DOMENICA  23^  -  A  :  IL SOGNO DI GESU’: UNA COMUNITA’ DI FRATELLI

 

     Il Vangelo ora ascoltato ci dà la definizione di una comunità che vorrebbe essere riconosciuta come “cristiana”:  UNA COMUNITA’ DI FRATELLI ATTORNO A GESU’!:  Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”. Ciascuno di noi si trova inserito in varie realtà comunitarie: nella famiglia, in una parrocchia, in un movimento ecclesiale, in un partito, in una Nazione. Ebbene, oggi, il Vangelo ci interroga se la nostra appartenenza si può definire “cristiana”; se cioè, in queste istituzioni, ci troviamo insieme come cristiani, cioè “con Gesù in mezzo”. Perché questo è “il sogno” di Gesù: formare una comunità di discepoli che vive nel mondo come segno luminoso dell’amore di Dio. E, siccome i dissidi e le divisioni sono pressochè inevitabili, Gesù oggi suggerisce come comporre la verità e la pace, nel rispetto di chi ha sbagliato: accostarsi a lui non come giudice, ma come fratello; e affrontare il contenzioso con delicatezza, discrezione, gradualità e pazienza.

     La comunità “sognata” da Gesù è quella dove ci si aiuta a crescere, dove ci si dà una mano nelle difficoltà, dove, soprattutto, non ci si autodistrugge sparlandoci addosso gli uni gli altri. E invece, quanti conflitti, a cominciare proprio dalle nostre famiglie, e poi nel mondo del lavoro, e poi, in crescendo, nel sociale e in politica, e perfino nella Chiesa. Qualcuno – tra l’ingenuo e il sognatore – vorrebbe che almeno tra i battezzati ci fosse perfetta comunione. Purtroppo è solo una pia illusione; anche se – è giusto  ricordarlo – il credente che fa esperienza di fallimento, sa che anche il peccato e la delusione possono diventare occasione di crescita.

     Il Vangelo di oggi offre vie di uscita a chi vive situazioni difficili; Gesù però non si limita a indicarle; ci insegna come superarle; traccia un sentiero preciso per tutti coloro che si riconoscono come suoi discepoli. La strada che viene disegnata non è facile, ma è l’unica percorribile, rispettosa della verità e della carità. Avrete notato che Gesù, nel caso specifico, non chiede di far riferimento a lui, o a un apostolo; chiede invece che il confronto avvenga con semplicità e franchezza tra i due interessati; non davanti a un superiore, ma direttamente con colui che ritiene abbia commesso errore. Dunque: discrezione e a presa diretta! E, nella eventualità che ogni buon approccio dovesse fallire, non resta che ricorrere alla preghiera, l’unico legame che tiene uniti tutti, nonostante tutto, e affidarci alla Madonna che sa sciogliere anche i nodi più ingarbugliati.

     Amici, quello che ci propone Gesù è un sentiero senza trucchi e senza astuzie; in ognuno dei passaggi indicati da Gesù, è assicurata la sua presenza; chiede però a noi che le tappe siano percorse con umiltà e amore; e, proprio per questo, Gesù ci mette sull’avviso di guardare alle nostre miserie: “Perché guardi  la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo?” (Lc 6,41).  Oggi si parla molto di “correzione fraterna”. Ci viene ricordato che essa è, prima di tutto, “l’arte di saper perdonare”.  Gesù non chiede di imbastire processi, o di ricorrere a tecniche particolari; il cristiano deve solo perdonare; e perdonare subito, senza chiasso e, se è possibile, senza coinvolgere altre persone. Perché – ci tiene a precisare Gesù – colui che ha sbagliato è tuo fratello! E, se è tuo fratello, devi perdonare sempre! E dunque, se tuo fratello sbaglia, tu avvicinati a lui e cammina con lui; la riconciliazione avverrà solo se anche tu ti ritieni suo fratello.

     “Se ti ascolterà – dice Gesù – avrai guadagnato il tuo fratello”! E’ stupendo, qui, il verbo “guadagnare” usato da Gesù; ci rivela che ogni uomo e donna è un “guadagno”, una “ricchezza”. E allora vorrei chiudere, ricordando ancora l’affermazione di Gesù: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”. Mi preme qui una domanda: Tra voi, marito e moglie; tra voi, genitori e figli; e tra noi, amici e vicini di casa, c’è ancora “Gesù in mezzo”? come aiuto e garanzia del suo, e nostro amore? Perché non torniamo a mettere “Gesù in mezzo”? E’ questa la soluzione indicata da Gesù per vivere sempre perdonati e in pace. Amen. Amen.