DOMENICA  31^  -  A  :  G E S U’ –  UNICO  MAESTRO !

 

Abbiamo appena ascoltato le parole insolitamente pesanti che Gesù ha rivolto alla folla e ai suoi discepoli, per segnalare e condannare il riprovevole comportamento degli scribi e dei farisei; sono parole offerte anche a noi, ora, se mai ci trovassimo a ripetere nella nostra vita gli stessi atteggiamenti condannati. Dice Gesù: “Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno”. Noi abbiamo un proverbio che rende bene questa realtà, certamente riprovevole; è un proverbio che demolisce i fanfaroni, che continuamente esaltano i loro pregi e le loro mirabolanti imprese; noi diciamo: “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. Ecco, il Vangelo di oggi ci invita alla concretezza dei fatti; Gesù non ci tiene alle parole altosonanti; abbiamo bisogno di vaccinare il nostro orgoglio per prendere coscienza che siamo, tra noi, tutti fratelli; perché – ci ricorda con insistenza Gesù – uno solo è il nostro Maestro: GESU’; uno solo è il nostro Padre: DIO; e, se figli dello stesso Padre, noi siamo tutti fratelli,

     Gesù dunque si propone come unico Maestro! Ma attenzione: non come chi fornisce discorsi persuasivi e saggi, non come chi comanda e chiede di essere servito, ma come colui che è venuto tra noi per liberarci dal male, pagando di persona, a costo di morire per noi. La comunità che Gesù sta costruendo deve essere anzitutto una “fraternità”, in cui ci riconosciamo come fratelli, tutti figli amati dallo stesso Padre. Il sapere di essere amati - a prescindere dall’esserne degni - dovrebbe far scattare non solo l’orgoglio di saperci amati da un Padre così speciale, misericordioso e ricco di amore, ma anche la volontà di onorare questo amore con la vita, nell’obbedienza al santo Vangelo.

     E allora rimbalza fino a me l’esigenza di una revisione di vita: Mi devo interrogare se anch’io sono tra quelli che dicono e non fanno! Gesù rimprovera scribi e farisei per la loro incoerenza e ipocrisia; e io – noi  - come stiamo vivendo il nostro rapporto con Dio, con la Chiesa e tra di noi? Gesù oggi ci invita a guardarci dal tarlo della vanità che finisce per alterare anche le espressioni più nobili dell’uomo; quando, ad esempio, uno prega - o finge di pregare - per essere ammirato; o fa l’elemosina in modo vistoso per essere notato e applaudito. E’ vanità anche il sentirsi condizionati da ciò che gli altri pensano di noi. Il Vangelo di oggi è per semplificare le cose. Il più grande comandamento - ha detto Gesù – è “tu amerai”. Oggi ci dice: “il più grande tra voi è colui che serve”. Dunque, il più grande tra gli uomini è colui che coniuga il verbo amare nel servizio. La Scuola-Guida del Vangelo mi invita a percorrere una strada contromano, quella appunto che mi porta a servire .

     Anche nella Chiesa c’è chi è chiamato a presiedere; non a comandare, ma a servire. San Francesco ha voluto che la nostra convivenza si chiamsse “fraternità”; non ha voluto i titoli tradizionali di “priore”, o “superiore”; ha invece scelto i nomi nuovi di “frati minori” per i suoi compagni, e di “Padre Guardiano” per chi presiede, cioè per chi è incaricato a guardare, custodire, e soprattutto a creare fraternità. Capofila in questo rovesciamento di ruoli è Gesù, il quale, pur essendo Dio, è venuto a servire e a dare la vita per noi. Questo è certamente un messaggio molto forte ed esigente, non solo per noi sacerdoti, inviati nel mondo come servi della Parola e della Misericordia del Signore, ma anche per voi genitori e formatori; e in particolare per quanti, nella scuola, hanno il delicato compito della formazione con la qualifica di “maestri di vita”.

     A tutti, oggi, è chiesto di fare sosta davanti al Signore per una revisione di vita. Il rimprovero di Gesù si riassume in quel tagliente “dicono e non fanno”!  La televisione ci mostra tanti guru che promettono amore e successo e felicità, da pagare in comode rate mensili; quanti maestri, opinionisti e leader! Tutti hanno tanto da dire su tutto, anche su Dio; e tanti di noi faticano a capire dove sta il bene e il giusto. Gesù ci è venuto incontro per ricordarci che lui solo è il Maestro; e noi? Tutti discepoli del Signore e fratelli tra noi. Solo il Vangelo ha parole che danno vita vera e speranza di salvezza; solo l Vangelo è sorgente di pace, di perdono, di autentica gioia.  Amen.