DOMENICA  4.a  -  B  :  GESU’  INSEGNA  “CON  AUTORITA’”

 

     Nelle due domeniche passate, l’evangelista Marco ci ha presentato Gesù, nei suoi primi incontri, intento a cercarsi i suoi primi discepoli, per prepararli alla missione di predicare il Vangelo in tutto il mondo. Oggi, Marco ci fa incontrare Gesùi nella Sinagoga, a Cafarnao. Annota Marco che quanti erano presenti “erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità”. Cominciamo così anche noi a conoscere sempre meglio chi è il Gesù che Marco vuol farci incontrare. Qui, nella Sinagoga di Cafarnao, Gesù prega, insegna e soprattutto si china davanti a ogni sofferente, per liberarli e guarirli. La liberazione di un uomo posseduto da uno spirito impuro, presente nella Sinagoga, suscita molta impressione; Gesù comanda allo spirito impuro di TACERE e di ANDARSENE; comanda con due imperativi che non ammettono replica: “TACI – ESCI DA LUI”: E’ la voce di un “forte”, più forte del maligno; noi diciamo che è l’unica voce che esorcizza senza ricorrere a liturgie e senza spruzzi di acqua santa.

     All’inizio del suo Vangelo, Marco vuole mostrare ai nuovi discepoli la validità della scelta di lasciare tutto per seguire Gesù; essi hanno potuto costatare che il nuovo Maestro insegnava con autorità. Il silenzio imposto a satana era per impedire che la gente potesse accorrere a Gesù esclusivamente per la guarigione, ritenendo Gesù un guru, un bravo guaritore; Gesù invece donava salute per amore,  e operava miracoli come “segni” che suscitassero la domanda fondamentale: Ma chi è questo Gesù! Per Gesù, il miracolo è un “segno” che rimanda a scoprire nel Gesù il volto del Padre, la sua misericordia, il suo amore per ogni uomo: in una parola, a scoprire in Gesù il Messia promesso e il compimento di tutte le attese e preghiere di ogni tempo. “Che è mai questo – si dicevano l’un l’altro – un insegnamento, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono”.  

     Oggi, Gesù trova nella Sinagoga un uomo posseduto dal diavolo; a un ordine, dato con fermezza da Gesù, satana deve, suo malgrado, abbandonare la preda. La meraviglia si trasforma subito in tanta gioia e festa, non solo perché è stato liberato un amico, ma anche perché il Maestro ha dato un segno chiaro e convincente di essere il “Figlio di Dio”. Il miracolo di liberazione dà anche a noi qualche conferma: ci dà conferma che il diavolo esiste  ed è sempre all’opera  per attirarci al male; ma ci conferma anche  che la sua volontà di operare il male è resa efficace in tanti che amano trastullarsi nei vizi, o che cercano di coprire una insana solitudine o la sete smodata di denaro, di sesso, o di vendetta, con tutti gli espedienti che il maligno offre.  Gesù ha dimostrato oggi che è lui il più forte. Gesù ci invita a stare con lui, a fidarci di lui, e che, con lui, possiamo tenere a freno le nostre passioni ed evitare quelle scorciatoie che ci portano a soluzioni facili e ci promettono una felicità passeggera che lascia l’amaro in bocca e la coscienza sporca.

     Noi sappiamo che è sufficiente pronunciare con fede il nome di Gesù per allontanare satana e – se detto in punto di morte – funge addirittura da Indulgenza plenaria!  Il grido  di disperazione, rivolto a Gesù da satana, dà ulteriore conferma della forza di liberazione di Gesù: “Lo spirito impuro – scrive Marco – cominciò a gridare, dicendo: Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci!”. Purtroppo a me è capitato di sentire anche di peggio; per esempio: che c’entra il Vangelo nella mia vita privata; io so come  risolvere i miei problemi; oppure: che c’entra la Chiesa sulle mie scelte sentimentali, o sull’uso del mio denaro, o su come organizzare il mio tempo libero, le mie ferie, ecc. Se così fosse, come potrei ora proclamare davanti a tutti il CREDO, proposto a bella posta dopo l’ascolto della Parola di Dio?

     Noi, grazie a Dio, non siamo dei “posseduti dal demonio”; però viviamo forse di tanti espedienti e compromessi : ad esempio, restiamo fedeli alle tradizioni cristiane, con la fedeltà alla Messa festiva e a qualche preghiera, detta a memoria;  però continuiamo a vivere male. Proviamo ora a proclamare la nostra fede con le parole del Credo e a trasferire la fede che proclamiamo  nella nostra quotidianità. Ci scopriremo certamente inadempienti, cioè bisognosi di conversione. Dio ci soccorra e ci liberi.  Amen.