DOMENICA  29ma  -  C  :  COME  E  QUANTO  PREGARE

 

     Dopo le catechesi su un possibile uso “cristiano” della ricchezza, l’evangelista Luca ci propone l’insegnamento di Gesù sulla PREGHIERA : come pregare – quanto tempo dedicare alla preghiera. E’ un tema molto importante per ogni credente, e di ogni fede. Per noi cristiani, la preghiera è un’esperienza così vitale, che ad ogni confessione, il primo peccato di cui chiedere perdono è sempre la mancanza di preghiera, o di una preghiera non fatta bene. Ci viene incontro la Parola ascoltata, Mosè – che abbiamo trovato nella prima lettura – ha scelto di pregare, tenendo le mani alzate verso il Cielo, per una intera giornata, per ottenere da Dio la vittoria dei suoi, contro Amalec. Gesù, nel Vangelo ascoltato, ha proposto ai suoi discepoli una parabola “sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai”! E’ una parabola che affronta varie tematiche: si rivolge, ad esempio, alle tante persone devote che riservano alla preghiera una strana bilancia; pensano che un Rosario conta qualcosa; e sono anche sicuri che due Rosari contano esattamente il doppio! E, se al Rosario aggiungono una candelina a Santa Rita, sono sicuri che la grazia richiesta non tarderà ad arrivare. C’è perfino chi stabilisce strane graduatorie tra un Santo e l’altro, tra un Santuario e l’altro, tra persone dotate di carismi e poteri eccezionali... tutte sciocchezze che non fanno “preghiera”.

     Nella parabola, Gesù fa una solenne promessa di intervenire a favore dei poveri e degli oppressi; assicura che “farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui”. Da qui, qualcuno potrebbe pensare che, quello che conta nella preghiera, sono le tante parole, o un lungo tempo, per inserire un lungo repertorio di preghiere. C’è anche chi è in possesso delle cosiddette preghiere “infallibili”; e c’è ancora, purtroppo, chi ricorre alle “catene di S. Antonio”, che hanno tanto di superstizione, e che vengono esibite come “attestazione” per esigere da Dio la grazia richiesta. Ma ciò che conta nella preghiera è altro: si esige che la preghiera sia autentica e che riponga piena fiducia in Dio, nella sua Parola, nel suo Cristo. Questa fiducia è autentica quando non si cerca di imporre a Dio le nostre scelte, ma si accetta di fare la sua santa volontà – come ci ha insegnato Gesù nel Padre N. Fratelli, chi prega “da cristiano”, non si lascia afferrare dalla fretta, dall’angoscia, dal bisogno di avere subito riscontri. Chi crede nell’amore del Padre si fida di Dio, e si affida a Lui, nel religioso rispetto dei tempi che Dio frappone per una nostra maturazione nella fede; è il tempo che si richiede anche al seme che viene messo nella terra, in attesa della macerazione e della nascita, per produrre prima i fiori e poi i frutti. Così anche la nostra preghiera esige un tempo di ascolto della Parola di Dio, al fine di conoscere le sue vie e di portare a una revisione di vita.

     Allora, amici, è la fede che rende preziosa la preghiera, e ne fa un luogo di crescita e di maturazione, dentro un rapporto vero con il Dio di Gesù Cristo; è questa fede che immette nell’amore del Padre e favorisce il desiderio di ricambiare con gioia questo dono immenso, nella condivisione e nel servizio ai fratelli. I Santi insegnano!  Ma come spiegare il silenzio di Dio? Talvolta proprio quando si avverte con più forza il bisogno della sua presenza, Dio sembra essersi assentato dall’orizzonte della vita. Gesù, nella parabola, ci invita a una preghiera costante, che cioè non cede allo scoraggiamento. L’ostinazione della vedova, più che indicare un uso improprio di parole strappalacrime, dice la tenacia di saper restare in un profondo silenzio interiore, senza affanno, sicuri che Dio, non solo è presente, ma vigila su di noi, per non farci soccombere; e che comunque sta preparando per noi la sua sorpresa: il dono del suo Spirito, del suo Amore, della sua salvezza.

     Amici, non vi pare che sarebbe ora di eliminare la parola “obbligo”, quando è riferito alla preghiera? E “di precetto” quando è riferito alla Messa? Perché non diciamo che la preghiera è una necessità, perché è necessaria come il respiro per vivere? Qualcuno ha affermato che “pregare” si esprime bene con il nostro “voler bene”; perché, se vuoi bene a qualcuno, non fa problema cosa stai facendo, o dove ti trovo; tanto, fai ogni cosa con la gioia nel cuore, perché Lui, Gesù, c’è e ti accompagna ovunque; di Lui puoi fidarti, sempre! Non ti mancherà mai! Il Signore ritarda, non solo per irrobustire la nostra fede, ma anche per darci tempo perché anche noi possiamo dare il nostro contributo nel compire azioni di “giustizia”. Anche per noi c’è il rischio di stancarci – come accadeva a Mosè sul monte. Per questo, Gesù ha istituito l’Eucaristia: per farci trovare insieme, nel Giorno del Signore, con le braccia alzate nella preghiera, per ottenere la vittoria sul male, sul peccato, nell’attesa dell’ora in cui Dio farà pienamente giustizia a tutti i poveri e indifesi che lo hanno invocato.  Amen.