DOMENICA  34  -  C   :    IL NOSTRO RE

 

     Siamo giunti all’ultima domenica dell’Anno Liturgico; domenica prossima ci tufferemo di nuovo nel tempo di Avvento. A chiusura, torna ogni anno la solennità di CRISTO RE. La Liturgia ci mette davanti agli occhi la maestà del nostro Dio che, in Gesù, presenta la sua regalità dal trono della Croce. Al centro del Vangelo di oggi c’è una Croce: quella amata e attesa da Gesù; c’è la Croce che riassume tutto il Vangelo e ricorda a noi quanto siamo stati amati da Dio. Dalla Croce, il Figlio di Dio, nella sua nudità crocifissa, svela a noi il vero volto di Dio. Fratelli, quell’Uomo appeso alla croce, abbandonato e tradito, è il nostro Dio; è il nostro RE. “Non c’è amore più grande – aveva detto Gesù – che dare la propria vita per gli amici”. Eppure anche la cruda realtà della croce non convince ancora. Ci informa l’evangelista Luca che i capi del popolo, i soldati, un malfattore, appeso anche lui alla croce, insultano Gesù; gli chiedono una dimostrazione di forza. Dicevano i capi: “Ha salvato altri! Salvi se stesso se è lui il Cristo di Dio”. I soldati lo schernivano; perfino uno dei malfattori, in croce accanto a Gesù, lo insultava: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!”.

     Che orrore! Non è possibile immaginare una fine più tragica. Davanti a quell’Uomo, con le braccia e le gambe inchiodate al patibolo; davanti a quell’Uomo torturato dalla sete, lacerato dalle ferite, percorso dagli spasmi dell’agonia, tutti sembrano riversare la loro cattiveria. C’è addirittura un cartello ironico, sopra la sua testa, che reca la ragione di una condanna così crudele, quella cioè di essersi dichiarato RE dei Giudei. Ma di fronte a tanta ostilità, si stacca una voce; è quella del secondo malfattore, il quale aveva intuito che quel condannato stava davvero morendo “da DIO”; si rivolge a Lui chiamandolo per nome – unica volta in tutto il Vangelo di Luca: “GESU’, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. A cui Gesù risponde: “In verità ti dico: OGGI con me sarai nel paradiso”. Gesù è RE sulla croce; è RE di tutti!. Era stato invitato a schiodarsi e a scendere dal patibolo per dare prova di potere e di forza; invece Gesù ha voluto farci sapere che a vincere non sarà mai la forza, non sarà il prestigio, non sarà il potere; a vincere è sempre, e solo, l’amore.

     Gesù è RE d’amore e di misericordia. Il buon ladrone diviene qui il salvato per eccellenza, a dimostrazione che il RE Crocifisso non ha accolto l’invito, rivolto con sarcasmo, a salvare se stesso; ma ha voluto ricordare a tutti che Egli è venuto tra noi e ha accettato di morire, per portare a tutti la salvezza. Questa festa in onore do CRISTO RE, voluta a conclusione dell’Anno Liturgico, è la vera Celebrazione della DIVINA MISERICORDIA. E noi, venuti alla Messa, oggi, lo vogliamo davvero questo Crocifisso come nostro RE? O quale altro dio abbiamo scelto di servire? I due malfattori, crocifissi con Gesù, sono una sintesi delle nostre reazioni: uno si unisce ai più nel rifiuto; l’altro – detto il Buon Ladrone – ha capito che quell’Uomo che muore a quel modo, perdonando i suoi crocifissori!, non può essere che il Dio che salva per amore; e proprio a lui giunge la certezza della salvezza: “OGGI CON ME SARAI NEL PARADISO”. E’ l’ultima guarigione di Gesù, prima di morire.

     In quello scenario raccapricciante, il condannato riceve il pass per entrare in paradiso; lui, colpevole, vi entra per primo, assieme all’Innocente. Fratelli, fissando lo sguardo sul RE Crocifisso, potremo anche noi fare esperienza della sua compassione e ricevere salvezza. Da quel terribile Venerdì di Passione, sappiamo che le porte del Cielo resteranno aperte per sempre, per accogliere tutti quelli che hanno riconosciuto nel RE Crocifisso, l’amore di Dio per noi. E concludo con l’Antifona d’ingresso, che proclama: “L’Agnello immolato è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza, forza e onore: a Lui gloria e potenza nei secoli dei secoli.  Amen