DOMENICA  23a  -  B  :   “EGLI  VIENE  A  SALVARVI”!

 

     Abbiamo ascoltato, nella prima lettura, un caloroso invito alla speranza. Il profeta Isaia sta parlando a una popolazione umiliata e delusa, che vive in esilio, alla quale più volte era stato promesso il ritorno in Patria, ma sempre senza successo. Il profeta torna a riferire le parole che Dio gli ha suggerito: sono le stesse che anche noi usiamo, quando ci accostiamo a un amico nei giorni della prova:  CORAGGIO, non temete. Egli viene a salvarvi”. Dio verrà – continua il profeta – e darà la vista ai ciechi, l’udito e la parola ai sordomuti; e non solo: nel deserto vedrete scorrere l’acqua che zampilla dalla roccia.

     Il Vangelo di Marco ci ha offerto, e dimostrato, il pieno compimento delle promesse espresse da Isaia. Oggi è la volta di un sordomuto.  Il sordomuto, un tempo, era l’emblema dell’uomo incapace di dialogo, e quindi escluso dalla vita sociale e impedito anche di esprimere e di difendere i propri diritti. Era pertanto condannato all’unica soluzione per sopravvivere: chiedere l’elemosina  ai passanti. Il sordomuto fu portato a Gesù perché gli imponesse le mani. Oltre ai discepoli, c’erano molti curiosi che si erano assiepati attorno a Gesù, per essere testimoni di un grande miracolo. Ma Gesù non era lì per dare spettacolo; perciò trasse in disparte il poveretto e, con segni precisi, cioè toccandogli la lingua e l’orecchio, pronunciò un comando con una sola parola: “APRITI”! e subito  prese a parlare correttamente e a lodare con gioia immensa Gesù che l’aveva recuperato e restituito alla famiglia e alla vita.

     L’evangelista Marco ha così voluto darci la prova concreta che Gesù di Nazaret - colui che era conosciuto come “il Figlio del falegname”- era il Messia che tutti attendevano.  Il rito, compiuto da Gesù si è rivelato un  vero compendio di catechesi battesimale: E, bene ha fatto la Chiesa a inserirlo nell’amministrazione del Battesimo, con questa didascalia: “Il Signore Gesù che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare presto la sua Parola e di professare la tua fede, a lode e gloria di Dio Padre”. Purtroppo questa consegna battesimale risulta, nella pratica, poco efficace, perché l’udito è sopraffatto dal clamore di altre voci, e la voce, che dovrebbe pregare e cantare le Lodi a Dio altissimo, diviene invece greve, rauca e perfino muta. Con la guarigione del sordomuto, Gesù ha strappato un uomo dal suo umiliante isolamento sociale; soprattutto l’ha sottratto all’accattonaggio, unica risorsa per sopravvivere.

     Dobbiamo purtroppo constatare che il comando “APRITI”,  ripetuto anche al nostro Battesimo, non produce il miracolo concesso al sordomuto, non perché la Parola di Dio sia meno efficace, ma perché né i genitori, né i catechisti hanno saputo infondere nei ragazzi in formazione, il valore inossidabile dell’ascolto della Parola di Dio e del dialogo con Dio, nella preghiera. Ormai quasi solo la Messa festiva rimane, per tutti, luogo di incontro con Dio, dove si impara ad ascoltare le parole di Dio e a pregare e cantare insieme la lode a Dio che, nel dono dell’Eucaristia, si fa per noi cibo, salute e misericordia. Non si dovrebbe tornare a casa da Messa, senza avvertire la pace e la gioia del grande incontro. E’ qui, nella Messa, che Dio ci rinnova la sua amicizia e ci ricorda che siamo stati accolti come figli e che quindi siamo tra noi tutti fratelli.

     Eppure, nonostante tanta abbondanza di Grazia, accade di dover affrontare spesso problemi di sordità e di mutismo, sia nella comunità ecclesiale, sia nella propria famiglia. Dovremmo oggi fare nostro il messaggio che ci viene dalla guarigione del sordomuto: dovremmo anche noi venire “in disparte”per stare con Gesù, e rimanere a lungo con Lui nell’ascolto della sua Parola, per imparare la difficile arte di saper rimanere in ascolto anche del proprio coniuge, e dei propri figli, e del sacerdote, scelto come guida spirituale; e ancora, in ascolto del grido di chi ha fame, di chi subisce violenza e ingiustizia, di chi è fuggito dalla guerra ed è alla ricerca di accoglienza. Fratelli, anche in questa Messa, risuona forte oggi il comando di Gesù: APRITI ! Il Signore guarisce ancora; ma i più non cercano guarigione; non cercano nemmeno l’incontro con chi vorrebbe toccarlo per guarirlo. Fratelli, la S. Messa è la più bella opportunità per una salutare guarigione; per elevare, nel canto di liberazione, la meraviglia per il grande prodigio: “Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!”.  Amen.