DOMENICA  25.ma  - A -   GESU’ IN CERCA DISCEPOLI-COLLABORATORI

 

     La parabola ascoltata ci rivela un aspetto singolare di Dio: Dio si presenta nelle vesti di un datore di lavoro, sempre “in uscita” alla ricerca di operai da inviare nella sua vigna; continua cioè a camminare sulle nostre strade e piazze alla ricerca di operai, spesso ignorati, o pigri, e anche sfaccendati, per assumerli, con promessa di buona retribuzione. Il primo richiamo alla nostra attenzione è che il padrone della parabola continua a “uscire” e continua a “chiamare”, senza esigere né idoneità, né età; e soprattutto senza distinzione di “genere”, o di prestanza. Mentre Isaia – ascoltato nella prima lettura – invita a “cercare il Signore mentre si fa trovare e a invocarlo mentre è vicino”; nel Vangelo invece è Gesù che “esce” per cercare l’uomo. E’ Gesù, inviato dal Padre, a cercare ogni uomo e donna, per invitarli a far parte del suo Regno e a farsi artefici di pace, amore, bontà. Riassumendo le letture, troviamo che l’uomo cerca Dio perché ne ha bisogno; Dio cerca l’uomo solo per amore. Dice Gesù: “Io non sono venuto a condannare il mondo”; sono invece venuto a rivelare che “Dio ha tanto amato il mondo, da dare il Figlio Unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio infatti – conclude Gesù – non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”.

     Ecco perché la parabola ci fa incontrare Gesù continuamente “in uscita”: perché vuole incontrarci in ogni fase della nostra vita, soprattutto dopo una caduta rovinosa, durante la malattia, nella detenzione in carcere; si ferma davanti a chi lo cerca e anche davanti a chi non lo conosce; cerca con particolare attenzione i poveri, i delusi, quelli che la società ha scaricato come inutili, i drogati e raggiunge chi è agli sgoccioli e sta per lasciare questo mondo. E qui nasce un problema: a sera, gli ultimi ingaggiati ricevono un denaro; i primi si aspettavano molto di più; ricevono invece, anche loro, un denaro, e protestano dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Il Padrone li mette a tacere ricordando che avevano ricevuto quanto avevano pattuito. Naturalmente tutti i riferimenti della parabola vanno ora interpretati nell’insegnamento che Gesù stesso ci offre.

     Il “denaro” pattuito con ciascuno è la SALVEZZA, che viene offerta indistintamente a tutti, anche a quelli ingaggiati all’ultima ora.  Ma ugualmente può riaffiorare la protesta quando, ad esempio, ci presentiamo a Dio con delle pretese, in quanto ci sembra di aver pagato il dovuto con preghiere, fedeltà alla Messa, con qualche elemosina e perfino con tante candele accese davanti ai Santi. E così, senza nemmeno accorgerci, abbiamo iscritto il nostro Dio nell’albo dei Ragionieri, con il compito di tenere in ordine la nostra contabilità. Fratelli, per i tanti doni che Dio ha profuso nella vita di ciascuno di noi, dovremmo almeno riconoscere di non poter avanzare pretese, ma solo ringraziare la bontà del Signore. Se  la nostra esistenza è trascorsa senza peccato, non è il caso di vantarcene; anche questo è dono di Dio.

     Purtroppo c’è chi, ritenendosi giusto davanti a Dio e alla propria coscienza, disprezza in cuor suo chi ritiene “peccatore” e indegno di chiamarsi cristiano; non solo; ma anche rimprovera a Dio di essere buono e misericordioso verso quelli che operano il male: TUTTA GENTE DA CACCIARE ALL’INFERNO! – essi dicono. Ma non è questo il progetto di Dio. Basterebbe pensare alla richiesta di salvezza rivolta dal Buon Ladrone a Gesù morente.  Gesù accoglie una “Confessione in articulo mortis” e concede una piena assoluzione: “OGGI SARAI CON ME NEL PARADISO”! Dio ama me; ama tutti; ama anche i ritardatari; ama anche chi arriva fuori tempo massimo. Grazie Signore. Ringrazio il mio Dio soprattutto perché so che continua a chiamare e a invitare a far parte del suo Regno di amore e di pace. E’ segno che mi vuoi bene e che mi vuoi con te, per sempre! All’ultima chiamata, desidero anch’io ascoltare le parole dette al ladrone pentito: “OGGI sarai con me nel Paradiso”.  Amen.