DOMENICA  2^ DI QUARESIMA: GESU’ – LUCE E BELLEZZA

 

     Il Vangelo di Luca ci fa incontrare, oggi, Gesù in cammino verso Gerusalemme; il passo è deciso e costante, mentre parla della sua passione e morte che l’attendono ; e – pur valutando le reazioni degli Apostoli – avverte che anche loro dovranno portare, dietro a lui, la loro croce; e che dovranno – se necessario – essere pronti a perdere anche la vita, per salvarla. Conosciamo la reazione di Pietro e le richieste ardite dei fratelli Giacomo e Giovanni, che chiedono i primi posti nel Regno. E’ a questo punto che Gesù decide di fare una sosta, per un incontro intenso con il Padre. Chiama a sé Pietro, Giacomo e Giovanni e, insieme, salgono le pendici del monte Tabor, detto poi anche della Trasfigurazione, per intrattenersi, nel silenzio, in un prolungato colloquio con il Padre. Purtroppo – come accadrà più tardi, nell’Orto degli ulivi – anche qui, mentre Gesù nella preghiera si trasfigura nella luce  del Padre, i tre, sopraffatti dalla stanchezza, si appisolano. Ma vengono svegliati di soprassalto da una luce abbagliante che emana dal volto e dalle vesti di Gesù; aprendo gli occhi, sono presi da stupore e immensa gioia nel vedere Gesù in amabile conversazione con Mosè ed Elia. A Pietro, quasi stordito dalla sorpresa, balena una proposta: “MAESTRO, E’ BELLO PER NOI ESSERE QUI. FACCIAMO TRE CAPANNE, UNA PER TE, UNA PER MOSE’ E UNA PER ELIA”. Un risveglio davvero troppo bello per i tre fortunati discepoli; il loro cuore batteva a cento!

     Ma quella luce ha avuto una durata molto breve. E sopravvenuta una nube da cui veniva una voce, nitida e robusta, che avvertiva: “QUESTI E’ IL FIGLIO MIO, L’ELETTO, ASCOLTATELO !” Quella voce dalla nube ha riportato i tre fortunati testimoni alla normalità della vita; i tre Apostoli erano saliti sul monte con Gesù e a loro era stato dato di vedere in anticipo la luce e la gloria che avrebbero sperimentato  nella Risurrezione. Ma ora bisognava ridiscendere per riunirsi al gruppo, e con loro riprendere la strada verso Gerusalemme.

     Quale messaggio per noi da questa parentesi di luce e di incanto?  Amici, l’esperienza cristiana non è fatta di visioni e di spettacolarità. La vita quotidiana e normale di ogni discepolo del Signore non si costruisce sul “vedere”, ma sull’”ascoltare”. La fede non viene alimentata dal vedere lo straordinario di Dio, ma dalla capacità dell’ascolto della Parola, dalla dimestichezza con il santo Vangelo, come faceva la Vergine Maria, che ascoltava e conservava nel suo cuore ogni parola, e non solo di Gesù, ma anche dei pastori, dei magi, e poi dei discepoli e dei nuovi figli, la Chiesa. Nella Trasfigurazione, Dio ricorda che la sua Parola si è fatta carne nel Figlio Gesù. Gesù è per noi la Parola rivelata, è la Parola di Dio per noi; è quindi Gesù che dobbiamo ascoltare. Solo la sua Parola potrà tenere desta la nostra fede. E’ la sua Parola che aiuterà a comprendere ciò che ci è accaduto  e ciò che accadrà. Questo messaggio è per tutti. Ma diviene particolare “richiamo”per quanti continuano a cercare Dio nel sensazionale, nei miracoli, nelle presunte, o vere, apparizioni della Madonna, o che sono in perenne ricerca dei “santoni”.

     Nella Trasfigurazione, Dio è intervenuto per invitare i tre prescelti, ma anche tutti noi!, ad ascoltare il Signore, perché è Lui il Figlio di Dio, perché la sua Parola guarisce e salva.  Le nostre soste quotidiane  per la preghiera dovrebbero farci esclamare: “Maestro, è bello per noi essere qui”! In questa seconda domenica di Quaresima, la Parola ascoltata ci sollecita a proseguire  il cammino di purificazione  verso la Pasqua, dove incontreremo di nuovo il Gesù della Trasfigurazione, il Gesù glorioso, vincitore del peccato e della morte. Certo, la vita non scorre sul Tabor! La vita è fatica e la strada è in salita; è spesso sofferenza; chiede coerenza e fedeltà al Vangelo.

     Dio chiese ad Abramo di alzare gli occhi al cielo; anche la voce della Trasfigurazione veniva dall’alto; anche la nostra preghiera ci fa elevare gli occhi e il cuore verso l’alto, perché è solo nella preghiera che l’uomo stabilisce un contatto con Dio; è la preghiera che ci consente di scoprire il volto di Gesù, anche se sfigurato nella passione per amore, o il volto di Gesù nei tanti volti sfigurati dal peccato, dal vizio, o dalle violenze; ebbene, proprio su questi volti scende ancora la voce del Padre a ricordarci: “Questi è il figlio mio, l’amato. Ascoltatelo!” Dopo questa rivelazione d’amore del Padre, chiediamo aiuto con la preghiera dell’inizio: “O Padre, che ci chiami ad ascoltare il tuo amato Figlio, nutri la nostra fede con la tua Parola, e purifica gli occhi del nostro spirito, perché possiamo godere la visione della tua gloria”.  Amen.