DOMENICA 29 – C   :   PREGARE SEMPRE !  MA COME ?

 

     La pagina di Luca, ascoltata ora, è una catechesi sulla PREGHIERA. Sono tante le cose da chiarire: sui tempi da dedicare alla preghiera; sul come pregare; sulle condizioni perché la preghiera risulti gradita a Dio; in una parola, Luca ha raccolto da Gesù una guida, utile per avviare una Scuola di Preghiera, utile a tutti, ma in particolare, a chi non sa pregare, o prega male, o ha lasciato la preghiera perché l’ha ritenuta inutile, tempo perso. La prima lettura, tratta dal capitolo 17 dell’Esodo, è stata scelta come ottima introduzione  al nostro tema; Mosè è sul monte in preghiera per sostenere i suoi in una dura battaglia contro gli Amaleciti; vi leggiamo: “Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalek”. Come tornano vere le parole ripetute più volte da Gesù, rivolte soprattutto a quanti rifiutano, per principio, di ricorrere alla preghiera, per chiedere aiuto dal Cielo! Avverte Gesù: “Senza di me non potete far nulla”; e ancora: “Chi non costruisce con me, fatica invano”. Commenta il Crisostomo: “L’uomo che prega, ha le mani sul timone della sua vita”.

     In una società in cui regna l’esibizionismo, in cui tutti si illudono di fare cose importanti, tanto da credersi indispensabili, fino a deridere quanti si affidano alla propria e altrui preghiera, per avere l’aiuto del Signore, ecco, il Vangelo di oggi ci invita a reagire e a non dare per scontato quello che credono i più. Gesù ci chiede di non capitolare di fronte a difficoltà che possono apparire insormontabili; ci chiede anche di non accettare passivamente quelli che riteniamo i “nostri limiti”. Per un credente, “pregare”non può essere espressione di debolezza e di incapacità ad affrontare i problemi; è invece capacità di progettare, coinvolgendo Dio nel nostro progetto, per averlo come garante e custode. Dunque “pregare sempre senza stancarsi” non può essere interpretato come un ordine dall’Alto; deve invece essere avvertito come una esigenza di vita e di un procedere nella sicurezza. E’ come dire: sto bene con chi mi vuole bene e la cui presenza mi dà garanzia di successo.

     Se tu ami una persona, tu la ami anche quando non glielo dici: la ami anche quando sei al lavoro, anche quando dormi. “Pregare sempre” non significa “dire preghiere” dalla mattina alla sera; si prega sempre se riusciamo a far scorrere la nostra vita alla presenza di Dio, con cui confrontarci in modo continuativo. Ci è di esempio il nostro Padre San Francesco, del quale i biografi non dicevano più che pregava; hanno detto di lui che si era fatto preghiera; tutto nella sua vita era preghiera. E’ quindi chiaro che pregare non è chiedere a Dio che risolva i nostri problemi, i nostri litigi; ma è aprire il nostro cuore, la nostra vita a Dio, che si è rivelato a noi come nostro Padre buono, generoso, misericordioso. Ne deduciamo che “pregare” non significa suggerire a Dio cosa deve fare a nostro favore; ma è mettere la nostra vita nelle sue mani e porre attenzione che, nelle scelte quotidiane, ci troviamo in sintonia con il Vangelo e con la vocazione alla quale Dio ci ha chiamato, perché rendiamo al meglio i tanti doni ricevuti.

     Chi prega da cristiano, prima di esporre le proprie necessità, si pone in ascolto di Dio; prima di chiedere, offre se stesso in servizio del Regno di Dio, come Gesù ci ha insegnato nel Padre Nostro: a servizio della famiglia prima di tutto, e dei poveri. Si prega certamente per lodare e ringraziare il Signore; ma la prima esigenza della preghiera dovrebbe essere il desiderio di essere trasformati dall’amore del Padre. E’ questo il reciproco desiderio di Dio e della creatura. Mi capita sovente di imbattermi nella immagine di Gesù che sta in piedi davanti a una porta chiusa, nel gesto di bussare, in attesa che qualcuno, dal di dentro, gli apra. Dice Gesù: “Se uno mi ama e mi apre la porta, NOI verremo a lui, ceneremo con lui e prenderemo dimora presso di lui”; così come è avvenuto a Betania, con Marta e Maria; così come avveniva ogni giorno nella intimità della casetta di Nazaret con Mamma e Papà.

     Desidero chiudere questa Omelia con l’ultimo versetto del Salmo Responsoriale: “Il Signore ti custodirà da ogni male; egli custodirà la tua vita. Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri, da ora e per sempre”.  Amen.