DOMENICA  21  -  B  -  : “NOI SERVIREMO IL SIGNORE – NOSTRO DIO” !

 

     La pagina di Vangelo appena ascoltata conclude il capitolo 6 di Giovanni; è il capitolo che si apre con la moltiplicazione dei pani e dei pesci e che si chiude con il “Pane vivo disceso dal Cielo” e che ci ha offerto una prima, approfondita catechesi di sapore eucaristico. Alcune affermazioni di Gesù provocano addirittura dissenso e mormorazioni tra gli ascoltatori. “Questa parola è dura – commentano – chi può ascoltarla?” E Gesù, di rimando, insiste nel richiedere fiducia piena nella sua affermazione, di essere Lui – Gesù – il “Pane disceso dal Cielo”: un Pane per la vita del mondo, che dev’essere mangiato, per potersi assicurare la vita eterna. “Questo vi scandalizza? – incalza Gesù – E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima?”

     Si capisce che Gesù non ritiene che uno possa dichiararsi suo discepolo, solo perché cammina con lui, o perché è stato miracolato. Gesù ora esige la fede: discepolo è colui che CREDE nella sua parola; crede anche quando non tutto gli è evidente e chiaro. Gesù ha voluto concludere la rivelazione del “Pane vivo”, donato a noi, per farci partecipi della vita stessa di Dio. Ma ha creato totale disorientamento una condizione, non ben compresa, dove Gesù afferma che per avere la vita eterna e il dono della risurrezione finale, è necessario “mangiare la sua carne e bere il suo sangue”. Anche la prima lettura, tratta dal libro di Giosuè, ci offre una scena in cui viene chiesto alla popolazione israelita di scegliere chi vogliono “servire”:  se gli dèi dei pagani o il Dio vero, il Dio dei Padri. Viene qui usato più volte il verbo “servire” per esprimere una adesione totale, esclusiva e definitiva. Il popolo – quasi con un urlo liberatorio – proclama di voler servire il Signore, perché è l’unico Signore! Pensate: questa scelta di popolo è avvenuta oltre mille anni prima di Cristo.

     Nel Vangelo di oggi, anche Gesù è ricorso a questo espediente: di proporsi come scelta di fede, dopo che molti si erano ritirati dal Maestro, a seguito delle strane richieste di mangiare il suo corpo e di bere il suo Sangue. Gesù è preso da sconforto; molti gli stavano addosso solo nella speranza  di avere ancora pane fresco e buon pesce; ma alle ultime proposte, i più si erano allontanati, forse con sarcasmo. Gesù aveva così anticipato una breve, ma intensa catechesi eucaristica. Potremmo dire che Gesù aveva completato la sua presentazione, anticipando già la scelta di rimanere per sempre con noi, nella presenza eucaristica, come nutrimento spirituale e come Presenza nel Tabernacolo, per offrirci anche tempi lunghi per “stare” con Lui. Gesù dunque si rivolge agli Apostoli, i suoi fedelissimi, e con tono severo, quasi ultimativo, dice: “Volete andarvene anche voi?”

     Pietro si sente in dovere di rispondere, a nome di tutti: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il SANTO DI DIO”. Fratelli, a questo punto, potremmo chiederci se anche ciascuno di noi si sente di condividere la risposta di Pietro; partendo dalla constatazione che la maggioranza dei cristiani diserta la Messa festiva, e che qualcuno osa pòerfino definirsi: “credente – non praticante”! Noi presenti qui, in chiesa, dovremmo ritenerci “discepoli del Signore”, con l’aggiunta di  una risposta personalissima e originale, da ricavare dalla propria sensibilità spirituale.  Pietro, ad esempio, nella sua risposta, non si preoccupa tanto di “DOVE ANDARE”, ma piuttosto trova più importante scegliere “CON CHI ANDARE”!

     Noi, per il fatto di essere venuti in chiesa per prendere parte alla Santa Messa, abbiamo dato la risposta giusta: “Signore, siamo venuti per incontrarti nella tua Parola, e poi per riceverti nella Santa Comunione; e così potrò portarti a casa , perché la tua presenza in famiglia rinnoverà, per tutti noi, i doni promessi nel nostro Matrimonio: Amore – fedeltà – pace. Come sarebbe bello che, al ritorno dalla Messa, in famiglia, ci si potesse confrontare, per confidarsi quale,delle parole ascoltate, ha lasciato il segno nel proprio cuore.  Amen