DOMENICA  22  -  B  :  UN CUORE  “LONTANO DA DIO”

 

Nel Vangelo di oggi, troviamo Gesù di nuovo alle prese con scribi e farisei. Questi erano stati inviati da Gerusalemme con l’intento di spiare le parole e i gesti di Gesù per avere di che criticarlo. Avendo constatato che  alcuni dei discepoli di Gesù si erano messi a tavola senza lavarsi le mani – come era richiesto dalla tradizione – avevano sùbito affrontato Gesù con un preciso richiamo: “Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?”. Gesù coglie l’occasione per chiarire due cose: Che una tradizione – “il si è fatto sempre così” – non può mai assurgere al ruolo di Comandamento; in secondo luogo, Gesù invita a fare una radiografia del proprio cuore e a analizzare bene lo stato di salute della coscienza, che è il centro diffusore dei nostri pensieri ed è la “centralina” dove vengono elaborate le nostre intenzioni. Da quel che è dato sapere, anche i farisei facevano l’esame di coscienza; a sentire Gesù, erano molto attenti per apparire perfetti, molto condizionati da ciò che gli altri potevano pensare di loro; ma con il cuore lontano da Dio e dai fratelli.

     Gesù li definisce “ipocriti”, cioè falsi, proprio perché scelgono, non ciò che è bene fare, ma ciò che più li rende appariscenti agli occhi della gente. Gesù vuole spiegarsi ancor meglio; perciò chiama vicino a sé quanti lo seguivano, per precisare che “non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dal suo cuore a renderlo impuro. Infatti – continua Gesù – dal cuore dell’uomo escono: impurità, furti, omicidi, adultèri, invidia, calunnia, superbia, stoltezza, ecc.”. E’ al cuore che dobbiamo giungere per verificare la nostra fedeltà a Dio e all’uomo. E’ lì che scopriamo che cosa si agita nel nostro profondo… Ecco, ora si capisce meglio che significa: “un cuore LONTANO DA DIO”. Purtroppo, quando il cuore è lontano da Dio, è anche lontano dalle persone con cui vive, con cui lavora; lontano da chi vive situazioni di povertà, di solitudine, di malattia; chi è lontano, non sa cosa succede e soprattutto non vuole coinvolgersi.

     Gesù critica il formalismo vuoto e sterile dei farisei; un formalismo purtroppo molto presente anche nella Chiesa. E’ un formalismo che va a braccetto con il devozionismo e tanta indifferenza. Io trovo molti ceri accesi, davanti ai Santi; ma se il cuore è “lontano da Dio”, quei ceri non arrivano ad accendere un amore spento. Non si diventa buoni solo baciando i Santi! Gesù ha fatto presente, con lungo elenco, i tanti mali che si radicano nel “cuore lontano”. E’ un elenco che dovrebbe essere continuamente aggiornato con i tanti guai che i nostri telegiornali ci portano a conoscenza: femminicidi, infanticidi, stragi, mafia, droga, suicidi… Fratelli, se siamo arrivati in chiesa con il “cuore lontano” dal Signore, è il momento ora di avvicinare il cuore a Dio, alla sua Parola, all’Eucaristia per essere arricchiti di vita vera, di tanta luce, di amore fraterno.

     In questi giorni si parla molto di vaccini si, e vaccini no! Oggi Gesù, per guarire e preservare il nostro cuore da ogni male, ci offre il suo vaccino: è la sua Parola, l’Eucaristia e la preghiera insieme:  E’ il Vaccino che arriva direttamente al cuore, lo purifica e lo rende nuovo e idoneo all’amore; tanto da meritare la beatitudine di Gesù, che proclama: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”. Fratelli, come rispondiamo al lamento espresso dal nostro Signore? Noi, pur avendo Dio sempre vicino e fedele, nelle promesse di misericordia, noi continuiamo a restare a debita distanza, per essere pronti  a implorare aiuto per ogni piccola difficoltà. Quando facciamo l’esame di coscienza, dovremmo mettere sempre al primo posto: Non ho amato il Signore – non ho messo Dio al primo posto nella mia vita. Il problema non è se mi sono lavate le mani, ma se, in questa Messa ho incontrato il Signore, e se ho consentito alla sua Parola di purificare il mio cuore, per non sentirmi dire ancora:” …ma il tuo cuore è lontano da me”.