco, dopo averci raccontato alcuni interventi prodigiosi di Gesù, ci fa conoscere oggi una giornata “tipo” della quotidianità di Gesù. Quella di oggi è trascorsa a Cafarnao; Gesù è ospite della famiglia di Simone e Andrea. Al mattino, Gesù è nella Sinagoga per la preghiera e per l’ascolto della Parola di Dio; poi sosta, con i primi discepoli, da Simone, dove guarisce la suocera, febbricitante. Il fatto non passa inosservato. Infatti, quando è sera, Gesù si trova, davanti alla porta, una folla di ammalati e indemoniati, venuti dai villaggi d’intorno in cerca di guarigione. “Guarì molti che erano affetti da varie malattie – annota Marco – e scacciò molti demòni”. Al termine, Gesù si ritirò per la preghiera e un po’ di riposo. Un riposo molto breve, nonostante la stanchezza, perché – continua Marco - “al mattino presto, si alzò quand’era ancora buio e, uscito, si ritirò in luogo deserto e là pregava”. Ma,” ben presto, Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: TUTTI TI CERCANO!”.

     Come abbiamo potuto constatare, quella di Gesù è stata una giornata lunga e faticosa, ma sempre incorniciata dalla preghiera. Una preghiera, non  paragonabile con la nostra che solitamente si risolve con un Segno di Croce e un’Ave Maria, con la TV già accesa. La preghiera di Gesù si prolungava per ore, in un colloquio appassionato con il Padre, in luoghi appartati, lontano da ogni distrazione. Il primo miracolo di questa giornata è stata la guarigione della suocera di Pietro. E’ raccontata da Marco con poche parole: “Gesù si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva”. Il gesto di “porgere la mano” per aiutare ad alzarsi è ripetuto spesso nel Vangelo. In questa giornata di Cafarnao, quante mani si agitavano davanti a Gesù, non per gridare “evviva”, ma per attirare l’attenzione di Gesù, per poterlo almeno toccare; e i più se ne tornavano a casa guariti, nel corpo, nel cuore, nello spirito. Ogni tocco di Gesù era una pranoterapia spirituale.

     Anche noi qualche volta abbiamo fatto esperienza che un gesto, che esprima amore e condivisione, può produrre benessere, pace e può operare autentici miracoli di guarigione. Gesù ripete spesso il gesto di porgere la mano, soprattutto per sollevare chi è caduto, per toccare gli ammalati e sofferenti , tocca anche i lebbrosi; tutto questo è bene espresso nel Salmo 22, del Pastore che ama le sue pecore, le soccorre, le protegge. C’è una dichiarazione di amore e di servizio che si usa recitare insieme nel giorno della Cresima; inizia così: “Cristo non ha mani, ha soltanto le nostre mani per fare del bene, oggi”. E termina con un forte invito alla testimonianza: “Noi siamo l’unica Bibbia che i popoli leggono ancora. Siamo l’ultimo messaggio di Dio, scritto in opere e parole”.

     Gesù è venuto a ricordarci che il Padre ci ha voluto nella sua Famiglia come figli adottivi, per farci vivere tutti come fratelli, nell’amore vicendevole. “Dare una mano” sta per “dare un aiuto”, non a tutto il mondo, ma alla famiglia della porta accanto. Voglio ricordare qui un noto apologo: Sullo schermo televisivo, tutti i giorni ci vengono mostrati bambini denutriti, per invogliare a dare un aiuto. Un telespettatore, soprafatto dal dolore, a un certo punto, grida: “Dio, che cosa fai per lui?!” E una voce, dall’alto, risponde: “Io, per lui, ho fatto te!!!”.  E’ comodo gridare a Dio i nostri “perché”; dovremmo invece chiederci: perché fingiamo di non vedere le sofferenze di chi ci vive nello stesso condominio, o nella parrocchia. Spesso ripetiamo il gesto di vigliaccheria di Pilato che, di fronte a una condanna immotivata e ingiusta, sceglie di “lavarsi le mani”. La carità e la giustizia ci chiedono di dare sempre, e a tutti, una mano; e qualora fosse necessario, di sporcarci le mani, pur di non abbandonare i fratelli all’altrui violenza e ingiustizia. Cristo ha porto la mano alla suocera febbricitante; l’ha guarita e rimessa in servizio. Ecco il miracolo della guarigione, affidato da Gesù alle nostre mani. Solo l’AMORE vince il male e guarisce.  Amen.