DOMENICA  25  -  C  :   GESU’ CI VUOILE AMMINISTRATORI “FEDELI”

 

     Tra le tante parabole che Gesù ha raccontato per spiegare il Regno di Dio, quella di oggi – narrata solo dall’evangelista Luca – ci pone qualche problema di interpretazione. E’ conosciuta con il titolo “Parabola dell’amministratore infedele”. Gesù la propone ai suoi discepoli come modello di comportamento per chi sta provvedendo al proprio futuro. Invita a imitare l’amministratore “infedele”, non nell’inganno, a danno del suo datore di lavoro, ma per invitare i suoi discepoli – e noi - a cogliere un momento critico della  vita per dare risposte con prontezza e nella fedeltà al Vangelo; soprattutto nel saper mettere tutto ciò che ci appartiene a servizio dei poveri. A creare difficoltà è l’elogio che Gesù esprime, non alle soluzioni dell’amministratore, ma alla sua prontezza nella ricerca di dare speranza al suo futuro, che si annuncia incerto e faticoso. Le scelte adottate dall’amministratore mi portano a ricordare gli innumerevoli scandali che quotidianamente ci vengono riportati dai telegiornali. Ho letto che, solo in Italia, l’evasione fiscale, in un anno, sottrae all’erario 156 miliardi di euro. Quello che stupisce è la rassegnazione di chi sa, e poco fa, per sottrarre la coscienza al “tanto… lo fanno tutti!”.

     Per noi cristiani vale la parola che troviamo a chiusura della pagina ascoltata: “Nessun servitore può servire due padroni. Non potete servire Dio e la ricchezza”: sono parole severe, queste, di Gesù; Gesù vuole chiarire che “il fai da te” non può essere norma definitiva per risolvere, a proprio vantaggio, i problemi della giustizia. Gesù non ha inteso elogiare le scelte, comunque sbagliate e ingiuste, dell’amministratore; ha invece richiamato l’attenzione sulla sua rapidità a trovare qualche espediente per non finire su una strada a chiedere l’elemosina. Ecco il richiamo forte di Gesù: “ I figli di questo mondo sono scaltri più dei figli della luce”. Gesù non promuove le scelte di comodo, ma propone la prontezza nel cercare soluzioni per assicurare la propria salvezza. Ci dà indicazioni preziose sul come trasformare in bene, perfino le “ingiuste ricchezze”: “Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne”.

     Detto in poche parole, Gesù chiede ai suoi discepoli che siano pronti e generosi nello spartire le proprie ricchezze con i poveri e con chiunque tenda la mano, non solo per ricevere qualche euro, ma anche di quanti cercano amicizia, consiglio, perdono, solidarietà. La ricchezza è definita “disonesta”: o perché è stata realizzata con l’ingiustizia, o perché viene usata esclusivamente per il proprio tornaconto; è disonesta anche perché ingannevole, in quanto non è in grado di soddisfare ciò che promette. Fratelli, ogni giorno, abbiamo davanti ai nostri occhi gli effetti devastanti che sono conseguenza dell’amore per il denaro: famiglie che si sfasciano per questioni di eredità; fratelli che non si parlano più; anziani abbandonati per presunte ingiustizie; amicizie che inaridiscono per questioni di carriera; il tutto, sempre riconducibile al denaro che, inavvertitamente, porta a ossidare quei buoni sentimenti che ci facevano ritenere “splendide persone”.

     Ho passato in rassegna alcune situazione di sofferenza, nel desiderio che il richiamo di Gesù ci renda attenti e pronti e generosi nel farci presenti là dove la nostra piccola, o grande ricchezza, può alleviare la sofferenza dei fratelli. Come abbiamo potuto constatare, Gesù non se la prende con la ricchezza; solo ci mette in guardia perché – finché c’è tempo – provvediamo a mettere in buone mani il nostro futuro. Non ci lasciamo però senza farci qualche domanda che ci aiuti a capire a che punto è il nostro cammino di discepoli del Signore. Potrei chiedermi: che cosa amo di più nella vita? Su che cosa vertono le discussioni e le divergenze che guastano la pace in famiglia? E, da ultimo, c’è qualcosa per cui sono disposto a sacrificare parte del mio tempo libero e a condividere una porzione del mio stipendio? Dalle risposte, posso capire se sono entrato nel numero dei discepoli che Gesù definisce “SUOI”. Gesù ci ha avvertito oggi che anche la “ricchezza disonesta” può essere “purificata”, ma a condizione che venga versata nella Banca della carità, perché sia a servizio dei poveri.  Amen.