DOMENICA
23.ma - A -
: COME “GUADAGNARE” UN FRATELLO
La pagina di Matteo, ascoltata ora, è molto preziosa, in quanto ci aiuta ad approfondire una realtà dolorosa, presente nelle famiglie e purtroppo anche nella Chiesa: come riportare la pace e la concordia tra noi attraverso il reciproco perdono. Dice Gesù: “Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo tra te e lui solo; se ti ascolterà avrai guadagnato il tuo fratello”. Avrete notato che la parola più ripetuta nella pagina ascoltata è la parola FRATELLO; e il verbo che più desta meraviglia è GUADAGNARE un fratello. Sono due richiami molto forti che ci rivelano una realtà che non vorremmo trovare nella comunità ecclesiale, della quale tutti noi facciamo parte; la continua presenza di litigi nelle nostre famiglie e nelle realtà ecclesiali non ci fa onore; anzi ci discredita. Gesù ci invita oggi a “guadagnare”, cioè a meritare la pace.
Noi usiamo spesso il verbo “guadagnare”, specialmente nei rapporti di lavoro e di commercio. Gesù usa questo verbo non in rapporto ai soldi, ma alla disponibilità al perdono; Gesù ci vuole ricordare anzitutto che siamo tutti fratelli tra noi; ma, nel messaggio di oggi, Gesù sottolinea che ogni fratello è per noi anche un VALORE!; è addirittura una ricchezza da cercare e da guadagnare. E, siccome sono frequenti gli alterchi, soprattutto in famiglia e anche nei gruppi ecclesiali, Gesù interviene nel suggerirci la sua proposta per come risolverli: si chiama CORREZIONE FRATERNA. Per la soluzione “cristiana” delle contese è necessario che riconosca che chi mi sta davanti è un mio fratello a cui devo rispetto e amore; sono pertanto da escludere rimproveri e lo sguardo che vorrebbe umiliare il fratello che ha sbagliato.
E’ molto suggestivo il richiamo suggerito dal Profeta Ezechiele, ascoltato nella prima lettura, dove è detto: “O figlio dell’uomo, io ti ho posto come SENTINELLA per la casa d’Israele”. La sentinella ha il compito di vegliare per dare tranquillità alla comunità, e il compito di avvertire nel caso di pericolo. La correzione fraterna riesce nella misura in cui ciascuno si sente “sentinella” e “custode” del fratello che ha sbagliato. Ecco perché Gesù suggerisce la correzione fraterna come unica via per risolvere situazioni difficili: è sapere che un fratello che sbaglia è un fratello da amare, da rispettare e da “conquistare”.
A chiusura di pagina,
Gesù ha un ultimo suggerimento molto prezioso, anche come premio per chi cerca
sinceramente la pace. Dice Gesù: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì
sono io in mezzo a loro”. “Mettere Gesù in mezzo” è una garanzia di successo,
non solo nella correzione fraterna, ma anche nei rapporti familiari tra coniugi, tra
genitori e figli: una felice soluzione per spegnere sul nascere litigi e
malintesi. Gesù “in mezzo” è invito alla preghiera, alla pace; è l’abbraccio
che sancisce la chiusura di un diverbio o di una giornata agitata. E là, dove
la matassa fosse troppo ingarbugliata, Papa Francesco ci invita a ricorrere alla nostra Mamma del Cielo, da
lui onorata e pregata con il titolo “ Maria che scioglie i nodi”.
Fratelli, ciò che più sta a cuore al Padre di tutti, sono la concordia e la pace di tutti noi, suoi figli. La correzione fraterna è la strada che Gesù ci indica per lo scambio del perdono, donato e accolto. Si corregge perché si ama! Diceva Don Mazzolari: “La Chiesa è madre; le mamme piangono, perdeonano, sperano, amano”. Sarebbe troppo bello che la comunità dei credenti fosse conosciuta come la comunità dove ci si perdona sempre, sull’esempio di tutti i nostri Martiri che, come il Divino Maestro, hanno ripetuto come ultima preghiera quella scaturita dal Cuore del Crocifisso: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Amen.