DOMENICA  24  -  C   :    DIO  AMA COSI’ !!!

 

     L’evangelista Luca, con le parabole della MISERICORDIA, ci ha introdotti oggi nel cuore del Vangelo, nel cuore della Rivelazione. Nel capitolo 15 ha raccolto le parabole, conosciute come “LE PARABOLE DELLA MISERICORDIA”: Qui,  Gesù ci introduce nel cuore stesso di Dio, sottolineandone la PATERNITA’ come espressione più alta di un amore infinito. E’ del nuovo Beato, Papa Luciani, la felice definizione di questo amore: Il nostro Dio – spiegava Giovanni Paolo Primo - ha un cuore di padre, ma con tutte le sfumature proprie di un cuore materno. Le parabole della misericordia ci rivelano tutte le sfaccettature di un cuore materno, al di là di ogni nostra capacità di misura: un amore materno che sa aspettare, che soffre, guarisce, perdona, fino a invitare tutti a prendere parte alla festa di un cuore, finalmente appagato, per avere ritrovato la pecorella smarrita e per aver potuto riabbracciare il figlio che “era perduto ed è stato ritrovato”, dopo che egli aveva assaporato tutti i veleni che il mondo e le cattive compagnie gli avevano offerto, per godersi la vita.

     Queste parabole potrebbero essere così spiegate a chi è digiuno di Vangelo: Noi possiamo anche dimenticarci di Dio; potremmo anche rigettarlo dalla nostra vita, come presenza scomoda; ma Lui – Dio –non solo non ci dimentica mai, ma si fa trovare sempre sulla nostra strada, in attesa di riaverci tra le sue braccia, per riammetterci nella sua Famiglia, con l’anello al dito e le vesti più belle del guardaroba di Dio. Mi verrebbe da dedurre che il più grande peccato dell’uomo è di non credere all’amore di Dio per noi e al suo perdono.  In concreto, l’errore del figlio, che se ne va in cerca di libertà, è dato proprio dal non aver compreso l’amore del padre. Il figlio aveva tutto nella casa paterna! gli mancava di fare l’amara esperienza del “si può tutto”, o del “tanto…lo fanno tutti”! che vorrebbero far credere che – oltre al paradiso promesso da Gesù per chi opera il bene -  ci sono anche altri paradisi “artificiali”, a buon prezzo e da godere subito. La tentazione più affascinante e ingannatrice è la convinzione di poter bastare a se stessi, pur constatando i fallimenti dovuti alla nostra povertà.

     Per la sopravvivenza, il figlio, “fuori casa”, si accontenta  anche di poco, la ghiande date ai porci. Spesso chi fugge di casa si arrangia come può, ricorrendo anche a espedienti che lo disonorano e lo degradano: droga, sesso, rapine, e via dicendo. Ma può anche succedere che, in questo degrado,  torni il pensiero del padre, dei suoi occhi addolorati nel momento della consegna delle spettanze, per la partenza. Diceva don Primo Mazzolari che l’uomo non è mai così in alto come quando si batte il petto e recita il “mea culpa”. “Tornate alla casa paterna – era il suo invito – per assaporare la gioia della liberazione, la pace del cuore, la festa nella festa del padre e di una famiglia che perdonano. Tre parabole, per aiutarci a raccogliere il messaggio finale, comune a tutte e tre: “che vi sarà gioia  nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti, i quali non hanno bisogno di conversione”.

     La pecora ritrovata, la moneta ritrovata, il figlio ritrovato non sono un premio alla nostra bravura, ma sono il segno dell’unico grande amore del Padre! Fratelli, questo è il nostro Dio; questo è il Padre che Gesù ha voluto farci conoscere! Non un Dio imbronciato, non un Dio infastidito dalle infedeltà e nefandezze dell’uomo che continua a scegliere altri dèi, di comodo, per sottrarsi al vero Dio. Fratelli, Dio ci ricorda oggi che non c’è peccato che non possa essere raggiunto dalla sua misericordia ed essere perdonato. E’ bello e sorprendente sapere che Dio ci sta cercando; che sta cercando proprio me, perché mi ritiene un bene prezioso. Nessuno di noi può ritenersi nel novero dei giusti, immune delle fragilità che ci fanno sentire peccatori. Siamo tutti peccatori; ma peccatori amati e perdonati. E mai avrei potuto pensare che il mio ritorno a Dio sarebbe potuto essere motivo di tanta festa! Si, fratelli, ciascuno di noi ha motivo di pensare di essere potenzialmente “la festa di Dio”.  Amen.