DOMENICA  21  -  C   :   TUTTI  CHIAMATI  ALLA  SALVEZZA

 

     L’evangelista Luca ci riferisce oggi che, mentre Gesù camminava  con i suoi discepoli verso Gerusalemme, un tale gli si avvicinò per interrogarlo, nella speranza che Gesù chiarisse un dubbio circa la salvezza. Gli chiese: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. Gesù – come usavano i Maestri del tempo – svolgeva la sua missione di Maestro in strada, perché era lì che incontrava la gente; era lì che gli portavano gli ammalati a chiedere guarigione: la strada, a cielo aperto, consentiva a Gesù una formazione personalizzata dei discepoli e dei futuri Apostoli. La direzione verso cui si era incamminato Gesù era Gerusalemme; certamente Gesù intendeva coinvolgere e preparare i suoi discepoli sulla sorte che l’attendeva, una volta raggiunta la Città santa; cioè di fare dono della sua vita, per la salvezza di tutti; una salvezza che doveva passare però attraverso la croce. E’ a questo punto che un tale, un anonimo, un curioso, rivolge a Gesù la fatidica domanda, che continuiamo ad ascoltare anche oggi, quando, nelle catechesi agli adultii, trattiamo il il tema della salvezza, della misericordia o del perdono, ottenuto attraverso i Sacramenti.

     Gesù, si rifiuta di dare numeri, e valutazioni, per soddisfare la curiosità di quel “tale”, e forse anche nostra; coglie invece l’opportunità per spiegare che la salvezza, offerta dal Padre, non è quantificabile con nostri parametri, o con un sofisticato compito di Ragioneria. La salvezza – sembra volerci dire Gesù – è un mistero custodito gelosamente nel cuore di Dio. Nella sua risposta, Gesù, più concretamente, sposta la nostra attenzione su un altro problema, più personale: che è sapere se io sto percorrendo la strada giusta, e se sto cercando la porta giusta, quella che mi introduce nella salvezza. Gesù lo dice con una raccomandazione: “SFORZATEVI DI ENTRARE PER LA PORTA STRETTA”.  Sforzatevi”- dice Gesù; cioè “datevi da fare!”, perché la salvezza è un dono personale, irripetibile, da non sciupare. A sottolineare questo concetto, Gesù aggiunge,  come  motivo dell’urgenza, che “quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, chi è rimasto fuori, comincerà a bussare alla porta dicendo: Signore, aprici! Ma egli – da dentro – risponderà: “Non so di dove siete”.

     Mi ha sempre impressionato, e un po’ spaventato, questa PORTA che potrei anch’io trovare chiusa. E’ un richiamo forte a non sciupare le tante occasioni che il Padre mette sul cammino della vita di ogni uomo per agevolare il raggiungimento della salvezza; è anche un avvertimento a non continuare a rimandare la conversione. Penso che siano tanti che rimandano il ritorno al Signore, sperando di ricucire un buon rapporto con lapropria coscienza, un po’ più avanti… Ma quella “porta chiusa” che potremmo trovare sollecita a non rimandare una buona Confessione, a interrompere una relazione sentimentale extramatrimoniale che sta logorando  la vita della famiglia, a decidere di accordare il perdono prima ancora di esserne richiesto. Quante soluzioni potremmo  rendere concrete, per riportare non solo la pace, ma anche salute e serenità. La disperazione di chi ha fallito nella vita è data soprattutto dal pensiero che potevo raggiungere la salvezza, offerta dall’amore di Dio e non è accaduto per sola mia negligenza,  nella convinzione  forseche non tocca a me fare il primo passo.

    “Disperazione” è la constatazione di non poter tornare indietro e che non mi è consentito di dare una spallata a una porta ormai chiusa per sempre, per me. Fratelli, tutta la nostra vita e tutta la nostra storia sono stati lo spazio che Dio mi aveva dato perché mi potessi trovare pronto all’ultima chiamata, per entrare con Gesù, con Maria, nella sala imbandita a festa per il mio arrivo, per la mia salvezza.  Non è davvero importante sapere se sono pochi o tanti che si salvano; è invece importante sapere che, nel progetto di Dio, la salvezza eterna è promessa a TUTTI, anche a me! La salvezza è un dono prezioso che il sacrificio di Gesù ha ottenuto “per noi e per tutti”- come diciamo nella Consacrazione, tenendo stretto tra le mani il “Calice della salvezza”. “MISTERO DELLA FEDE” aggiunge il sacerdote; a cui rispondiamo: “Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta”.

     Fratelli, anche noi siamo in strada con Gesù. Fermiamoci, oggi, per controllare il nostro percorso, per capire se la direzione intrapresa è veramente quella che Dio mi aveva indicato, per realizzare la mia salvezza. Lasciamoci guidare dalla Madonna,  Assunta in Cielo e proclamata Regina del cielo e della terra, e Stella nelle nostre notti oscure; fidiamoci sempre di Dio. A Dio nulla è impossibile: ce lo assicura la Madre che domani ancora invocheremo come nostra Madre e Regina,  Amen.