DOMENICA  25.a  -  B   :   IL PRIMO?  E’ COLUI CHE SERVE !

 

     Il Vangelo di questa domenica ci fa incontrare Gesù mentre percorre, con i suoi discepoli, la Galilea, diretto a Gerusalemme. Non è un viaggio turistico, e nemmeno un pellegrinaggio; a Gerusalemme lo attendevano infatti i capi dei sacerdoti per una resa dei conti, che Gesù già conosceva; Gesù valuta il rischio, ma non vuole sottrarsi alla sua missione; e manifesta le sue decisioni con parole cariche di drammaticità: “Il Figlio dell’uomo – disse – sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà”. A me vien subito da pensare allo sgomento dei presenti, nell’ascoltare un annuncio così sconvolgente. Invece, nulla di tutto questo. Gesù sta camminando praticamente solo! Anche gli Apostoli si sono assentati per continuare i loro discorsi, borbottando. “Gesù li istruiva – annota l’evangelista Luca – ma essi non comprendevano e avevano addirittura timore di chiedergli spiegazioni.

     Camminando, arrivarono a Cafarnao e furono accolti nella casa di Pietro. Faceva da contorno, un silenzio imbarazzante; Gesù chiese il motivo del loro mutismo, pur conoscendone le ragioni dell’imbarazzo. Infatti, mentre Gesù parlava di condanna e di morte, essi discutevano chi tra loro era più grande e più importante. Naturalmente provavano vergogna nel dover confessare quanto lontani fossero i loro pensieri e progetti. Gesù rivela anche qui tanta pazienza e – come se nulla fosse accaduto – spiega  che, se uno vuol essere il primo, si ponga all’ultimo posto e si faccia servo di tutti. Gesù insegna che nella comunità non ci devono essere i grandi e i piccoli, ma solo fratelli. Il responsabile nelle comunità francescane si chiama GUARDIANO, e ha il compito di promuovere la FRATERNITA  EVANGELICA e di servire e avere cura dei fratelli e della casa.

     Così potrebbe essere anche nelle nostre famiglie, dove ciascuno ha un proprio ruolo, papà, mamma, figli, nonni, senza che nessuno prevalga e dove ciascuno, nel suo ruolo, serve l’intera famiglia; così dovrebbero  regolarsi anche i responsabili di Associazioni e Movimenti ecclesiali; così dovrebbero comportarsi i Politici, eletti dal Popolo per farsi SERVI DEL BENE COMUNE.  In questo tempo di grandi progetti e di riforme di stili di vita, mi piace la definizione di Chiesa, data dal Vescovo Tonino: “Siamo la Chiesa del GREMBIULE”, cioè la Chiesa in servizio dell’uomo, a cominciare dagli ammalati e dai poveri. Questo annuncio così bello, ma ancora tanto estraneo ai più, lascia i discepoli del Signore ancor più storditi e muti. Gesù ha voluto insegnare che chi assume responsabilità nella Chiesa, deve prima fare esperienza di servizio e di obbedienza nella fede.

     Fratelli, l’insegnamento di Gesù è giunto fino a noi, venuti qui oggi proprio per accogliere nella nostra vita ogni sua Parola. Alla brama di primeggiare, di accumulare ricchezze e di credersi onnipotenti per le medaglie d’oro alle olimpiadi, Gesù – e con lui Papa Francesco – ci propone di gareggiare al ribasso, in povertà,  in umiltà ed in servizio.

Ho letto che, nelle comunità cristiane in Corea, al cresimando adulto viene chiesto di impegnarsi per un anno, nel servizio a un fratello o a una sorella con handicap.

Al termine del rito della cresima, viene consegnato a ciascun cresimato un grembiule, come promemoria, e per ricordare la lavanda dei piedi nell’Ultima Cena.

Son trascorsi oltre duemila  anni da Gesù, ma il punto di riferimento rimane sempre quel bambino, posto in mezzo che, all’epoca di Gesù, non contava proprio nulla, ma che Gesù presenta come modello da realizzare, per far parte a pieno titolo, dei  figli di Dio e cittadini del Regno di Dio.