DOMENICA  23ma  -  C  :  “CROCE” SIGNIFICA  “AMARE DI PIU’ “

 

     “In quel tempo – riferisce l’evangelista Luca – una folla numerosa andava con Gesù”. Verrebbe da commentare: un momento felice per Gesù che era in cammino verso Gerusalemme; un momento di successo e di grande soddisfazione, per la presenza di tanta gente che era venuta per ascoltare il Maestro! Un politico avrebbe di certo fatto sosta per promettere mari e monti, nell’intento di accaparrarsi  consensi e voti elettorali. Invece Gesù si ferma per annunciare le condizioni per chi intendeva continuare con Lui il viaggio verso Gerusalemme; sono le regole della vita per i discepoli del Signore, di ogni tempo. Sembra chiedere il Signore Gesù: “Ma voi, sapete chi state seguendo? Sapete dove vi sto portando?” Ecco perché, Gesù, con molto coraggio, dichiara: “Se uno viene a me, e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo”.  Un Gesù che parla chiaro! Gesù chiede, come condizione per continuare il viaggio con Lui, totale disponibilità a distaccarsi da persone e cose, da altri amori, e perfino dagli affetti più cari. Non solo. Domanda la disponibilità a rinunziare ai propri averi, cioè a quei beni che offrono sicurezza.

     E, come se non bastasse, Gesù evoca anche la croce, parola che incuteva terrore e orrore, per l’atrocità di una morte straziante. Ci verrebbe da esclamare: Ma che strane proposte d’ ingaggio! E chi, di quella “folla numerosa” poteva fare scelte così impegnative! Tutta quella gente era venuta a cercare Gesù per ascoltarlo e, più ancora, per i prodigi che compiva, e nella speranza di avere ancora tanto pane buono da mangiare. Ma, dopo questo annuncio di scelte coraggiose, chi voleva ancora seguire Gesù, doveva fare bene i conti. Non era più sufficiente un generico entusiasmo; occorreva essere disposti a portare la croce! Una vera doccia fredda per quella folla! Evidentemente Gesù non era interessato a farsi un numero sterminato di discepoli; gli premeva di più avere discepoli autentici, veri, disposti a tutto, anche a dare la vita, per amore.

     Gesù, oggi, provoca anche noi. E’ il momento di chiederci: e io, chi sto seguendo? Quali sono i miei progetti, i miei sogni? Perché – attenzione! – il Vangelo di oggi non è solo per i preti e le monache; è per tutti! Gesù infatti parlava alla folla. Le condizioni per essere discepoli del Signore sono le stesse per tutti! E allora mi viene spontaneo chiedermi: Nella nostra vita di cristiani, come capire che abbiamo creduto alla parola di Gesù, e che l’abbiamo accolta come guida della vita? Lo si capisce solo  SE AMO DI PIU’ !!! E amo di più quando l’amore per il Signore sta sopra, e viene prima, dell’amore che mi lega alle persone più care, quali: i genitori, i figli, la moglie, la mia stessa vita. Gesù mi chiede di non anacquare il Vangelo nel timore di scoraggiare qualcuno che è in ricerca della verità. Il linguaggio di Gesù è franco, schietto, immediato; le sue parole sono esigenti; non è preoccupato che qualcuno si ritiri.

     Noi sappiamo che “prendere la croce” non significa soltanto affrontare gli imprevisti della vita; significa anche prevedere e accettare di metter la propria vita a servizio del Signore; significa mettere Dio al primo posto; significa trasferire il Vangelo nella propria vita, fatta dono a Dio e ai fratelli.  Amici, Gesù ci chiede oggi di rivedere la gerarchia dei nostri valori. Diventare discepoli del Signore, significa mettersi in cammino insieme a Lui, e stragli dietro, perché Gesù cammina sempre “avanti”! Questo significa: “amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”.  “Croce”, nel Vangelo, non è l’esaltazione del dolore, per compiacere Dio; né tantomeno per spegnere l’ardore della sua ira! E’ invece l’espressione più alta dell’amore; è il segno dell’amore e del dono totale. “Croce”, nel linguaggio cristiano,  è, più semplicemente, il nome dell’amore.

     Chi ama Dio con tutto il cuore e ama i fratelli con l’amore di Cristo, ha accettato – come Gesù – la croce; ha cioè accettato di farsi dono a Dio nella fedeltà e nel servizio ai fratelli. Dio è amore infinito: solo nel suo amore  troverò sufficiente amore per trasformare in amore tutta la mia vita.  Amen.