DOMENICA  3.a  -  B  -  DOMENICA DELLA “P A R O L A”

Dio ci vuolr suoi collaboratori

     Papa Francesco ha voluto arricchire questa terza domenica dell’anno con un titolo particolare; “DOMENICA DELLA PAROLA”, nell’intento di richiamare la nostra attenzione  sull’importanza e sulla ricchezza della prima parte della Messa, chiamata appunto LITURGIA DELLA PAROLA. E’ quello che cerchiamo di fare in ogni celebrazione della santa Messa e – con più attenzione – ogni domenica.                   Domenica scorsa abbiamo ascoltato, dal Vangelo di Giovanni, il racconto di uno straordinario incontro con Gesù; incontro che ha dato subito i suoi frutti: Andrea e Simon Pietro, Giacomo e Giovanni hanno scelto di seguire Gesù, scelto come loro nuovo Maestro.  Oggi abbiamo ascoltato, nel Vangelo di Marco, la sua versione della chiamata “vocazionale”. Qui, Gesù non riceve in casa, ma sulla riva del lago. Nulla, nei Vangeli, è detta a caso!

     Nel racconto di Giovanni, Gesù ha incontrato i primi quattro discepoli “in casa”, per sottolineare una esigenza per diventare discepolo del Signore: “Stare con Gesù” e “Rimanere  a lungo con il Signore”; sono due verbi che troviamo spesso negli Scritti di Giovanni. Invece, in Marco, Gesù è in cammino per incontrare ogni uomo e donna nel loro ambiente, nel loro lavoro, nelle loro fatiche e sofferenze. Gesù, in Marco, trova i suoi primi discepoli mentre sono intenti al loro lavoro quotidiano della pesca, E’ scritto: “Gesù vide Simone e Andrea e disse loro: Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. Andrea e Pietro, Giacomo e Giovanni, due coppie di fratelli pescatori, avevano formato una piccola cooperativa per mettere insieme fatica e rischi, nottate con ritorni a barca vuota, per mantenere le proprie famiglie. Mi chiedo: come avrà fatto Gesù a convincerli a lasciare tutto per farli suoi discepoli. Non è facile trovare risposta. Diciamo però che la prima strategia di Gesù era nel fissare negli occhi l’interlocutore; uno sguardo che arrivava diritto al cuore; uno sguardo che creava simpatia, fiducia, innamoramento, al punto da far decidere di lasciare tutto e muovere i primi passi dietro a Gesù.

     Un’attenta lettura delle “chiamate” in Marco,  ci porta a scoprire che l’attenzione  non è posta soprattutto su ciò che il discepolo doveva lasciare – anche se importante – ma sulla scelta di seguire  Gesù. “Discepolo” è certamente uno che deve lasciare famiglia e attività lavorativa; ma soprattutto è uno che parte per  stare” in forma stabile, con il Maestro, condividendo con lui tutto il tempo e tutte le sue scelte; in una parola, discepolo è uno che decide di seguire il Maestro e di “stare” con lui. Un’altra caratteristica del discepolato, in Marco, è accogliere il progetto di Dio nella propria vita, rinunciando alle proprie scelte, anche quando non piacciono, senza la pretesa di conoscere il quando, il come e il dove, il perché. Per ogni vocazione, viene ripetuto il comando che Dio aveva dato ad Abramo: “Esci dalla tua terra e va’ dove io ti mostrerò”. Questo lasciare tutto, questo partire senza conoscere la méta, esige, da parte del discepolo, fede e fiducia illimitate; significa totale abbandono in Dio. Si diventa discepoli del Signore, giorno dopo giorno, a mano a mano che il Signore Gesù diviene l’unica guida della propria vita.

     Gesù ci ha anche avvertito sull’uso del tempo, perché – ha detto: “Il tempo è compiuto”;  ci ricorda, in concreto, che “questo tempo”è il mio tempo, il tempo per me, per noi, il momento offerto a me, ora, per incontrare il Signore, che mi guarda negli occhi, perché ha qualcosa di importante da comunicare. Dio è qui, nella santa Messa, con il carico di grazia e di doni, che mi cerca, per entrare in dialogo con me, attraverso la Parola ascoltata. Non è presente solo nella Liturgia della Parola, ma anche nel dono, ripetuto per me, della sua vita, nel sacrificio della sua Passione e Morte e Risurrezione, per accompagnarmi nelle mie prove e difficoltà. Gesù è nato da Donna, per fare esperienza di tutte le nostre vicende. Gli Evangelisti si dilungano nel presentarci Gesù sempre in strada o sulle rive del lago. Quando lo troviamo seduto, o è in Sinagoga per la preghiera o è a un pranzo “di lavoro”, o è – soprattutto nella notte - in dolce colloquio con il Padre. Il suo tempo è comunque a totale servizio della Parola! Discepoli del Signore, non sono solo i preti, i monaci e i consacrati; sono tutti i Laici che hanno scelto di condurre una vita secondo il Vangelo. In tutti i battezzati scorre la vita di Dio, come linfa che dà vita e frutti buoni: Fratelli, facciamo sapere a tutti che essere discepoli del Signore è possibile ed è molto bello e utile, per sé, per la famiglia, per costruire un mondo  nuovo, in pace, con amore.  Amen.