DOMENICA  31.ma   - A -   :   UN SOLO MAESTRO  -  UN SOLO PADRE

 

     Abbiamo ascoltato le dure parole che Gesù ha rivolto ai farisei, per segnalare ai suoi discepoli comportamenti riprovevoli, non graditi né a Dio, né agli uomini. L’evangelista Matteo ha riportato nel suo Vangelo questo scontro con i farisei, per far giungere ai discepoli di ogni tempo – quindi anche a noi! - un forte richiamo per un male – il fariseismo – purtroppo molto radicato anche oggi. Dice Gesù: “Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente”.. E’ un richiamo rivolto a tutti, ma soprattutto a chi ha responsabilità; tutti ci lamentiamo che navighiamo in cattive acque, che va tutto nel peggiore dei modi, ma quanti di noi si rimboccano le maniche per fare qualcosa , perché il mondo vada un po’ meglio, almeno in casa nostra? Il richiamo è certamente per noi sacerdoti; ma lo è anche per voi genitori, educatori, formatori, docenti. Gesù condanna, senza mezzi termini,  il fariseismo e l’ipocrisia, come fenomeno sociale, ma suggerisce anche il principio che aiuta a guarire da questo male: “Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. Uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra guida, il Cristo”.

     Dopo il richiamo forte d Gesù, dovremmo chiederci “se e quanto” di questo male ristagna nel nostro cuore e nella nostra vita; quanto cioè ci sentiamo incoerenti e ipocriti. Ho conosciuto persone che mandano i figli al catechismo, o accompagnano a Messa la nonna, ma non solo non entrano in chiesa, ma anche usano, in casa, espressioni volgari e dissacranti; assomigliano tanto ai “segnali stradali” che indicano la direzione da prendere, ma loro restano lì, fermi ai crocevia della vita. “Dicono e non fanno” – dice Gesù. Per essere discepoli credibili, dobbiamo essere coerenti con il Vangelo che proclamiamo. Siamo facili nel criticare i politici corrotti; giudichiamo severamente i genitori dei figli violenti, e non ci accorgiamo che anche la nostra vita potrebbe essere giudicata dagli altri incoerente e insignificante.

     Coerente è il cristiano che si guarda bene dal cedere alle mode che il mondo suggerisce; coerente è colui che  mai si arrende al detto “tanto lo fan tutti!”. Fratelli, dentro ognuno di noi si nasconde un po’ di quel fariseismo che troviamo sempre negli altri. Il Vangelo ascoltato invita tutti noi ad avviare una revisione di vita per non dover sentire ancora le parole severe che Gesù ha rivolto ai discepoli: “Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno”. In altra occasione, Gesù aveva anche avvertito: “Non chi dice “SIGNORE, SIGNORE” entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”. Gesù ci è venuto incontro, oggi, per ricordarci che Lui solo è il Maestro; NOI? Tutti discepoli del Signore e fratelli tra noi. Le parole di Gesù riaccendono in noi il desiderio di vita nuova e pulita. Dio nostro Padre, ha voluto arricchirci del suo perdono, del suo amore e della sua pace. La festa dei Santi, che abbiamo da poco celebrato, ci ricorda che il Padre ci attende tutti in Cielo, nella beatitudine eterna. I volti luminosi dei nostri Santi ci incoraggiano a non fermarci alle nostre povertà umane e spirituali, ma ad affidarci alla misericordia di Dio che guarisce.

     Siamo la Chiesa in cammino, santa nella sua radice battesimale, e sempre alla ricerca di purificazione, sotto la guida di Gesù, unico nostro Maestro.  Amen.